Noli

 
Perché il giudice ha revocato il sequestro di € 10 milioni
Noli, ecco 6 pagine di motivazioni ufficiali
E ‘Zoppi Srl’ non fallisce, soccorso dal gruppo Bagnasco?

 Perché il giudice ha revocato il sequestro di € 10 milioni
Noli, ecco 6 pagine di motivazioni ufficiali
E ‘Zoppi Srl’ non fallisce, soccorso dal gruppo Bagnasco?

 

Noli – Ha suscitato scalpore e diffuso interesse la notizia, anticipata da Trucioli Savonesi, dell’ordinanza di revoca del provvedimento di sequestro conservativo fino all’ammontare di 10 milioni di euro sui beni della Zoppi Srl che attraverso l’intervento iniziale  della Z & R sta realizzando 174 box interrati nella centralissima via Belvedere, ex area ferroviaria dismessa e ceduta dal Comune ad un unico offerente.

Il sequestro era disposto dal Tribunale di Savona il 30 aprile 2010 in seguito ad un’iniziativa dei proprietari dell’immobile contrassegnato col civico 18, interessato da un  allarmante movimento franoso.  Il sequestro veniva ulteriormente confermato  il 9 giugno 2010 e ribadito dal tribunale in composizione collegiale con ordinanza del 13 agosto 2010. 

 Cosa ha determinato questa vera e propria svolta,  doccia fredda, in gran parte inattesa? E nella quale sono direttamente interessati venti controparti? Il “dissequestro” è stato disposto dal giudice Luigi Acquarone il 12 dicembre scorso, con una motivazione di sei pagine che Trucioli Savonesi riporta integralmente – vedi a seguire – ai fini di una completa informazione su una tematica, al centro dell’interesse pubblico, ma anche sociale per i molti suoi risvolti e per il numero di persone cointeressate.

L’ex sindaco Dc – per 15 anni – Carlo Gambetta ha sviscerato su Trucioli molti aspetti della vicenda (in parte oscura) con interventi, soprattutto critici, di pubblica denuncia, partendo dal presupposto che per tutta una serie di concause e negligenze, fatalità (?) Noli si ritrovava da una parte alle prese con un ingente danno pubblico (alla comunità), dall’altra il Comune, a suo avviso, era il primo responsabile morale e politico – altro è la verità giudiziaria da accertare, con udienza preliminare davanti al Gup fissata  nel febbraio 2012 – di quanto stavano subendo i proprietari del civico 18 e altre famiglie; loro malgrado, colpite da abbandono forzoso della propria abitazione e senza colpa alcuna trascinate in una ingarbugliatissima vertenza civilistica e di spese legali.

L’ex primo cittadino, insomma, si era schierato pubblicamente dalla parte dei danneggiati, puntando l’indice contro decisioni, scelte, a suo dire lesive ed irragionevoli della giunta, del consiglio comunale, della dirigenza amministrativa-tecnica dell’ente locale.

Il giudice Acquarone  non ha tuttavia ritenuta fondata l’opposizione del condominio Belvedere, ma  non tanto per un aspetto di merito, bensì tecnico-procedurale. Non c’entra, per ora, chi ha torto e chi ha ragione nella controversia. Semmai è una questione giuridica. In pratica e per spiegarlo in termini comprensibili, la novità scaturisce in parte dalla riforma del diritto fallimentare e dall’altra dal fatto che è nel frattempo intervenuto il concordato preventivo della Zoppi Srl, posta in liquidazione.

Primo quesito giuridico. Il concordato, nell’ambito della procedura di sequestro preventivo, può essere assimilato al fallimento?  Si aggiunga che i creditori di Zoppi – azienda del cuneese da anni in difficoltà – sono tanti, parecchie decine. Si tenga conto che l’operazione autorimesse di Noli era iniziata attraverso  Z & R, ovvero Zoppi ed il socio Rivarossa (altro imprenditore cuneese che ad un certo punto, col sorgere dei primi contraccolpi, ha ceduto a Zoppi  stesso il 50 per cento delle quote).  C’è in ballo, ad esempio, il credito delle ditte che hanno eseguito le opere all’interno del cantiere di via Belvedere. E manco a dirlo i danni, causa frana, provocati a terzi confinanti con l’area del cantiere. Lo stesso Comune, come ha rimarcato di recente il sindaco Ambrogio Repetto, si considera parte lesa a tutti gli effetti.  

Il rischio maggiore, per tutti, ma in particolare per i proprietari del civico 18 resta la eventuale dichiarazione di fallimento (anche se ora pare scongiurato) della stessa Zoppi Srl.

Torniamo alla ordinanza del giudice Acquarone.  Nelle prime righe si spiega che l’istanza di revoca del sequestro  si fonda “sulla sopravvenienza di una circostanza processuale inesistente al momento dell’emissione  del provvedimento cautelare (sequestro conservativo), rappresentata dall’intervenuta ammissione di Zoppi Srl in liquidazione alla procedura  di concordato preventivo, omologato dal Tribunale di Mondovì con decreto del 30 maggio 2011”.

Il condominio 18, attraverso il suo amministratore ed i condomini, ha ottenuto il sequestro sui beni immobili della Zoppi Srl  -fino all’ammontare di 10 milioni euro e trascritti dall’Agenzia del Territorio di Savona –  che si trovano nei Comuni di Boissano (nuovi edifici artigianali, alcuni su aree di famiglie di ex pubblici amministratori di Toirano), Priero, Castellino Tanaro, Mombasiglio.

Zoppi srl ha successivamente presentato istanza al tribunale di Mondovì, per l’ammissione alla procedura di concordato preventivo ed il tribunale ha accolto la richiesta. Quindi la nomina a liquidatore il dr. Alberto Bruno.

Il giudice Acquarone ha posto in evidenza con una puntuale disquisizione giuridica, la questione della “par condicio creditorum”.  E cita che il danno di gran lunga inferiore allo stato stimato  – 5 milioni e mezzo per gli interventi di messa in sicurezza e ripristino degli alloggi danneggiati – sia coperto da concrete garanzie per il condominio 18.

A Noli le ultime indiscrezioni indicavano una possibile soluzione che poteva scaturire dall’intervento o meglio dall’arrivo di un nuovo gruppo imprenditoriale facente capo a Marino Bagnasco, uno tra i maggiori big del mondo imprenditoriale edile (e non solo, vedi maxi discarica di Bossarino) di Savona. Già socio in affari leciti con il mondo delle cooperative rosse.

In questo scenario sarebbe possibile portare a buon fine un’operazione che da una parte vede in campo interessi privati consistenti, dall’altra sussiste un impatto forte in quelli che sono le esigenze e gli interessi dell’intera comunità, della sua economia. Fin troppo penalizzate da strategie poco trasparenti e comunque con ampi margini di illogicità e discrezionalità.E alla fine della “favola” a pagarne le conseguenze è anche l’intera comunità nolese. Giustizia permettendo.

R.T.     

 

LE 6 PAGINE INTEGRALI DELL’ORDINANZA DEL GIUDICE

 

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