Impoverimento linguistico dei giovani

 
LA SCUOLA, LA TELEVISIONE, INTERNET
SONO COLPEVOLI DELL’ IMPOVERIMENTO LINGUISTICO
DEI GIOVANI STIAMO CREANDO FUTURE
GENERAZIONI DI IGNORANTI

LA SCUOLA LA TELEVISIONE INTERNET
SONO COLPEVOLI DELL’ IMPOVERIMENTO LINGUISTICO DEI GIOVANI
STIAMO CREANDO FUTURE GENERAZIONI DI IGNORANTI
 

Dalle università parte un forte denuncia: attenzione, i nostri giovani sono ignoranti!

La notizia e di questi giorni ed è passata quasi sotto silenzio anche dai mezzi di informazione, ma potrebbe essere allarmante per chi giudica di importanza vitale la cultura e la preparazione personale di ogni individuo. Nei maggiori atenei italiani da nord a sud la correzione dei test di ingresso ai corsi di laurea ha infatti messo in luce un dato preoccupante che dovrebbe far riflettere tutti sulla conduzione educativa dei nostri giovani. Per intenderci, quelli che, formeranno la classe dirigente di un futuro non troppo lontano.


Nelle varie facoltà come ad esempio Ingegneria, Giurisprudenza, o Economia a Genova come a Bologna o Palermo sono rilevanti le percentuali circa il40 % che non avrebbero preso la sufficienza nei vari test di ingresso. Anche nei test orientativi in quelle facoltà a “numero aperto” allarmano i docenti, costretti a impegnarsi con i ragazzi, e dopo le prime valutazioni indirizzarli verso corsi di recupero adeguati a colmare le lacune che si portano dietro.

Ma vediamo le curiosità, quelle che maggiormente potrebbero far comprendere al lettore la latente ignoranza delle nuove generazioni. Ad esempio la maggioranza dei ragazzi a Firenze di fronte alle domande ” cos’è la Cgil “oppure” cos’è Finmeccanica ” non ha saputo dare una risposta. Allo stesso modo, la domande “cosa significa velleità” o ” cosa vuoi dire procrastinare” hanno visto poche ragazzi mettere la crocetta al posto giusto.

A cosa è dovuta tanta impreparazione?? I docenti intervenuti per cercare di dare una spiegazione a questa débâcle che nasce dalla base la formazione di questi ragazzi, già dalle elementari. Se un aspirante universitario appena uscito da un Liceo non sa dove sia il Mar Rosso o dove si trovi Giacarta, il problema e minimo: lo imparerà strada facendo. Se però la carenza è sulla grammatica, sulla comprensione della lingua in generale, difficilmente le Università potranno riuscire a riempire questi vuoti conoscitivi. Anzi è vero il contrario, perché si rischia di riempire la classi di ignoranti che non riuscirebbero a capire cosa dice un professore, poiché non conoscono nemmeno il significato di certe parole, provate a pensare una lezione di filosofia in cui si spiega Hegel non sapendo cosa significa” dialettica” o “logica”.


 Questo genere di ignoranza è ben più grave di un semplice e ormai superato analfabetismo. I giovani di oggi, dipendenti da internet e dalla televisione, sono continuamente a contatto con linguaggi, comunicazione di tipo telematico, per lo svago e il tempo libero, ma l’uso che si fa di queste tecnologie, li rende colpevoli dell’impoverimento linguistico delle generazioni più giovani.

I social network affollatissimi con Facebook , Twitter o le varie Chat, hanno bisogno di un linguaggio spicciolo, povero e immediato per una comunicazione che tenda a sostituire quella telefonica. Come pare la televisione sempre più frivola dei reality dei programmi di intrattenimento (Grande Fratello o Uomini & Donne, Pomeriggio Cinque) e così via ci pone di fronte ad comunicazione semplicistica molto spesso figlia dell’ignoranza dei suoi protagonisti, abituandoci ad un uso sbagliato delle parole. Sono sempre meno i giovani che leggono libri o giornali, che si informano attraverso la televisione o che utilizzano internet come mezzo per la formazione di una propria coscienza e conoscenza. Perciò, avanti di questo passo, ci troveremo con una miriade di post adolescenti esperti in tutte le applicazioni di Facebook o sui pettegolezzi  del mondo dello spettacolo, ma nessuno in grado di scrivere un libro o un articolo degno di essere chiamato tale. Oppure, che faccia politica sapendo di cosa sta parlando.


 Non sono bastate negli ultimi decenni, tre riforme della scuola o dell’università per capire cosa veramente andava fatto per aiutare i nostri ragazzi che non sono dietro a nessuno se messi nelle giuste condizioni. E arrivata l’ora che anche i genitori si facciano parte attiva, senza più demandare solo ad altri la crescita umana e culturale dei propri figli. Di recente sulla scuola è intervenuto con un durissimo attacco il Cardinale Angelo Bagnasco nell’apertura dei lavori della Cei, uno dei temi affrontato si riferiva alla società cha ha il” grave dovere” di “non corrompere i giovani con idee ed esempi che nessun padre e madre vorrebbero per i propri ragazzi” e i cittadini hanno il “diritto ad una scuola non ideologica e supina alle mode culturali imposte” criticando recenti opuscoli che parlano dell’identità di genere distribuiti nelle scuole. Guide che mirano in teoria a sconfiggere il bullismo e discriminazione, ma che in realtà mirano a “istillare “(è questo il termine usato) nei ragazzini preconcetti contro la famiglia, la genitorialità, la religione, e la differenza tra padre e madre. E’ questa lettura ideologica –  aggiunge  – il Cardinale una vera dittatura che vuole appiattire le diversità, omologare tutto fino a trattare l’identità di uomo e donna come semplice astrazione. Viene da chiederci continua Bagnasco, se si vuole fare della scuola dei “campi di rieducazione” o “indottrinamento”. Si chiede, se i genitori “hanno ancora il diritto di educare i propri figli oppure sono stati esautorati? Si e chiesto il loro parere o la loro autorizzazione? In quanto i figli non sono materiale di esperimento in mano di nessuno, nè dei tecnici o dei cosiddetti esperti. Invitando i genitori a non farsi intimidire, ma a reagire con determinazione e chiarezza. Sono considerazione che devono far riflettere e farci riflettere sul ruolo di genitori oggi.

P.A.Perino

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