Manifestazione “NO AL CARBONE”

La manifestazione di sabato contro l’ampliamento della centrale a carbone 

CENTRALI E REFERENDUM

IO NON VADO AL MARE !!!!

 

IO NON VADO AL MARE !!!!

CENTRALI E REFERENDUM

Sabato, in Piazza Sisto, la manifestazione contro l’ampliamento della centrale a carbone di Vado, non ha visto la partecipazione di “piccole frange”, così come ultimamente le ha definite la dirigenza Tirreno Power. Non sembrava uno sparuto e anacronistico gruppo di persone quello che affollava la piazza, che assiepava i banchi delle associazioni che numerosissime hanno aderito insieme anche a realtà politiche presenti sul territorio.

 Le adesioni all’iniziativa così come il sostegno alla battaglia contro l’ampliamento della centrale sono diventate sempre più sostenute e le rappresentanze dei diversi gruppi sostenitori non hanno voluto mancare a questo importante appuntamento.

Nella piazza il palco, dove si avvicendavano gruppi musicali e attori venuti a sostenere la protesta, poco più in là una performance organizzata dal Movimento Cinque Stelle ricordava in modo deciso e appassionato il numero crescente di morti per tumore avvenute nel territorio intorno alla centrale.

Tutti in piazza, sabato, hanno deciso di non andare al mare, come invece si augurava una lettrice nel commento all’articolo di IVG che, tronfio di promesse tecnologiche, presentava il progetto di ampliamento Tirreno Power come quello che di meglio i cittadini potessero augurarsi.

Gosio, che troppo ha pazientato per ubbidire a necessità elettorali della classe politica, confida, ora, nella riunione tecnica del 14 giugno in Regione Liguria, certo che l’aggettivo “tecnico” possa liberare il tavolo dalle questioni socio-politiche e ambientali.

I tecnici, la tecnologia, loro sì che guardano al sodo. Ma quale tecnologia?

Quella dei grandi gruppi che dopo decenni di gravi compromissioni ambientali, dovuti a massicce dosi d’inquinamento prodotto, ad autocertificate analisi permesse da una classe politica distratta, se non interessata a tutelare  profitti di gruppi “troppo amici”, cercano di propagandare l’ampliamento con nomi allettanti, quali ” Tecnologia Ultra Super Critica” o altro , sicuri che l’aggettivo possa convincere i profani e gli ignavi che tutto sarà meglio di ora.

 

I denari, quelli sì, saranno convincenti, sia per una parte di classe politica che per quella sindacale che supina, come già si è mostrata alle richieste dell’azienda, cavalcherà questa vantaggiosa opportunità per sbandierare il baratto dei posti di lavoro.

 

 Le delegazioni istituzionali non ci saranno il 14 di giugno in Regione!

Questo chiede la Dirigenza Tirreno Power.

Perché nulla deve più ostacolare la richiesta dell’azienda a costruire il nuovo gruppo da 460 MW e il rifacimento dei due esistenti da 330 MW.

Così, mentre le altre centrali a carbone italiane si convertono alla metanizzazione o vengono chiuse per assenza di VIA, Vado e dintorni avranno ben 1120 MW  di produzione da carbone che, sommati a quelli del gruppo a metano, ne faranno una delle megacentrali a carbone  più grandi d’Italia.

Ma le istituzioni non ci dovranno essere il 14 giugno in Regione, come se fosse finito il tempo per dire la loro!

Così qualcuno ripete inviti di craxiana memoria sulla volontà di disertare le piazze, come qualcun altro chiede di disertare le urne domenica e lunedì, invece che esprimerci contro il nucleare.

In Italia le aziende energetiche e la classe politica che difende i loro profitti, non vogliono ancora comprendere l’idea che il cittadino abbia smesso di delegare altri e rivendichi il diritto di decidere sulle cose che riguardano il suo futuro, quello dei suoi figli e dei suoi nipoti, soprattutto in tema di qualità della vita e di salute.

Tutti abbiamo  già sperimentato, come queste scelte diventino irreversibili per decenni e decenni e nel caso del nucleare  per un tempo indeterminato.

 Chi può arrogarsi il diritto di poter condizionare il tempo e la terra che non gli appartiene?

Non bisogna essere esperti per capire come sia falso giocare sulla terminologia per convincere della bontà, della sicurezza, della salvaguardia dell’ambiente e della salute umana. Non vogliamo tavoli cui possano sedersi cosiddetti esperti, che possano decidere della nostra vita, perché a morire e ad ammalarsi, poi, siamo noi, i nostri figli, i nostri amici, i nostri vicini di casa.

Non sono scelte emotive quelle sul carbone e sul nucleare, ma sono frutto di esperienza. L’esperienza di chi, ad esempio, intorno alla centrale di Vado ci ha vissuto per decenni e ha visto morire i suoi cari. L’esperienza delle madri che hanno bimbi affetti da patologie che, ormai si sa, sono fortemente legate a questa fonte di inquinamento.

 

Il carbone pulito non esiste e le tecnologie sicure neanche. Non ci crediamo più.

 Anche perché sappiamo che nulla può giustificare l’accanirsi su una scelta che ci appare immotivata e che appare anche poco conveniente. Nessuno potrà convincerci dell’istinto di beneficienza dell’azienda, manifestato solo per offrire una fantomatica decina di posti di lavoro.

 Sappiamo anche che se l’aria non sarà una brezza primaverile, il problema delle ceneri prodotte dall’incenerimento nella centrale carbone rimane e sappiamo che spesso concorre ad alimentare cementifici che nessuno controlla e che rischiano di essere fonte di inquinamento radioattivo nelle nostre case.

Sappiamo bene come vanno queste cose in Italia e basta aprire i quotidiani per vederci regalare giornalmente casi di malcostume ambientale che spesso alimentano la criminalità organizzata anche nei luoghi più impensabili.

Chi è contro il nucleare sa che un’Italia che non sa smaltire i propri rifiuti, come si può pensare lo possa fare con i rifiuti nucleari?

Le acque del torrente Quiliano e quelle del mare prospiciente sono, poi, la testimonianza di come anche l’acqua e la terra non siano immuni da questa produzione energetica e come siano già state inquinate in modo irreversibile.

“ Nucleare NO, carbone NO, ma allora voi che volete?? “

Noi vogliamo guardare al futuro.

Saremo costretti ormai tutti, e l’Europa l’ha capito, a investire sulle fonti rinnovabili e dobbiamo farlo anche noi , in modo intelligente: solare, eolico,geotermico, termodinamico  e soprattutto costruire case ed edifici pubblici non solo passivi ma attivi , in grado di produrre loro stessi, energia.

Costi alti? Tempi lunghi?

 Cominciamo ora, è già tardi. Abbiamo l’obbligo di farlo per le generazioni future e sappiamo che si può fare perché le tecnologie in questo campo ci sono già, basta volerlo.

Non ci sembra che i costi e i tempi del carbone e del nucleare siano così competitivi se non i profitti per i grandi gruppi energetici. Il Governo Berlusconi lo sa bene!!

Io sabato e domenica non sono andata al mare.

Ero con la mia famiglia e le mie figlie in Piazza a Savona e con la mia famiglia e le mie figlie andremo compatti a votare domenica, fieri di fare la cosa giusta, votando i nostri quattro SI’, perché crediamo nella libertà di scelta di un popolo, crediamo nella libertà di un bene pubblico come l’acqua e crediamo che davanti alla  Legge si debba veramente essere tutti  uguali, anche un  Presidente del Consiglio che, ignorando la forza e la legittimità democratica di una consultazione elettorale come il referendum, per la quale anche il presidente della Repubblica e il Papa hanno manifestato la loro volontà di espressione, ritorna  anacronisticamente, come il suo amico Craxi, ad invitare  la gente ad andare al mare.

Eravamo in Piazza Sisto e domenica nei seggi a votare, certi di fare la cosa giusta !!!

         ANTONIA BRIUGLIA

 

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