MALTA

Un altro paese civile

 

Un altro paese civile.

 

“LA VALLETTA – Malta dice “sì” al divorzio. Il referendum per la sua legalizzazione è passato con una netta maggioranza del 54% dei voti. Lo ha detto un parlamentare maltese promotore del “sì”. 

I maltesi hanno espresso un voto netto nonostante una campagna intensiva da parte della Chiesa che ieri sera, prima della chiusura dei seggi, ha emesso una nota di apologia verso gli elettori per quello che ritenevano “di insulto o messaggi non chiari” da parte di alcuni membri del clero. Il capo del movimento per il “sì”, Jeffrey Pullicino Orlando, ha detto che questo risultato è significativo perché porta Malta verso una nuova era dove Stato e Chiesa finalmente verranno separati.” .

 

Questa la notizia, secca secca, così come comunicata dall’ANSA. Sono io che non l’ho sentita dai media nostrani o è passata inosservata? Ma chi l’avrebbe mai detto che il crocevia del mediterraneo e di tante civiltà fosse ancora un baronato di Pietro e di quello staterello lambito da un torbido fiumiciattolo? Nel 2011 stupisce ancora fortemente come  la Chiesa faccia la parte che ha fatto per secoli: condizionare le coscienze umane per accrescere il suo smisurato potere e le ricchezze.  E meno male che il “potere” di condizionare si è molto ridimensionato dall’Illuminismo in poi. Incredibile come non si voglia ancora comprendere che l’unione di un uomo e di una donna può essere un semplice negozio giuridico tra le parti e non c’è ragione alcuna per volerla a tutti i costi come “contratto sacramentale”.  Auguri ai Maltesi e benvenuto a un nuovo paese civile. Cari Maltesi, mi raccomando: non vi venga l’idea dell’otto per mille nella dichiarazione dei redditi.

30 maggio 2011                                                                                Salvatore Ganci

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