Loano

Campagna elettorale 2010 a confronto:
 spese pazze di alcuni candidati e l’indifferenza 
A Loano un capostazione leghista scriveva
E il parroco dei “senza casa” predicava, invano
“Chiedo scusa, mi pare un’offesa per chi sta soffrendo sperperare tanti soldi”

Campagna elettorale 2010 a confronto: spese pazze di alcuni candidati e l’indifferenza 
A Loano un capostazione leghista scriveva
E il parroco dei “senza casa” predicava, invano
“Chiedo scusa, mi pare un’offesa per chi sta soffrendo sperperare tanti soldi”

Loano- “Desidero scusarmi per la qualità non eccellente di questo volantino ma, sinceramente, in questo periodo di guerra e di disoccupazione, mi pare un’offesa nei confronti di chi sta soffrendo sperperare ingenti risorse in campagna elettorale”.

Erano le ultime righe dell’appello-volantino di  Alessandro Panizza, candidato alle terzultime elezioni provinciali per conto della Lega Nord Liguria,  (vedi sotto), nel collegio di Boissano, Loano-Verzi.  Probabilmente si trattava di un “candidato marziano” ai giorni nostri. Un politico che non andrà mai di moda. I cittadini, almeno la maggioranza che va a votare, stravedono e premiano chi si esibisce in dispendiose campagne elettorali.  Tra cene, pranzi, maxi manifesti. In una gara a chi spende di più. L’abbiamo vissuto nell’indifferenza e rassegnazione con le regionali di fine marzo.

Tra l’altro, neppure citate a pessimo esempio dalla stessa Lega Nord degli anni 2010, alla quale bisogna riconoscere di essersi almeno distinta, in provincia di Savona, nella parsimonia delle spese.

Ma neppure  censurate (le spese pazze) da quel clero o meglio gerarchie, sempre più lontane dal Vangelo e dalla loro missione pastorale- sostengono alcuni sacerdoti -. Rassegnati verso una classe politica arrogante e sorda ad ogni richiamo all’etica pubblica.
Con le nostre chiese sono sempre più vuote. Per quale motivo?

Oggi sarebbe un pastore di anime fuori dalle mode,  anche quel don Alessandro Ranoisio, che da parroco di San Pio X, sempre a Loano, (vedi sotto, eravamo nel marzo 1979) non si stancava di ricordare ai fedeli il dramma del mondo giovanile: le giovani coppie che non potevano permettersi una casa propria. Ovviamente non servì a nulla il richiamo forte, alle coscienze, di un sacerdote colto, coerente ed esemplare, indotto a lasciare la città, nell’indifferenza dei più.

Oggi la pratica prevalente dei parroci è tacere le ingiustizie, dal pulpito e nelle pubblicazioni parrocchiali, verso i più deboli, ad iniziare dai parrocchiani residenti e meno fortunati nella vita.

Uno scandalo, l’assenza di case per i meno abbienti, promesse da decenni, mentre parte della politica continua a finanziarsi con la corruzione, l’arricchimento facile, le consorterie, i privilegi. Con la corsa alle poltrone, alla casta strapagata. E abbasso la meritocrazia.

Il peccato della lussuria caduto in disuso persino tra mura sacre. Con la corsa al potere per il potere. Con la sopraffazione. Le disuguaglianze sempre più ignorate. Basti pensare all’ingiustizia delle ingiustizie, quella fiscale. Zeppa di “finti poveri” per il fisco. Don Ranoisio insisteva sulle migliaia di case vuote. Sull’incentivo ai profitti da speculazione immobiliare, immorale e poco cristiana. Diseducativa. 

Non lamentiamoci se poi la gente si incattivisce, non possiamo ignorare che la giustizia sociale è fondamentale per la pace sociale”. Scriveva don Alessandro. Che non era un “prete rosso”. Anzi. E chi l’ha conosciuto, frequentato può testimoniarlo.

A Loano due Alessandro, pur divisi dagli anni e dai ruoli ricoperti, hanno invano bussato la porta del buon esempio, della saggezza e della moralità pubblica, della grande ed irrisolta questione della “morale pubblica“.

R.T.

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