L’Italia non è un paese per i giovani
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L’Italia non è un paese per i giovani
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”) SESSANTAQUATTRESIMA PARTE
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L’Italia non è un paese per i giovani
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”) SESSANTAQUATTRESIMA PARTE
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ALTER: Sono giorni che ti cerco, Aldo, ma trovo il tuo telefono costantemente muto! Cosa ti è successo? Hai avuto problemi di salute? ALDO: Sono stato lievemente indisposto, Alter, ma non sono andato incontro a problemi di salute, perché questa conduce costantemente al benessere ed a una visione ottimistica della vita; ho avuto, invece, problemi di malattia, per fortuna non gravi e duraturi. |
ALTER: Vedi, Aldo, io ti ho cercato in maniera quasi ossessiva, perché desideravo confrontarmi con te di un grave ed, addirittura, drammatico problema, sul quale tutti i quotidiani hanno riferito e preso posizione. ALDO: A cosa ti riferisci, Alter? ALTER: All’ AUMENTO DELLA DISOCCUPAZIONE ED ALLA SITUAZIONE SEMPRE PIU’ PRECARIA DEI NOSTRI GIOVANI! Abbiamo discusso, entrambi, per intere settimane, sulle Fonti Energetiche Alternative ed abbiamo incominciato ad accennare alla GREEN-ECONOMY (limitandoci, peraltro, unicamente al Settore Agricolo della Nostra Economia), ma noi, oggi, dobbiamo andare più a fondo e mi spiego: – COSA POSSIAMO DIRE, IN CONCRETO, ALLE NUOVE GENERAZIONI? – QUALI PROSPETTIVE POSSIAMO INDICARE, PER LORO, IN UN IMMEDIATO FUTURO? E, soprattutto, Aldo, eccoti il PROBLEMA CHIAVE dei nostri prossimi incontri – RIUSCIREMO AD USCIRE DA QUESTA TERRIBILE CRISI ECONOMICA (CHE HA ASSUNTO DIMENSIONI QUASI PLANETARIE) SOLTANTO RICORRENDO ALLE INNOVATIVE SOLUZIONI SUGGERITE DALLA GREEN – ECONOMY? ALDO: La risposta a questi tuoi quesiti (e, soprattutto, all’ultimo) non è facile, caro Alter! Convengo con te che è necessario discutere non soltanto tra noi due, ma nell’intero, nostro contesto societario e vedere di proporre delle idee nuove, rifuggendo, nel modo più assoluto, da un sorpassato e sterile disfattismo! Ma cerchiamo di essere seri, Alter, e di procedere con ordine; vedo che hai in mano un foglietto, che verosimilmente, riassume la situazione occupazionale ed esistenziale dei nostri giovani, vedi di leggerlo e di spiegarmelo in dettaglio! |
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ALTER: C’è poco da spiegare, Aldo! I numeri parlano da soli e, bada bene, i dati che ti riferirò sono certi ed incontestabili, perché sono stati resi pubblici, in questi giorni, dall’ISTAT, vale a dire dall’ Istituto più prestigioso, nel settore statistico, esistente in Italia! Ecco i dati: |
1) nel periodo 2001-2009, l’Italia risulta, in assoluto, il paese Europeo la cui economia è cresciuta meno (appena l’1,4 per cento, contro il 10 per cento dell’Eurozona ed il 12,1 per cento dell’Unione Europea); 2) Addirittura, nel biennio 2008-2009, l’Italia ha registrato la flessione del PIL (PRODOTTO INTERNO LORDO) più accentuata rispetto alla media dei paesi dell’Eurozona (meno 6,3 per cento, rispetto a meno 3,5 per cento) ; 3) Il TASSO DI DISOCCUPAZIONE GENERALE è in aumento ed ha raggiunto, nel Gennaio 2010, la soglia dell’8,6 per cento, rispetto al totale della popolazione; 4) In cifra assoluta, vi è stato, dall’inizio del 2010, un calo di 380.000 unità lavorative, rispetto al 2009; sul totale dei 380.000, ora citati, i POSTI PRECARI PERSI sono risultati essere 211.000. Sotto il profilo delle Aree Geografiche, il cAlo occupazionale è stato così suddiviso: NORD: – 161.000 CENTRO:- 25.000 SUD: – 194.000 ___________________ TOTALE: 380.000
5) In questo contesto, appare, di particolare rilievo il TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE, che ha raggiunto la percentuale del 25,4 per cento, vale a dire il Triplo rispetto a quella totale (8,6 per cento); inoltre il TASSO ITALIANO risulta essere più elevato, rispetto a quello Europeo; 6) In cifra assoluta, sono circa 2.000.000 (Due milioni) i GIOVANI ITALIANI, COMPRESI TRA I 15 ED I 29 ANNI, CHE NON LAVORANO E NON STUDIANO. L’ITALIA HA, QUINDI, IL PRIMATO EUROPEO DI QUESTA FASCIA DI GIOVANI INATTIVI: FRA DI LORO, VI SONO ANCHE LAUREATI (21 PER CENTO) E DIPLOMATI (20,2 PER CENTO); Per quanto riguarda la loro CONDIZIONE ESISTENZIALE e, soprattutto, FAMIGLIARE, ti consegno questo SCHEMA STATISTICO, riferito al RAPPORTO ISTAT dell’anno 2009, dove compare un TASSO DI DISOCCUPAZIONE GIOVANILE (TRA I 15 E 29 ANNI) PARI AL 21,3 PER CENTO E, QUINDI, INFERIORE RISPETTO A QUELLO EVIDENZIATO DALLO STESSO ISTAT ALL’INIZIO DEL 2010 (PARI AL 25,4 PER CENTO); questo SCHEMA STATISTICO assume, comunque, un particolare rilievo perché dimostra, in modo inconfutabile, che sono i GIOVANI A PAGARE IL PREZZO PIU’ ALTO DELL’ATTUALE NOSTRO DISASTRATO SISTEMA ECONOMICO: Dopo questa lunga relazione, concedimi, Aldo, un breve commento (che, tra l’altro, non è precisamente mio, ma discende da alcune mie recenti letture): “L’Italia non è un paese per i giovani. Nella Società della conoscenza, un paese che maltratta i giovani è un paese senza futuro. L’economia, per ora, galleggia solo grazie ai precari ed agli immigrati (che coprono i lavori umili), ma è impossibile un futuro senza innovazioni ed una più evoluta qualità sociale” ALDO: Posso essere parzialmente d’accordo, ma ti rinnovo l’invito a non cadere in un facile, ma sterile disfattismo. Non bisogna perdere tempo, Alter; uniformiamoci, dunque, all’invito “PERICULUM IN MORA” (PERICOLOSO INDUGIARE) di Tito Livio. |
Irene Tinagli |
Cerchiamo, allora, di capire il perché della profonda crisi attuale ed, una volta individuata la causa di questo malessere, vediamo di avanzare delle sensate proposte. Se ti ricordi, Alter, all’inizio di quest’anno, io avevo posto, alla tua attenzione, la parte iniziale di un pregevolissimo Articolo di Irene Tinagli, comparso sul quotidiano “LA STAMPA” in data 18 dicembre 2009 ed avente per titolo: “UN VECCHIO MODELLO DI SVILUPPO” |
Rileggiamo assieme una parte di quell’articolo: “Gli ultimi dati sulla disoccupazione in Italia mostrano una situazione molto drammatica. Perchè dietro ai dati drammatici di questi giorni non c’è solo la crisi congiunturale mondiale esplosa l’anno scorso, ma una crisi più lenta e profonda del sistema economico-produttivo italiano, che si protrae ormai da quasi trent’anni e su cui nessuno è mai intervenuto. Già alla fine degli Anni Settanta, in Italia come in tutte le economie avanzate, si era cominciato a parlare di processi di deindustrializzazione. Eppure mentre in altri Paesi come l’Inghilterra o la Svezia tali processi sono stati avviati con determinazione e accompagnati con politiche economiche e sociali conseguenti, in Italia tutto questo non è avvenuto.” Ecco, quindi caro alter, il nocciolo della questione che abbiamo di fronte: Nasce da questa ultima considerazione l’IDEA DELLA GREEN-ECONOMY, la quale deve essere intesa non soltanto come un COMPORTAMENTO, uno STILE DI VITA INDIVIDUALE E COLLETTIVO, ma, soprattutto, va vista come una VERA E PROPRIA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, rivolta, non soltanto, ad incidere sull’AMBIENTE, ma anche a CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO e, quindi, a rimettere in moto l’esausta economia attuale. Questa idea sta facendosi strada in molte parti del Mondo e, non a caso, anche in Italia, stanno nascendo positivi consensi verso di essa, a partire da alcuni esponenti sindacali sino a giungere alla PRESIDENTE DELLA CONFINDUSTRIA, SIGNORA EMMA MARCEGAGLIA; mancano, purtroppo, all’appello il Governo nazionale, molti Governi locali e molti settori importanti e decisivi del nostro Sistema Economico! ALTER: Ma, allora, Aldo, partendo da questa base, incominciamo a fare qualche esempio realizzabile di GREEN-ECONOMY in alcuni settori produttivi! ALDO: E’ quello che faremo nelle prossime settimane, Alter, a cominciare dai trasporti per giungere poi, progressivamente, all’ EDILIZIA, al RIUSO E RICICLAGGIO DEI PRODOTTI ed alla CREAZIONE DELLE MATERIE SECONDE. ALTER: Ma perché non incominciamo subito, Aldo? ALDO: Cerca di capire, Alter; debbo, di corsa, andare in Ospedale per sottopormi ad alcuni accertamenti diagnostici; come ben sai, i Medici non sono propensi ad aspettare molto! 4 Giugno 2010 ALTER e ALDO PASTORE |