CERTIFICATECI TUTTI

Bergeggi, flop di auto  e moto elettriche, con certificazione ambientale 
Quando gli sprechi di denaro pubblico non hanno mai paternità
(Il cronista “guerriero” descrive un altro ciarpame e non lo querelano)

Bergeggi, flop di auto  e moto elettriche,con certificazione ambientale 
Quando gli sprechi di denaro pubblico non hanno mai paternità
(Il cronista “guerriero” descrive un altro ciarpame e non lo querelano)
   

CERTIFICATECI TUTTI

Fateci capire: 

il rudere dell’ ex ristorante “Il Faro” deturpa da tempo immemorabile la spiaggia di Bergeggi, una delle più belle del litorale. Cade a pezzi. Tutti vedono, tutti sanno. Dimo, famo, baciamo, ma l’accrocchio resta così. Una struttura pericolante sulla testa dei bagnanti e dei passanti dell’Aurelia. 

MA: deve capitare che, in una bella mattina, due sottufficiali della Guardia Costiera scoprano improvvisamente tutto ciò e che chiedendo le carte al comune, emerga un abusivismo per mancanza di concessione dall’anno di grazia 2002 d.C.?

 

Il Secolo riporta: “I militari della Capitaneria nel sopralluogo si sono accorti dopo aver acquisito le carte negli uffici comunali, che la costruzione era abusiva” La domanda sorge spontanea e sotto pressione, come il petrolio nel golfo del Messico: il Comune di Bergeggi dov’era? Certamente impegnato in uno snervante contenzioso con la proprietà Baudino. Nel mentre poteva dare un colpo di telefono al numero gratuito della Capitaneria di Porto, tanto per. 

 

O magari era impegnato nelle vertiginose capriole burocratiche per ottenere a spese pubbliche la ormai mitica e “indispensabile” certificazione ISO 14001, che da metter sotto il cartello maròn, quando arrivano i bagnanti, fa sempre il suo figurone. E poi, la ISO 14001 ce l’ha pure Vado Ligure (!) e financo la Tirreno Power (!!): come farne a meno? Mai più senza.

 

Per chi se lo stesse chiedendo che cosa sia questo moderno “must”, proponiamo una spiegazione che tra le selve cartacee ha la virtù d’esser abbastanza chiara:

 

“La sigla ISO 14000 identifica una serie di standard internazionali relativi alla gestione ambientale delle organizzazioni. La sigla «ISO 14001» identifica uno di questi standard, che fissa i requisiti di un «sistema di gestione ambientale» di una qualsiasi organizzazione. Lo standard ISO 14001 (tradotto in italiano nella UNI EN ISO 14001:2004) è uno standard certificabile, ovvero è possibile ottenere, da un organismo di certificazione accreditato che operi entro determinate regole (…zzzZZZZzzz…. n.d.a) attestazioni di conformità ai requisiti in essa contenuti. Certificarsi secondo la ISO 14001 non è obbligatorio, ma è frutto della scelta volontaria dell’azienda/organizzazione che decide di stabilire/attuare/mantenere attivo/migliorare (oplà!) un proprio sistema di gestione ambientale.

 

È inoltre importante notare come la certificazione ISO 14001 NON ATTESTI una particolare prestazione ambientale, né tantomeno dimostri un particolarmente basso impatto, ma piuttosto stia a dimostrare che l’organizzazione certificata ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo gli impatti ambientali delle proprie attività, e ne ricerchi sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile. Utile sottolineare ancora che la ISO 14001 non è una certificazione di prodotto.” (Wikipedia al 24 mag 2010)

 

Bene.

Una delle prime ricadute di questa specie di bollino di “qualità”, oltre ai cospicui bonifici alla società di certificazione stessa da parte dell’amministrazione comunale o chi per lei, è l’adozione di astrusi linguaggi e schemi, e l’impressionante moltiplicarsi delle “attività di monitoraggio” su qualunque cosa. Etichette, carte, cartelline, documenti, prospetti, schemini, catalogazioni, inventari, ma soprattutto: riunioni, tavoli programmatici, spartizioni di competenze, piantine antincendio, controllo su tutto ecc. ecc. ecc. Ma… ehm… un’ Amministrazione comunale normalmente queste cose non le fa GIA’?

Con l’imprescindibile certificazione ISO 14001 Tutto viene regolarmente monitorato, relazionato, riassunto per obiettivi e risultati, scritte, redatte, impaginate, catalogate e messe almeno in un armadio. Fine. Fino alla prossima volta.  

‘Che siccome non si è mai pienamente a norma e il lavoro occorre coltivarlo come l’asparago violetto, gli implacabili certificatori (privati) si ripresentano periodicamente con esigenze e leggine sempre nuove. O vengon richiamati dagli Enti in crisi di astinenza, in preda ad una specie di sindrome di Stoccolma.

Far ricaricare un estintore può divenire così un’impresa omerica che mobilita tutto il personale – ognuno con la propria competenza, beninteso – e produce una mole di carte che, se andasse a fuoco, l’estintore stesso non sarebbe in grado di estinguere l’immonda pira, certificata.

 

Se poi ci aggiungi una bell’area marina protetta, vuoi mettere i convegni, le trasferte, le missioni, gli incontri, i tavoli programmatici, le indispensabili consulenze, e qualche spruzzata di fondi regionali / europei?

 

Che il tutto poi si concreti in qualche divieto, una manciata di cartelli non aggiornati, (vedi foto) tre boe lampeggianti e due pali gialli che indicano il solenne limitare del Parco Marino, e i soliti subacquei che vanno a vedere le solite creature, che importa?

 

Che questo Parco Marino sia attiguo ad un porto container, ad una centrale termoelettrica a carbone, ad un corposo schieramento di industrie chimiche fumanti dietro la curva, che importa? Nelle foto non si vede 😉

 

E che importa se nel bel mezzo di cotanta naturale amenità si stagli un rudere – abusivo da otto anni – che rischia di cadere in testa ai passanti / bagnanti? Se il trauma cranico è certificato UNI EN ISO 14001/2004, questi possono farsene vanto al Bar. Vuoi mettere che fior d’ematoma a norme?

 

Poco monitorato appare anche tutto il progettone che fu, delle auto elettriche: qualcuno forse le ricorda ancora…

 

  Il Comune di Bergeggi ne aveva acquistate una mezza dozzina abbondante, probabilmente ispirato da qualche venditore di ciarpame e batterie al piombo. Dovevano essere ricaricate a mezzo pannelli solari in appositi parcheggi ricavati lungo l’Aurelia. C’era anche qualche scooter elettrico, addirittura. Bell’idea, bella spesa. Che fine ha fatto tutto ciò? Semplice: prima si è man mano guastato, poi auto e motorini elettrici sono stati ammucchiati tra un bosco ed un campetto sportivo dismesso al riparo da occhi poco discreti, a marcire, poi smaltiti chissà dove. Un bel guadagno.

 

Nel Febbraio 2008 si contavano dieci catorci abbandonati: 8 auto elettriche e due scooter (vedi filmato)

 

Questa mesta discarica tecnologica perlomeno giaceva riparata da una distesa di pannelli solari fotovoltaici provvidenzialmente installati sopra gli spogliatoi di ciò che resta del campo sportivo, ridotto ad una palude / discarica, con vecchie barche in vetroresina ammucchiate a marcire a centrocampo, sotto le gradinate in cemento nel bosco. Non manca qualche bella tubazione probabilmente in amianto abbandonata a pochi metri, sotto i rovi. Rovi certificatissimi, ovviamente.

 

E siamo ai giorni nostri.

 

Si dirà, almeno le centinaia di metri quadrati di indispensabili pannelli solari montati sull’ avveniristica struttura metallica arrugginita, oltre ad aver fornito necessario riparo alla discarica di auto elettriche, produrranno preziosa energia verde… Pare proprio di no.

 

Tutto guasto, da anni, e mai riparato, secondo un tecnico che ci ha accompagnato in uno degli ultimi sopralluoghi. Spenti i costosissimi inverter tedeschi “Sunny boy”, zero i chilowatt in uscita. Disassati i pannelli. Cassonetti e fango ovunque. Fango certificato.

Svettano in compenso non una ma quattro bizzarre antenne di telefonia mobile travestite da finti pini marittimi, imbullonati a basamenti di cemento al suolo. Quelle funzionano perfettamente. Se i finti rami fanno sorridere, la riproduzione della corteccia è un’autentica opera d’arte della società Calzavara di Udine – esperta in camuffamento di antenne – che meriterebbe di essere valorizzata come attrazione turistica. All’ingresso, tra gli alberi, si è provveduto persino a collocare l’apposito segnale “USCITA DI SICUREZZA”. E’ ancora lì tra i pini, precISO 14001, certificassimo. E utile. Tanto utile.

Ma tutto si può capire, o quasi, e per farlo è utile imbracciare un corposo documento redatto proprio dal Comune di Bergeggi / “Riserva Naturale Regionale”: Il “Bilancio Ambientale Consuntivo” deliberato il 28 giugno 2007, che inizia così (tenetevi):

 

“I principi contabili del bilancio ambientale

Cosa comprende l’ambiente che contabilizziamo?

Il SERIEE (Systéme Européen de Rassemblement de l’Information Economique sur l’Environnement) rappresenta il sistema di conti satellite concepito da EUROSTAT per raccogliere informazioni economiche sull’ambiente armonizzate a livello europeo. Il manuale SERIEE definisce una classificazione delle attività caratteristiche di protezione ambientale identificata come CEPA (Classification of Environmental Protection Expenditure Activities) riportata nella tabella.

Da varie applicazioni sperimentali in diverse realtà dell’Unione Europea, è generalmente emersa la necessità di disporre di un insieme di dati ambientali di base ricco e complesso. Ciò risulta particolarmente complicato in quanto la voce “protezione ambientale” è assente nelle classificazioni delle maggiori fonti informative attualmente utilizzate. (nel 2006 / 2007 n.d.r.) Tutti gli studi condotti confermano la necessità di un ampliamento della metodologia e delle informazioni finora raccolte. In questo contesto Bergeggi, partecipando a vari progetti, nazionali ed internazionali, ha sperimentato e provato ad implementare la metodologia: nella tabella che segue si cerca di dare una definizione di “ambiente” (!! n.d.r.) Infatti vengono messi in relazione gli aspetti ambientali significativi con la citata classificazione europea CEPA e gli ambiti di rendicontatine del progetto CLEAR: questo raffronto vuole evidenziare il fatto che si seguono indicazioni nazionali ed internazionali per elaborare un documento innovativo e privo di linee guida normative come il bilancio ambientale.”

 

Perbacco! Se siete sopravvissuti a questo, forza, ‘che il meglio deve venire: Vi risparmiamo il resto, riportando da questo rapporto però alcuni dati che ci sembrano rilevanti, se non paradossali:

– Pag. 8: Monitoraggio Aria: anni 2003, 2004, 2005, 2006 : DATO MAI RILEVATO

Target 2007 – 2008: OTTENERE IL DATO (non è uno scherzo, e la centrale di Vado è a 1km in linea d’aria)

 

– Pag. 9: Veicoli Elettrici: anni 2003 > 2005 = 61% del parco auto comunale, nel 2006 scendono al 10%, target 2007 – 2008: spariti

 

– Pag. 10: Consumo Acqua Potabile territorio: nel 2005 il dato non è pervenuto (n.p.), il target 2007 – 2008 è (nientemeno che): OTTENERE DATI DALL’ACQUEDOTTO

 

– Pag. 10: Recepimento risparmio idrico nel regolamento edilizio: 2003 > 2006. NO Target 2007 – 2008: REALIZZARE IL NUOVO REGOLAMENTO EDILIZIO

 

– Pag. 10: Controlli sui gestori, Comunicazioni qualità acqua ai cittadini: 2003: no. 2004: no. 2005: no. 2006: no. Target 2007 – 2008: nullo (campo vuoto)

 

– Pag. 11: Metri condotte fognarie rifatte: dal 2003 al 2006: “IN FASE DI CONTEGGIO” (sic, n.d.r.) Target 2007 – 2008: OTTENERE DATI 

Metri condotte acque nere separate da acque bianche: dal 2003 al 2006: “DATO NON RILEVATO”

Target 2007 – 2008: nullo (campo vuoto)

 

In compenso sono diverse le campagne di SENSIBILIZZAZIONE, e si può ben capire.

 

Pag. 13: SUOLO RIQUALIFICATO:

– Aree degradate recuperabili: 2003 – 2006: 2,4% Target 2007 – 2008: ignoto (campo vuoto)

– Aree degradate recuperate: 2003 – 2006: DATO NON RILEVATO Target ignoto (campo vuoto)

– Ingegneria Naturalistica, Interventi: 2003 – 2004: 2%. Anno 2005 – 2006: 0% Target 2007 – 2008: CONSOLIDAMENTO TERRAPIENO A MARE ℅ BAGNI VET CON STUOIE JUTA / COCCO – PASSEGGIATA A MARE

 

– Numero emergenze ambientali: 2003 – 2006: DATO NON RILEVATO

MA: nel TARGET 2007 – 2008 “Con l’adozione del programma PRO.ISO 4.4.7 VERRANNO registrate e monitorate le emergenze ambientali”

 

Evviva. E qui, attenzione:

 

Pag. 15: EDIFICI DA RECUPERARE (di proprietà e non) nel 2003 erano 18. Nel 2004, 18. Nel 2005, 18 e nel 2006, invece, 18. Conforta il target 2007 – 2008 indicato: VUOTO

 

Questa la situazione di un Comune che andava a certificarsi di lì a poco. Si erano preparati cos’ bene che alla voce “NON CONFORMITA’ RILEVATE” per gli anni 2003 > 2006 risulta “DATO NON RILEVATO”

 

Ci voleva il Certificato..

 

DATO NON RILEVATO dal 2003 al 2006 (non nella preistoria) anche per Piani di azione locale realizzati, CORSI DI FORMAZIONE AMBIENTALE, Partecipanti / n. dipendenti, fornitori certificati, fornitori INFORMATI sulla politica ambientale del’ Ente. (Pag. 17)

 

Quando si dice una vocazione.

 

In attesa di una qualche spiegazione, adesso, certificateci tutti.

 

ilpunto@savonanews.it

Mario Molinari  da Savona news 

 

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