L’intervista

Le interviste di Trucioli Savonesi
A colloquio con Claudio Bottelli, 60 anni di toga e presidente Anpi
Vedo nero nel futuro di Alassio, addio classe operaia
E nella selva di abusi edilizi una sola demolizione
Ricordi di vita, di valori etici. Quando nei campi si coltivava il chinotto.
Come nacquero la spiaggia di ponente, il cavalcavia di levante, la sorgente di Alto

Le interviste di Trucioli Savonesi/
A colloquio con Claudio Bottelli, 60 anni di toga e presidente Anpi
Vedo nero nel futuro di Alassio, addio classe operaia
E nella selva di abusi edilizi una sola demolizione
Ricordi di vita, di valori etici. Quando nei campi si coltivava il chinotto. Come nacquero la spiaggia di ponente, il cavalcavia di levante, la sorgente di Alto

Claudio Bottelli

Alassio – Nella tormentata storia edilizia di Alassio, ricca pure di abusi, di solide e impunite speculazioni, esiste un unico caso di “demolizione” . Accadde quando il Grand Hotel Spiaggia innalzò un piano più del consentito. Nonostante la proprietà dell’immobile fosse cliente dello studio legale “Arduini-Bottelli”, fu proprio il sindaco Arduini, liberale, ad intervenire senza lungaggini, alla presenza dei carabinieri e dell’assessore all’edilizia Scofferi, per l’immediato ripristino della legalità.

E’ uno dei tanti racconti di una lunga intervista – che pubblichiamo in questa puntata solo parzialmente- dell’avvocato Claudio Bottelli. Per ore ed in tempi diversi, abbiamo raccolto alcune sue “memorie” e testimonianze di vita. Un “come eravamo” e “chi c’era”. Con una premessa. Il colloquio può contenere imprecisioni non essendo stato possibile sottoporre a Bottelli il testo integrale.

Claudio Bottelli è nato ad Alassio l’8 maggio 1925. E’ tra i decani del foro savonese. Iscritto all’albo dei procuratori legali nel 1956, degli avvocati dal 1962. Il suo leit motiv: “L’avvocato non deve essere un parvenu, ma avere una funzione sociale. Muoio povero nonostante abbia avuto la fortuna di far parte dello studio legale più avviato di Alassio; mi onoro di aver insegnato a tanti giovani colleghi…”.

Bottelli a 18 anni, studente liceale, si iscrisse al Partito Comunista. Era il 1943. A 12 anni andava a pesca, e giovanissimo pescatore professionista. E’ tra i 12 fondatori dei sentieri “Fischia il vento”. Partigiano e presidente dell’Anpi, tra gli insigniti dell’”Alassino d’Oro”. Mai ricoperto incarichi pubblici-retribuiti. Resta, per molti aspetti della vita alassina, la memoria storica. L’archivio vivente di tantissime vicende personali, umane e soprattutto aspetti di vita sociale. Strenuo difensore di valori etici in estinzione.

Bottelli, figura carismatica, e sicuramente controcorrente. Da personaggio “fuori dai tempi”. Nel giugno scorso si è ritrovato, suo malgrado (vedi Secolo XIX …) alla ribalta della cronaca. Il sindaco (ora ex, eletto a pieni voti consigliere regionale) Marco Melgrati gli mosse pesanti rimproveri, definendolo: “Vetero comunista di ispirazione bolscevica…, si è permesso di dare del fascista a Berlusconi durante le celebrazioni della Festa della Repubblica a Casanova Lerrone…”. E poi un duro riferimento che si commenta da solo“…La sua età (di Bottelli), con conseguenti problemi vascolari, non può costituire occasione di impunità per chi, comunque, come presidente dell’Anpi di Alassio, svolge un ruolo pubblico. Sarà mia premura inoltrare alla magistratura una denuncia e chiedere punizione esemplare per questa grave diffamazione (a Berlusconi). L’avvocato Bottelli non è nuovo a queste intemperanze….”.

D) Avvocato Bottelli, abbiamo già letto la risposta sui giornali, con quale stato d’animo si ritrova oggi…?

Sto attraversando un periodo difficile, tra un ricovero e l’altro. Non certo per problemi di lucidità mentale. Lo ammetto, dopo l’attacco di Melgrati, mi sono sentito straziato. Umiliato. Denigrato. Sono, tra l’altro, amico di papà e mamma. Credo di essere stato sempre stimato. Ho ricevuto, non credo casualmente, l’Alassino d’oro. Da qui a farmi passare per sclerotico e vecchio rimbambito, malato….Annunciando denunce che non mi risulta presentate…

D) Ci saranno strascichi giudiziari? Per lei che è “uomo di legge”…

L’avrei perdonato, se avesse avuto il buon gusto e diciamo l’onestà di chiedere scusa. Ha rifiutato. Poteva dare atto almeno che aveva ricevuto informazioni sbagliate. Io non ho mai pronunciato, come è dimostrabile, le frasi che lui mi attribuisce. Anche se non credo che attribuire del fascista – cosa che non ho fatto – ad un presidente del consiglio alla Berlusconi possa costituire reato…secondo Melgrati.

D) Scusi la delicatezza, Melgrati cita… un avvocato Bottelli …con seri problemi vascolari…come dire…

Ho tanto di certificati medici. Attestano che sono capacissimo di intendere e volere…nelle mie piene facoltà mentali….

D) La vicenda della fallita intitolazione di Piazza della Libertà ad Edgardo Sogno aveva creato uno scontro, un clima infuocato, e risonanza sui mass media. Trucioli aveva documentato cosa scrisse Paolo Emilio Taviani, ministro dell’ Interno, a proposito…di Sogno. Con il sindaco impegnato a difendere a spada tratta l’ex partigiano messo all’indice dall’Associazione stessa a cui apparteneva per le sue mire “golpiste”…

 Mi ero opposto a Sogno non certo per motivi ideologici, ma perché non fossero calpestati i valori della Resistenza, della verità storica e devo dire che sono seguiti numerosi interventi di personalità liguri a sostegno della mia tesi. Sogno era stato sospeso ed estromesso persino dall’Associazione partigiani cattolici come risulta inequivocabilmente.

D) Chi è l’avvocato Bottelli…L’Anpi provinciale ha fatto un comunicato ufficiale (vedi…).

Credo di essere rimasto un punto di riferimento in tutto il ponente savonese e anche fuori dai confini della Provincia. Proprio per il ruolo svolto nella Resistenza e nell’Anpi. Sono cittadino onorario di Roburent per l’attività svolta soprattutto dopo la Liberazione. Da anni giro le scuole per ricordare e testimoniare ai giovani i principi della Resistenza, della lotta al fascismo. Non solo perché esiste la mia verità, ma non possiamo ignorare le conseguenze della dittatura, la guerra, i morti.

D) Torniamo brevemente al suo intervento a Casanova Lerrone. Cosa disse…

I disastri della dittatura sono raccolti nelle pagine di storia, io ho messo in evidenza che la Repubblica sociale italiana, come risulta dalla giurisprudenza, era un ente illegittimo perché contrario alle leggi italiane. E non riconosciuta da nessuno. Neppure dal generalissimo Franco (dittatore della Spagna ndr). Per cui tutti coloro che hanno servito quella pseudo-repubblica si posero fuori legge, nemici del popolo italiano. Basterebbe ricordare il decreto di citazione cui è seguita la condanna all’ergastolo del comandante della Feld Gendarmerie (ad Albenga) che si macchiò di stragi. Anche di donne, bambini, sacerdoti. A nulla serve il tentativo di qualche isolato retrogrado che tenta di travisare fatti incontestabili.

Marco Melgrati

La manifestazione di Fischia il vento
a Casanova Lerrone

D) Avvocato, chi è senza peccato scagli la prima pietra. In tanti anni di vita e professione c’è sempre una “macchietta”…forse Melgrati non è il solo a puntare l’indice contro di lei…Altri concordavano con “Piazza Edgardo Sogno”.

Come ho trascorso un’intera vita lo possono testimoniare tutti coloro che mi conoscono…Ho 60 anni di toga alle spalle e chi ha fatto questa professione può più facilmente immaginare a cosa mi riferisco. Non mi sono mai pentito di aver sempre esercitato anche a favore dei poveri, cristianamente… e… morire umile cittadino.

D) Alassio, per decenni stella nel firmamento turistico, baciata dall’ambiente …da un fascino particolare…

Non ho dubbi e non mi iscrivo ai disfattisti, la mia città è cambiata in peggio, eccome! Ha perso molto delle sue peculiarità. Non c’è più un cinema…un teatro… cito a caso. L’elenco è lungo, disarmante, da magone in gola.

 

 D) Sarà pur vero, dalla sua visuale, intanto la maggioranza degli elettori premia da tempo la “politica del fare”, diciamo cosi.

Rispondo in modo conciso, per semplificare. Oggi avere un tavolino e due sedie in più significa guadagno, soldi. Il suolo è pubblico? No, terra di consenso e voti. Sfido chiunque a dimostrare che Alassio sia più bella, accogliente, pulita, ordinanta, vivibile, rispetto agli anni d’oro, prima dello scempio a tappeto. Non si prendono neppure cura delle aiuole, hanno consentito schifezze, come il tavolato su una piazza che causa gravi disagi…ho scritto lettere…c’è gente che continua a cadere…a chiedere danni al Comune…E sotto il tavolato, avendo rialzato la piazza, ci finisce di tutto ed i magazzini vengono invasi dall’acqua…

 

D) Da legale sarà a conoscenza di vicende che magari sono rimaste “riservate”, nascoste all’opinione pubblica. Parliamo di storie comunali, scelte politico-amministrative.

La toga impone il segreto professionale e intendo mantenerlo. Certamente sono accaduti fatti assai gravi. Potrei parlare di una asserita scrittura privata in tema di parcheggi in centro città, ma probabilmente del caso si occupa la magistratura e preferisco evitare notizie parziali…

D) Si è fatto un’idea dell’origine degli strali, ripetuti, da parte di Melgrati? Perché mai dovrebbe accanirsi contro un “non rivale”…

Forse si accanisce contro di me per via di Piazza Stalla, una storia lunga che ci vorrebbero pagine per descriverla e farla conoscere ai cittadini. Sono io ad aver seguito tutta la pratica, consentendo che a beneficiarne fosse la comunità alassina. Ma il sindaco ha sempre puntato ad altri obiettivi, ignorando evidentemente la storia, i protagonisti. Ad iniziare da Antonio Stalla, il primo proprietario della tipografia Stalla di Alassio, antifascista, e poi da suoi figli Virgilio, Libero e Bruno. L’ex sindaco voleva realizzare un parcheggio, calpestando il glorioso passato di benemeriti cittadini alassini. Il frutto di lasciti…

D) E col nuovo sindaco Gianni Aicardi il clima è cambiato?…

Prima di lui si è corso il rischio di non ricordare, per la prima volta nella storia di Alassio, la ricorrenza del 25 Aprile.

Personalmente ho fatto i complimenti…Aicardi ha cultura e passato…proviene da una famiglia di contadini. Il papà Petrò aiutò i partigiani…al paese produceva mele, castagne, patate… e lui, bambino, queste cose le ricorda.

Ho ringraziato il sindaco Aicardi per essere stato presente alla manifestazione unitaria del “25 Aprile”. Non ha la stoffa dell’arroganza del predecessore.

D) Tra i suoi ricordi, cosa merita di non essere dimenticato?

La gloriosa storia alassina, non si può ridurre in poche righe. Penso a chi ha salvato, ad Alassio, la ferrovia e la strada di levante, minate dai nazifascisti? Il merito fu di un gruppo di partigiani travestiti da ferrovieri e comandati dal povero compagno Libero Picciolini. Con lui anche Franco Dario e Lino Pelle. I protagonisti dello sminamento…i tedeschi in fuga non ebbero la possibilità di far saltare la galleria e ….Alassio sarebbe rimasta totalmente isolata, con l’intera zona…

D) Le nuove generazioni cosa non conoscono degli anni più difficili …

L’amministrazione di Angelo Ciccione ha scritto capitoli gloriosi. Lui, autodidatta, scriveva commedie. Sindaco prima del fascismo e primo sindaco della Liberazione. Poi nel 1948, la Dc vinse le elezioni.

All’avvento dell’amministrazione Ciccione avevo 20 anni e con le leggi allora vigenti non potevo neppure essere candidato. Con Ciccione entrarono in giunta comunisti e socialisti, vice sindaco era il geometra Gino Ferrando.

Un ricordo: andò in avaria un treno che ostruiva il passaggio a livello di levante. Significava paralisi dell’Aurelia (non esisteva ancora il cavalcavia Ndr).

Per motivi di praticità era stato formato un gruppo interpatito: tre socialisti e tre comunisti che furono convocati dal sindaco Ciccione. Emerse in tutta la sua drammaticità il rischio di mandare in fumo la stagione balneare, sarebbe stato un disastro per l’economia cittadina. E cosi si diede incarico al vice sindaco Ferrando di studiare un’alternativa per ovviare al passaggio a livello. Ecco come è sorto il cavalcavia…

D) C’è un episodio di vita cittadina di cui si sente particolarmente fiero?

La città era rimasta senza acqua. L’inquinamento di pozzi provocò la morte di 25 persone. Il sindaco Ciccione convocò il “pentapartito”… C’era bisogno di trovare un carrozziere, mio zio Angelo Bottelli possedeva due carrozze e tre cavalli. Ci offrì una carrozza e mi affidò la “guida”. Partimmo col sindaco, vice sindaco e l’ingegner Lavagna per raggiungere la Fonte della Allegrezze, in Val Pennavaire. Per farla breve fu la fortuna idrica della città. In otto giorni riuscimmo a ripristinare il servizio idrico, con l’impegno di cedere un certo quantitativo ai Comuni attraversati dall’acquedotto. Ad Alto consumammo una frittata, acqua e vino e Ciccione decise pure che pagassimo di tasca nostra.

D) Meriti o demeriti, gli elettori di Alassio hanno continuato a premiare il centro destra e la sinistra è di fatto inesistente…

Verissimo. Alassio era un paese povero: 7-8 famiglie che non intendo citare, possedevano tutte le proprietà dal mare al Monte Pisciavino. Non c’era scelta. Si faceva i fittavoli, i mezzadri, coltivando orti, campagne e c’erano tante carrube; oppure i manovali di imprese di Porto Maurizio. Il più importante imprenditore che dava lavoro era Meneghin du Portu.

C’erano poi carrettieri e vetturini, si contavano 33 vetture e cavallo, con un buon lavoro soprattutto al servizio della clientela inglese invernale. Erano frequentatori del Casinò di Alassio, vicino al Grand Hotel, prima che la casa da gioco finisse a Sanremo. La struttura era ubicata al fondo di piazza Partigiani, con verande sul mare. Altri cittadini sceglievano l’espatrio, attraverso la marineria fatta di bastimenti a vela sui quali si imbarcavano anche ragazzi di 12-13 anni.

Dopo l’ultima Grande Guerra, partiti gli inglesi, le loro ville in precollina sono state vendute a possidenti. Di pari passo è iniziato ad espandersi il commercio, un proliferare di negozi di generi alimentari, nel tempo letteralmente scomparsi. Numerosi e direi lussuosi, anche i negozi di abbigliamento e scarpe. Il cuore della città si è trasformato ed è stato schifosamente soprannominato “budello”. Di pari passo ricorsa negli affitti, nelle vendite, gli arricchimenti facili. Senza troppo sudore.

Ma la vera manna è arrivata con le concessioni balneari. Un mercato nell’ordine di miliardi. Strutture, in molti casi, che in violazione ad ogni legge, per gli annessi e connessi tra chioschi, tavolini, sedie, cabine, non consentono né il passaggio, né il libero accesso al bagno in mare. Il commercio di queste attività ha prodotto rendite di posizione a catena, enormi, dove i beneficiari sanno che ogni metro quadrato sul lungomare finisce per creare alto valore. La fortuna dei privilegiati.

D) Tutti ricchi, dunque, è abbastanza inverosimile. O sarà la sinistra alassina a non essere stata capace di interpretare le esigenze della maggioranza dei cittadini?

Evidentemente la sinistra di Alassio che quando ha governato ha saputo fare cose egregie, penso al cavalcavia. E soprattutto ha allargato tutta la spiaggia verso ponente, da via Roma ai confini con Laigueglia. Una zona in cui non c’era arenile.

Ma la sinistra non avrebbe mai permesso concessioni di suolo pubblico a pioggia, a danno della collettività e a vantaggio di pochi. Una categoria che da “servi della gleba” si è trasformata in “benestante”, proprietari di beni ed attività cedute a peso d’oro. I ricchi alassini si sono ancora di più arricchitti con attività di rapalizzazione e speculazione edilizia-immobiliare dissennata, ben orchestrata.

Sono stati letteralmente divorati dal cemento tutti gli orti, una sfacciata ed immorale corsa che ha distrutto il volto storico, tipico, caratteristico della nostra città. A ponente del Mediterranée si coltivava il chinotto e l’intera cittadina, nella stagione della fioritura, era profumata. L’ingordigia dove ci ha portati? La ricchezza come è stata distribuita? Quale turismo ci è rimasto? L’industria alberghiera quanti posti di lavoro assicura ancora a giovani e famiglie rispetto al passato?

D)   E lei, professionista affermato e di lungo corso, non ha fatto fortuna nella “capitale del business del mattone”?

Un proverbio dice chi si loda si imbroda. Con la mia età non ho più nulla da perdere o guadagnare. Ho trascorso la vita per gli altri. Non ho mai dato importanza al denaro e credo siano in molti a darmene atto. Ho difeso concittadini anche in Corte d’assise, ho raggiunto persino Cagliari. Prima di tutto veniva la solidarietà, l’amicizia. Basti pensare che da giovane ero pescatore professionista e capobarca, non avrei potuto neppure assistere ai consigli comunali che si tenevano di sera. Non ho mai avuto “regali” per grazia ricevuta; al partito non ho mai chiesto e semmai dato.

D)   I più “valorosi” sindaci della città…?

Non ho dubbi. Ciccione del quale sono stato il promotore, l’artefice dell’intitolazione della passeggiata a mare. E Dino Grollero, come è scritto nella dedica dell’altro tratto di passeggiata, “sindaco, medico filantropo” ed aggiungo, partigiano. Qualche compagno mi criticò “Hai fatto un gaffe, quella era passeggiata Italia”. Colgo l’occasione per aggiungere che sicuramente nel partito non è mancato chi ha approfittato della “poltrona”. Persone che non salutano…, arroganti e sono in buona compagnia.

Tra i sindaci vorrei spendere una parola per Traiano Testa e Sisto Pelle, il primo rappresentava la sinistra democristiana e sapeva il fatto suo. Colto e preparato, energico. Il secondo non aveva grandi capacità, ma molto slancio e non credo sia morto lasciando ricchezze.

Per ultimo vorrei ricordare Arduini, sindaco ed avvocato. Liberale troppo limpido, che venne “tradito” da Cesio. In alleanza con la Dc ed il Psi non concluse la legislatura. Io ero collega di studio, con una sintonia anche sul piano amministrativo. Posso raccontare un caso significativo nella città degli abusi e dei condoni. Il nostro studio legale aveva tra i clienti, i proprietari dell’hotel Spiaggia. Ci avverti un impiegato del Comune che si stava realizzando un piano in più di quanto consentito nel progetto. Il sindaco Arduini e l’assessore all’edilizia Scofferi, senza indugi, decisero la demolizione. Presenti i carabinieri e con personale del Comune. Noi abbiamo perso ottimi clienti dello studio ed è stato l’unico caso di demolizione della storia cittadina. Eppure di situazioni ne esistevano molte. Ad iniziare dalla baracche di Vegliasco, diventate case per ricchi, nonostante prive di strada adeguata…

D) Il futuro di Alassio, come lo immagina…?

Spero di sbagliare. Lo vedo male. Assistiamo alla scomparsa la classe operaia…i bagnini non erano concessionari…d’inverno facevano i muratori…oggi 30 cabine valgano non meno di due miliardi (lire)…i metri quadrati di mattone e gli spazi sono…peso d’oro…piccoli magazzini che costano come un appartamento…box interrati superpagati e che fanno gola…

Avevo proposto ad amici di mettere in piedi una lista, alle comunali, con presenza di donne non inferiore al 50 per cento. Ed alcune avrebbero la statura morale, le capacità, la volontà. Non credo sarà fattibile. La sinistra è priva di una personalità carismatica, anche se una presenza femminile massiccia potrebbe dare lo scossone.

Bisogna correre ai ripari per alcune grandi emergenze. Penso al depuratore, siamo tra i fanalini di coda, con un mare spesso al centro di proteste. Penso all’assenza di locali di divertimento, ad iniziare dal cinema, al teatro. Ma la mia previsione è che andremo sempre peggio.

Luciano Corrado

 

 

Due immagini dell’archivio di Trucoli, primi anni ’70, del consiglio comunale di Alassio.

Nella prima foto a sinistra, l’avvocato Arduini.

Nella foto sotto, il geometra Ferrando, vice sindaco.

Due personaggi citati nell’intervista dall’avvocato Bottelli.

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