L’iconico coniglio bianco di Grace Slick e la sua influenza psichedelica

Nel 1967, White Rabbit è diventata una delle canzoni più famose di Grace Slick, con i suoi Jefferson Airplane che l’istrionica corista e cantante si era letteralmente presa.

La sua melodia inquietante e i testi surreali ispirati alle Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie di Lewis Carroll erano la fonte di quella canzone che ha segnato la psichedelia.

La canzone, cantata da Slick con la sua voce potente e distintiva, è diventata un inno psichedelico, catturando lo spirito del movimento della controcultura.

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Rappresentava anche la fusione di musica e arte che definiva il genere rock psichedelico. L’impatto della canzone andò oltre il suo successo commerciale: divenne un simbolo della sperimentazione degli anni ’60 con sostanze che alterano la mente e del rifiuto delle norme sociali da parte dell’epoca.
A Woodstock fu una delle loro rappresentazioni migliori davanti a quell’enorme pubblico, e naturalmente loro erano nel bel mezzo di un “viaggio”.
I riferimenti lirici alla “droga dell’epoca” l’LSD e a “nutri la tua testa” hanno reso White Rabbit una delle canzoni più riconosciute del suo tempo.
La consegna poetica di Slick e l’atmosfera onirica della canzone hanno contribuito a consolidare il suo ruolo come una delle figure più avvincenti del movimento rock psichedelico.
Per Grace Slick, White Rabbit è stata una traccia rivoluzionaria che è diventata sinonimo della controcultura degli anni ’60 e rimane ancora oggi una delle sue canzoni più iconiche.
Grace Barnett Wing coniugata Slick (Evanston, 30 ottobre 1939) è ancora oggi in vita e a 85 anni “suonati” benissimo, resta ancora un’artista e pittrice di prim’ordine.
Da giovane, ai tempi del Festival di Woodstock, era anche una bellissima donna…


Paolo Bongiovanni
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