“La carne è debole, solo l’anima è immortale…e la tua appartiene a me” (Louis Cyphre)

Nel 1987, Angel Heart, diretto da Alan Parker, liberamente tratto dal romanzo Falling Angel (1978) di William Hjortsberg,
ha incantato il pubblico con il suo mix di thriller psicologico e horror neo-noir.

Con Mickey Rourke nel ruolo dell’investigatore privato Harry Angel, la bellissima Lisa Bonet (la piccola Robinson e futura moglie di Lenny Kravitz) nel ruolo della stregona vodoo Epiphany e Robert de Niro nel ruolo cameo del misterioso e inquietante Louis Cyphre.
Il film ambientato in una cupa e violenta America tra gli anni 40 e 50, segue la sua discesa in un caso oscuro e misterioso, le indagini d’un investigatore privato alle prese con un caso d’omicidio, che lo porta dalle strade della New York, al mondo inquietante e intriso di voodoo della Louisiana.

Nonostante l’abbondanza di indizi che conducono rapidamente lo spettatore alla soluzione, il vero fulcro dell’intreccio è il corso stesso dell’indagine che, come uno psicodramma in un percorso psicoterapeutico, conduce il protagonista a scoprire l’orribile verità.

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Noto per la sua atmosfera avvincente e i colpi di scena inquietanti, Angel Heart è diventato un classico di culto, elogiato per la sua cinematografia, la colonna sonora inquietante e le interpretazioni intense.
L’interpretazione di Rourke del detective grintoso e trasandato rimane uno dei suoi ruoli più memorabili, consolidando il suo status di uno degli attori più avvincenti di Hollywood degli anni ’80.
Durante le riprese, New York City ha svolto un ruolo cruciale nello stabilire l’estetica cupa e ispirata al noir del film. Le scene girate nelle strade della città hanno catturato un’energia cruda e atmosferica, completando perfettamente la narrazione piena di suspense del film.
Anche la critica accolse positivamente la pellicola, lodando particolarmente le interpretazioni dei protagonisti Rourke e De Niro, e definendolo uno dei migliori film horror mai realizzati, nonché uno dei massimi esempi del genere neo-noir.
Mickey Rourke, spesso fotografato tra una ripresa e l’altra, incarnava la personalità fredda ma tormentata che ha caratterizzato la sua prima carriera.
Con i suoi caratteristici capelli arruffati, il suo atteggiamento rude e lo sguardo penetrante, trasudava l’essenza di un classico antieroe.
All’epoca, Rourke stava emergendo come uno dei talenti più enigmatici di Hollywood, attirando paragoni con attori leggendari come Marlon Brando e Robert De Niro per il suo metodo di recitazione e la sua intensa presenza sullo schermo.
Angel Heart rimane un film significativo nella carriera di Rourke, che mostra la sua capacità di dare profondità e complessità ai suoi personaggi. Nonostante le controversie iniziali che circondavano i temi oscuri e i contenuti provocatori del film, da allora ha guadagnato un seguito devoto, venerato per la sua arte e profondità psicologica.

I momenti dietro le quinte catturati a New York durante la produzione offrono uno sguardo su un’epoca decisiva del cinema, quando la narrazione audace e la regia atmosferica hanno superato i confini e attori come Mickey Rourke hanno ridefinito cosa significasse essere un protagonista di Hollywood.
Resta uno dei tanti capolavori del regista Alan Parker, tra i miei registi preferiti…


Paolo Bongiovanni
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