Lettura di un’immagine: Ragazzo accovacciato
LETTURA DI UN’IMMAGINE 35
Ragazzo accovacciato |
LETTURA DI UN’IMMAGINE 35
Ragazzo accovacciato
Scultura in marmo (1524 – 1530) di Michelangelo Museo Statale Ermitage – San Pietroburgo
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L’ opera rappresenta un giovane nudo di circa vent’anni, con tutta probabilità intento a togliersi una spina dal piede destro, sul modello del bronzo ellenistico denominato Spinario liberamente interpretato, le cui molteplici copie sono presenti in vari musei. Fu proprietà della famiglia Medici finché non venne acquistata dal banchiere britannico John Lyde Browne su incarico della zarina Caterina II (la Grande) che intendeva arricchire la sua collezione di opere d’arte. Pervenuta così all’Accademia di belle arti di San Pietroburgo, trovò la sua collocazione definitiva nel 1851 al Museo dell’Ermitage. Solo in tempi relativamente recenti questa stupenda scultura non del tutto rifinita fu attribuita a Michelangelo, attribuzione resa possibile dalla scoperta della storica dell’arte Anny E. Popp della somiglianza di un disegno, allegato a una lettera del 1525 di Leonardo Sellaio al Buonarroti e conservato al British Museum, con la scultura dell’Ermitage. In questo disegno si delinea il primo progetto per la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo in cui compaiono i profili di due nudi accovacciati dentro due nicchie, uno dei quali somiglia al Ragazzo accovacciato scolpito, che avrebbero dovuto figurare nel basamento della tomba di Giuliano de’ Medici. Il significato allegorico di quest’opera incompiuta è controverso: secondo alcuni l’idea imprigionata dentro il blocco di marmo grezzo avrebbe dovuto esprimere la sofferenza di un’anima non nata, destinata al limbo infernale; secondo altri l’incompiutezza dell’opera potrebbe alludere all’impossibilità di rappresentare alla perfezione l’idea che si era presentata alla mente dell’artista; ad ogni modo, sia essa casuale o voluta – come in molte altre opere del Maestro – questo non-finito le conferisce una forza espressiva incontenibile. La figura di quel giovane nudo ripiegato su se stesso in una posa inconcepibile da un artista classico è rivelativa dello stato d’animo di Michelangelo in quel periodo, successivo alla caduta della Repubblica fiorentina e sovraccarico di lavoro per le tombe medicee a Firenze e impegnato da tempo nel progetto per la monumentale tomba di papa Giulio II a Roma, progetto che a un certo punto divenne per lui la “tragedia della sepoltura”, causa di infiniti tormenti e accuse che lo perseguitarono fino alla morte avvenuta a Roma il 18 febbraio del 1564. Riguardo al blocco marmoreo del “Ragazzo accovacciato” (noto anche come “L’ Adolescente”), le parti compiutamente scolpite non lasciano dubbi sull’impronta del genio che “nuovo Olimpo / alzò in Roma a’ Celesti”: basti osservare la muscolatura delle spalle, delle braccia e della schiena che si curva come gravata da un peso invisibile e le splendide, possenti ginocchia che ricordano quelle di Giuliano e di Lorenzo de’ Medici sporgenti dalle loro nicchie nella Sagrestia Nuova e il tornitissimo ginocchio destro del Mosé, in San Pietro in Vincoli a Roma, per rendersi conto dell’altissimo livello stilistico di questa opera che, nella sua incompletezza, ci comunica il senso tragico del destino che grava sulle spalle di un giovane che cerca di attingere, tramite il finito, l’in-finito della trascendenza. Allegoria della inesausta ricerca artistica, filosofica e religiosa dello stesso Michelangelo.
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