Lettura di un’immagine: La libertà che…
LETTURA DI UN’IMMAGINE 26
La libertà che guida il popolo
Olio su tela (1830) di Eugène Delacroix
Parigi, Museo del Louvre
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LETTURA DI UN’IMMAGINE 26
La libertà che guida il popolo
Olio su tela (1830) di Eugène Delacroix
Parigi, Museo del Louvre
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Quando Delacroix (Charenton-Saint Maurice, 1796 – Parigi, 1863) dipinge questa tela aveva già subito alcune stroncature da parte della critica accademica e del pubblico e suscitato scandalo con La morte di Sardanapalo del 1827, un dipinto in cui appare in tutta evidenza l’abolizione dell’impianto prospettico tradizionale e l’irruzione della violenza cromatica rubensiana. Delacroix si era impegnato, come altri artisti e poeti dell’epoca, per la causa dell’indipedenza greca dal dominio turco con opere in cui romanticamente l’allegoria fantastica si intreccia con il contesto storico. La libertà che guida il popolo si ispira all’insurrezione dei parigini contro il governo clerical-reazionario di Jules de Polignac, primo ministro del re Carlo X. Fu proprio il Polignac, infatti, a provocare il popolo parigino emanando una serie di ordinanze liberticide a cui il popolo si ribellò e alzò barricate nelle vie di Parigi. La rivolta, vittoriosa, durò tre giorni: dal 27 al 29 luglio del 1930. L’opera, esposta al salone del 1831, fu acquistata da Luigi Filippo d’Orleans, il cosiddetto “re borghese”, ma venne esposta raramente al pubblico in quanto considerata abcora pericolosa, finché venne acquisita dal Museo del Louvre nel 1874. Nella scena immaginata dal pittore sono presenti tutte le classi sociali guidate dalla Marianne personificazione della Francia e, qui, anche della Libertà. E’ una figura femminile che ricorda la Nike di Samotracia e la Venere di Milo, è raffigurata nell’atto di avanzare scalza e a petto nudo sulla barricata, portando alto il Tricolore francese con il braccio destro e stringendo un fucile con baionetta nella mano sinistra. La Libertà ha un abito che richiama la moda primo ottocentesca e porta in testa il berretto frigio, simbolo dei sanculotti rivoluzionari repubblicani. Il particolare realistico della peluria sotto l’ascella sinistra fu visto come una stonatura, ma rientra nella libertà stilistica sempre rivendicata da Delacroix, e fa della Libertà una donna ideale ma con tratti popolani, essa avanza verso di noi e sembra indifferente alla sofferenza e alla morte che la circonda. Alla sua destra vediamo un garzoncello armato di pistole, indossa un gilet nero e ha i pantaloni sdruciti a significare la sua povertà (non immaginava nemmeno che un giorno sarebbero diventati di moda). A sinistra vediamo un signore elegante con il cilindro, in marsina scura e pantaloni chiari che imbraccia un fucile, a rappresentare la borghesia intellettuale. Dietro di lui un popolano con la spada sguainata e con il volto alterato dall’ira, a significare la violenza e la rabbia dell’oppresso. Davanti a loro un giovane manovale con un grembiule di cuoio, proteso a guardare la Libertà, pieno di fede e di speranza. Tra i personaggi che figurano nel quadro non c’è dialogo, gli sguardi non si incontrano e ciascuno vive per conto proprio la battaglia. Infatti non sono personaggi reali ma simbolici. Ciascuno rappresenta qualcosa: Il coraggio, la fede, la violenza, l’ideale…La morte è rappresentata dai tre cadaveri in primo piano. Sulla sinistra giace un insorto seminudo con la camicia bianca e con il particolare del calzino sfilato, sulla destra vediamo il cadavere di un corazziere e di una guardia svizzera. Dietro queste figure simboliche si intravede una massa di ribelli e sullo sfondo, oltre la polvere, le due torri della cattedrale di Notre-Dame. |