Lettura di un’immagine: Cristo alla colonna
LETTURA DI UN’IMMAGINE 29
Cristo alla colonna
Tempera su tavola – 1490 circa. Pinacoteca di Brera – Milano
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LETTURA DI UN’IMMAGINE 29
Cristo alla colonna
Tempera su tavola – 1490 circa di Donato Bramante Pinacoteca di Brera – Milano
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Questa tavola attribuita a Donato Bramante (Monte Asdruvaldo, Pesaro, 1444 Roma, 1514) proviene dall’Abbazia cistercense di Chiaravalle, fu commissionata all’artista da Ascanio Sforza, fratello di Ludovico il Moro e si conserva a Milano, presso la Pinacoteca di Brera, dal 1915. Rappresenta Cristo dalla cintola in su, legato non alla tradizionale colonna ma a un pilastro decorato con motivi floreali, in attesa della flagellazione; ha sui capelli la corona di spine e intorno al collo, in evidenza, la corda che lo tiene legato al pilastro. Il suo torso nudo e scultoreo in primissimo piano occupa quasi del tutto lo spazio del dipinto, offrendosi totalmente al nostro sguardo come a quello degli invisibili flagellanti. La precisione anatomica accentua la drammaticità della scena dominata interamente dalla figura dolente ma anche forte di questo Cristo dai tratti classicheggianti. Di notevole intensità emotiva ed espressiva è il volto incorniciato dai capelli rossicci come la barba con quegli occhi chiari e tristi che guardano lontano, verso un punto situato al di là degli spettatori e degli stessi attori invisibili di questo altro dramma sacro. Il paesaggio fluviale sullo sfondo che sfuma in lontananza richiama suggestioni leonardesche e forse anche fiamminghe. La pisside dorata sul davanzale della finestra – in cui qualche interprete ha voluto vedervi addirittura il calice del Santo Graal – è certamente un riferimento al sacramento dell’ eucaristia, al sangue di Cristo versato per il nostro riscatto. Nel Bramante, come in Leon Battista Alberti, in Raffaello, nello stesso Leonardo e negli altri grandi artisti del nostro Rinascimento, assistiamo, tra l’altro, alla perfetta fusione tra classicità e cristianesimo.
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