LETTURA DI UN’ IMMAGINE: Conversione di San Paolo Olio su tela (1601) di Caravaggio

Conversione di San Paolo
Olio su tela (1601) di Caravaggio
Cappella Cerasi in Santa Maria del Popolo – Roma

La scena che si apre davanti allo spettatore rappresenta il momento cruciale (e iniziale) della conversione di Saulo, cioè quello in cui Gesù Cristo gli appare sulla via di Damasco. Ma, data l’importanza decisiva per la storia della Chiesa e del mondo di questa conversione, ascoltiamo la testimonianza  che ne rende lo stesso Saulo ad Agrippa II, tetrarca di Calcide in Siria, in Atti (26, 9 -18): “Anch’io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, come in realtà feci a Gerusalemme, molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l’autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch’io ho votato contro di loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio. Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?  Duro è per te recalcitrare contro il pungolo. E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: io sono Gesù, che tu perseguiti. Su alzati e rimettiti in piedi, ti sono:  apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora. Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani ai quali ti mando ad aprir loro gli occhi perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l’eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me”. Caravaggio, com’è nel suo stile, mira all’essenziale e concentra l’attenzione sul cavallo, sul vecchio palafreniere e, ovviamente su Saulo. Spariscono i compagni di viaggio e il cavallo “scosso” assume proporzioni esorbitanti anche rispetto a Saulo caduto a terra e con le braccia  aperte e levate al cielo. Perché il pittore trasgredisce così platealmente le norme paleottiche, così denominate dal loro autore, il cardinale Gabriele Paleotti, che prescrivevano agli artisti della controriforma di non porre animali al centro delle loro rappresentazioni? Una risposta del tutto convincente non è ancora stata trovata. La bestia in primo piano potrebbe alludere alla bestialità dello stesso Saulo prima della conversione, ma il cavallo così realisticamente e splendidamente dipinto a tutto può far  pensare meno che alla violenza bruta, come attesta la zampa alzata per non calpestare il protagonista accecato dal bagliore divino “più splendente del sole”. Appare evidente che in questa scena miracolosa agiscono tre attori: il cavallo ammansito, Saulo abbagliato dalla luce di Cristo, la luce soprannaturale che scende dall’alto a illuminare uomini e bestie. Una volta di più Caravaggio dà risalto alle sue figure per mezzo del contrasto tra le parti in luce e quelle in ombra. E se un cavallo così ingombrante fa storcere il naso ai tradizionalisti, peggio per loro!


Fulvio Sguerso

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