Le quattro disastrose alluvioni

Le quattro disastrose alluvioni dal 1968, finalmente smascherati i colpevoli
Scandalo a Varazze, decine di smemorati abbandonati
La scoperta risale a 13 anni fa: incapaci di prevedere i rischi
Scriveva Regazzoni: “L’alluvione del 1988 passerà sicuramente alla storia locale.
Quando ci si dovrà occupare nuovamente di un caso analogo”. Il ‘portasfiga’ 2010 

Le quattro disastrose alluvioni dal 1968, finalmente smascherati i colpevoli
Scandalo a Varazze, decine di smemorati abbandonati
La scoperta risale a 13 anni fa: incapaci di prevedere i rischi
Scriveva Regazzoni: “L’alluvione del 1988 passerà sicuramente alla storia locale. Quando ci si dovrà occupare nuovamente di un caso analogo” (Leggi…). Il ‘portasfiga’ 2010 
 
Il Sindaco Giovanni Delfino
Varazze- Bisogna riconoscerlo, nei giorni tragici dell’alluvione i più attivi e presenti sul territorio, a rimboccarsi le mani, a concedersi a fotografi, cameraman, giornalisti, sono stati il superpresidente-sindaco della Provincia e di Loano, Angelo Vaccarezza, il “gladiatore imbattibile” (richiesto persino a gran voce alla carica di sindaco dal popolo del centro destra di Savona, ma lui che è un modesto, dopo il primo si, una meravigliosa e storica intervista al giornalista Dario Freccero del Secolo XIX, si è dichiarato già troppo oberato dal lavoro ed in corsa per Roma) ed il sindaco di Varazze, Giovanni Delfino. Uomo parco di parole.

A seguire, con molti chilometri, tanti altri. Parliamo sempre di politici e personaggi pubblici. Di destra, di centro, di sinistra. Nessuno poteva rubare la scena.

Noi, piccola voce di Trucioli Savonesi, siamo afflitti dal vizio di raccontare documentando. Lo avevamo fatto nei giorni immediatamente seguenti al disastro. Chi ha voglia di rileggere…vada nella voce archivio, “Varazze alluvione”.

Avevamo scritto, tra l’altro, perché stupirsi? Ricordando, senza retorica, che “era tutto annunciato”, con eccedenza di smemorati, moltissimi mea culpa e la solita storia all’italiana. Se non ci scappa il morto o il disastro “chi se ne frega della tutela del territorio”. Abbasso i talebani ambientalisti. Provvederanno le future generazioni.

E poi chi ha la coscienza e le carte in regola per “pontificare”, fare passerelle? Ci sono persino esperti in annunci della prima ora, subito, tanti, a valanga, ormai rodati nel gioco vincente “intanto il popolino dimentica in fretta”, aiutati da una buona dose di informazione, a sua volta con memoria pigra. Almeno si documentassero, andandosi a rileggere le vecchie cronache.

Così come avevamo fatto in quei giorni, annunciando che dopo gli annunci sarebbe arrivato il momento delle delusioni, riproponiamo a “testimonial” chi non può essere tacciato di partigianeria, Angelo Regazzoni, bravo artigiano, ma soprattutto storico corrispondente da una vita del Secolo XIX. Memoria storica della città.

Ecco cosa scriveva il 2 ottobre 1988, secoli fa, 13 anni fa (vedi….parte della paginata) dal titolo “Varazze il giorno dopo. Tre disastrose alluvioni dal ’68 ad oggi. Ora danni per cinque miliardi, con la rabbia ed il dubbio che non c’è stata capacità di prevedere i rischi”. Ultime profetiche righe del servizio: “L’alluvione…passerà sicuramente alla storia locale. Quando, si ci dovrà occupare nuovamente di un caso analogo?”. Firmato: An.Reg.  

Prima domanda. Ci aiuti il lettore a chi rivorgersi: non ci risulta che dal 1988 in poi sia cambiato qualcosa sul fronte dell’edilizia, dell’urbanizzazione selvaggia, della tutela del territorio sul fronte idrogeologico. Ambiente ferito, deturpato, sopra e sotto il suolo, lungo i corsi d’acqua. Scavano per palazzi e box. Tutto ben di Dio. Chi doveva avere la “capacità” ben citata nel sommario del titolo? Il mitico e superdenunciato, forse “pazzoide” Raffaelin”, abituato a sparare con carta e penna? Raccontando forse anche qualche verità troppo scomoda?

Seconda domanda. Solito copione collaudato dopo danni e disastri scatta l’inchiesta giudiziaria. E giù titoloni, paginate. Per la serie, questa volta i “gatti” sono in trappola. Non scapperanno, dopo aver mangiato il boccone.

Negli ultimi 40-45 anni almeno una decine di inchieste per sciagure conseguenti ad alluvioni. Disastro colposo, anche con morti (Vado e Alassio). Qualche indiziato di reato, ma alla fine non si è cavato un ragno dal buco, si suole dire. Perizie, consulenze, controperizie. Prescrizione. Non può essere sempre la giustizia a riparare i guasti, l’insipienza dell’uomo, le sue colpe, il farsi del male da solo. Qualcuno intanto pagherà. Dimenticato un alluvione, tante tragedie umane, siamo in attesa del prossimo. Così va anche nella civilissima Varazze. C’è da proporre una festa patronale: Santa Memoria.

Già nel primo servizio post frana, Trucioli aveva riportato la documentazione giornalistica che urlava alla stregua di una fotografia, dei guai che si sono accumulati nel corso dei decenni, nell’indifferenza dei più. Un popolo vota gli amministratori pubblici che si merita?

Terza domanda. Se le cose stanno in questi termini, ovvero la prova del nove, perché stracciarsi le vesti? Lamentarsi, gridare all’avarizia dello Stato e del trio Berlusconi-Tremonti-Bossi che ritarda a risarcire o da una manciatina, pure utile, ma senza il rispetto delle esigenze reali? Delle attese.

C’è una riflessione di grande attualità raccontata dalle cronache politiche proprio in questi giorni. Testimoniano cosa accade dietro e danti alle quinte per il cosiddetto “Piano casa”, con tanto di “scolorina di Fusco” (titolava Il Secolo XIX), dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, come scrive Alessandra Costante il 23 febbraio, pagina 13.(…vedi)

Ai lettori di Varazze che sulla loro pelle hanno vissuto le conseguenze dell’alluvione, vogliamo sottolineare un titolo “Così i capannoni in aree industriali diventano appartamenti in zone di lusso”. Alcune modifiche grazie alle insistenze, dicono le cronache, del Pdl, in particolare del vice presidente della Commissione, architetto Marco Melgrati, ambientalista convinto, già sindaco della cementizzata (a tappeto) Alassio. Dalla spiaggia alla collina, caccia al parcheggi garantita ed assicurata.

Lui che può vantarsi, a differenza della Fusco, ma anche del sindaco Delfino, di aver ricevuto finora 19 avvisi reato. Un quasi un perseguitato dalle toghe rosse, mentre si sacrifica per il bene supremo dei cittadini.

Ottimamente spalleggiato da un altro vip di questa Provincia, grande promotore del valore del cemento: il presidente sindaco Angelo Vaccarezza. E non può fare il secondo, il senatore-sindaco Franco Orsi, già assessore regionale. Tutti esponenti superdotati, anzi protagonisti di veri e propri exploit elettorali nelle loro città. Votati dai moderati veri, non dagli estremesti dell’evasione fiscale e dell’antilegalità.

Ovvero da chi ha capito che il cemento è un formidabile strumento di consenso e di benessere diffuso. Sponsorizzato intelligentemente dai giornali e blog più diffusi della provincia.

Forse sarà anche per queste ragioni che la Fusco, spronata dal capogruppo Pd, Nino Miceli, altro loanese di professione “politico”, dopo una gavetta sindacale e responsabilità al vertice della Cgil della provincia, ha capito che le sirene del bene comune devono essere ascoltate. Vanno sostenute nell’interesse dei cittadini e dell’armonico sviluppo. Ad esempio, case per i meno abbienti, meno fortunati, che non significa ai pelandroni, agli sfaticati.

La cura giusta antialluvioni, antidisastri, antivincoli (ce ne saranno troppi, ma forse poco rispettati se succede ciò che si è visto). Magari richiamiamo a testimoniare Angelo Regazzoni che da arbitro ci dirà se Varazze merita tanto, anche gli alluvioni disastrosi, distruttivi. Cosa significano 90 milioni per la ricostruzione (vedi …articolo di Massimo Picone su La Stampa).

Cosa significa vivere in una “città con una situazione ancora disastrosa e l’assessore Patanè elenca gli interventi che devono essere realizzati a breve”. Non poteva piovere di meno!

Trucioli ricorda ai varazzini: non dimenticate di premiare, alle urne, chi si è sempre battuto per scongiurare gli allagamenti da nubifragi.

Oggi, forse, abbiamo annoverato un valido paladino (da non confondere con Paladini, dirigente massimo in Liguria di Italia dei Valori). Paladini sia nelle elezioni alla Camera del 2008, la Marylin Fusco alle europee del 2009 e alle regionali del 2010, non hanno avuto dubbi con chi schierarsi. Pare non abbiano badato a spese (senza esagerare) e così merita la cura e la tutela del territorio.

Il “piano casa” prima versione Fusco-Miceli-Melgrati e soci, al di là delle insinuazioni giornalistiche sui capannoni industriali e dintorni, deve essere incorniciato. Per non dimenticare.

In attese delle elezioni? No del prossimo disastro annunciato. Siamo seri, avete mai intervistato, colleghi giornalisti e politici di grinta, una mezza dozzina di geologi savonesi e liguri purché non muniti della museruola di consulenti pubblici o di grandi imprese? Avete mai sfogliato la rassegna stampa sui rischi idrogeologici, causa devastazione ambiente, di questa provincia? Calma e sangue freddo, alla fine a pagare saranno sempre gli stessi. Chi ha la pancia piena può dedicarsi alle passerelle.

R.T.

ULTIMA ORA – RADIO PADANIA (MA NON SAPPIAMO QUALE EMITTENTE SIA)  ha diffuso la voce che a seguito delle notizie riportate su Repubblica di oggi , 27 febbraio2011, dove è scritto che Cristina Morelli, dei Verdi liguri, ha reso pubblici questi dati:  secondo il censimento del 2001 la densita abitativa in Liguria (cementizzata) è di 327 abitanti per chilometro quadrato, contro 189 abitanti a livello nazionale. Non solo, in Liguria la superfice agricola si è ridotta a 16,1 per cento, mentre a livello nazionale è del 52,1 per cento.

Poiché i veri difensori-valorizzatori, da sempre dell’ambiente ligure, cioè Ruggeri, Orsi, Melgrati, Vaccarezza e C., a cui si è aggiunta anche il sindaco di Albenga, forse perseguitata dai giudici persino per la piccola dimora famigliare,  ritengono le notizie diffuse da Repubblica, false, esagerate e tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico. Chiederanno l’applicazione immediata dell’articolo 265 del codice penale, facendo scendere in campo i più valenti penalisti savonesi e liguri, affinchè cessi immediatamente la propalazione di informazioni che denigrano la Liguria, la sua gente, il suo territorio. E i tanti elettori che hanno dato loro fiducia.

Trucioli  tifa unicamente per ‘salvare l’edilzia’ , uscire dalla crisi del settore, consentire la giusta remunerazione ai sacrifici e al sudore di tanti poveri investitori. Vip compresi. Il Piano casa poteva essere migliore, ma accontentiamoci, per ora. I cittadini capiranno; noi siamo per tutelare i loro interessi e non quelli di inconfessabili speculatori che, a nostro avviso, si annidano, non da oggi, anche nell’estrema sinistra, tra gli estremisti e talebani ambientalisti. I veri nemici di sviluppo e benessere collettivo. (Bellfagor)  

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