Le lotterie in Liguria: quanto guadagna lo Stato e quanto spendono i liguri

In Liguria, le lotterie non sono soltanto un passatempo popolare, ma anche una fonte significativa di entrate per l’erario. La partecipazione dei cittadini liguri al gioco legale, in particolare alle lotterie come la Lotteria Italia e i giochi numerici a totalizzatore, è cresciuta costantemente negli ultimi anni, riflettendo un fenomeno più ampio che interessa l’intero territorio nazionale.

Vendite in crescita: Lotteria Italia e affini

Nel corso del 2024, i dati hanno evidenziato un incremento rilevante nelle vendite della Lotteria Italia in Liguria. Sono stati venduti 205.720 biglietti, con un aumento del 25,8% rispetto ai 163.500 dell’anno precedente. La sola provincia di Genova ha fatto registrare oltre 102.000 biglietti, seguita da Savona (47.460), Imperia (28.420) e La Spezia (27.740). Un segnale chiaro dell’interesse crescente da parte dei cittadini per questa tipologia di gioco.

Questo incremento ha anche portato a un incremento delle entrate per lo Stato, considerando che parte del ricavato delle lotterie va direttamente nelle casse dell’erario, a sostegno di varie iniziative pubbliche.

Il quadro del gioco in Liguria: dati e spesa pro capite

La Liguria si distingue anche per il livello di spesa pro capite nel gioco online, inclusi i giochi numerici e le scommesse. Nel 2023, il totale del denaro giocato online in Liguria ha sfiorato i 2 miliardi di euro, con una perdita netta per i giocatori superiore ai 100 milioni di euro. Genova da sola ha registrato giocate per 871 milioni di euro, con una perdita di quasi 49 milioni.

Se si osservano i dati a livello provinciale, emerge che:

  • Imperia è al 29° posto nazionale per spesa online pro capite, con 2.397 euro annui per residente.
  • La Spezia è al 37° posto, con 2.111 euro.
  • Savona segue al 40° posto, con 2.045 euro.
  • Genova, la provincia più popolosa, è al 56° posto con 1.510 euro.

Queste cifre, pur inferiori rispetto ad alcune province del Sud e del Centro Italia, testimoniano una partecipazione intensa anche nel Nord-Ovest, e in particolare in Liguria.

Tra le tipologie più praticate, oltre ai Gratta e Vinci e alla Lotteria Italia, rientrano i giochi numerici a quota fissa e totalizzatore. Una delle modalità in espansione è senza dubbio il lotto online, che consente di partecipare comodamente da casa ai concorsi ufficiali gestiti da ADM, come il SuperEnalotto, il 10eLotto e il MillionDAY, con la possibilità di controllare in tempo reale estrazioni e vincite.

Le ricadute per lo Stato

A livello nazionale, il settore del gioco d’azzardo ha generato nel 2024 una spesa totale di circa 169 miliardi di euro, una cifra impressionante che ha superato il 7% del PIL italiano, collocando l’Italia ai primi posti in Europa per volume di gioco. Questo dato non tiene conto solo delle slot machine e delle scommesse sportive, ma comprende anche i giochi numerici a quota fissa, i giochi istantanei come i Gratta e Vinci e, naturalmente, le lotterie.

Tra tutte le categorie, le lotterie continuano a rappresentare una voce significativa del comparto: non solo perché sono radicate nella cultura popolare italiana, ma anche perché garantiscono allo Stato entrate certe e controllate. Lotteria Italia, 10eLotto, SuperEnalotto e MillionDAY generano ogni anno un flusso costante di entrate erariali grazie alla partecipazione capillare della popolazione. Sono giochi percepiti come “più leggeri” e socialmente accettati, rispetto ad altri canali del gioco d’azzardo, e per questo motivo riescono a mantenere una base ampia e stabile di utenti.

Anche se non esistono dati ufficiali che indichino con esattezza quale sia la quota della Liguria all’interno di questo enorme gettito, l’analisi delle vendite provinciali, della spesa pro capite e delle abitudini di gioco online consente di stimare con buona approssimazione che la regione contribuisca con alcune centinaia di milioni di euro all’anno, tra acquisto di biglietti fisici, partecipazione alle estrazioni e giocate effettuate tramite piattaforme digitali.

Nel dettaglio, considerando il numero di residenti e i volumi di gioco emersi negli ultimi rapporti statistici, si può ipotizzare che la Liguria incida per almeno l’1-1,5% del totale nazionale, ovvero una forchetta compresa tra 1,7 e 2,5 miliardi di euro di giocate complessive, da cui derivano entrate erariali stimate tra i 300 e i 500 milioni di euro. Di queste, una parte importante proviene proprio dalle lotterie, che oltre a essere molto giocate, hanno un sistema di redistribuzione del montepremi e di tassazione molto favorevole per l’erario.

Queste risorse, se correttamente reinvestite a livello territoriale, possono rappresentare un motore importante per il welfare, andando a finanziare iniziative in ambito sanitario, culturale e sociale. In particolare, in una regione come la Liguria che sta affrontando sfide importanti legate all’invecchiamento della popolazione, alla sanità e alla coesione territoriale, le entrate derivanti dal gioco pubblico potrebbero — e dovrebbero — essere impiegate per potenziare i servizi pubblici, migliorare la rete di supporto per le fasce vulnerabili e sostenere programmi di prevenzione contro le dipendenze comportamentali.

Tuttavia, per garantire che questo circuito sia realmente virtuoso, è necessario che venga implementato un sistema di tracciabilità e trasparenza nell’uso dei fondi provenienti dal comparto del gioco. Il rischio, altrimenti, è che le entrate finiscano per alimentare il bilancio generale dello Stato o della Regione senza un ritorno concreto per i cittadini, in particolare per coloro che, paradossalmente, sono anche i principali contribuenti di questo sistema.

Il lato oscuro: ludopatia e minori

Accanto ai numeri che raccontano una storia di introiti, si cela un’altra realtà più preoccupante. L’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato come una percentuale crescente di adolescenti (il 5,9% nella fascia 14-17 anni) presenti comportamenti a rischio di dipendenza dal gioco. In Liguria, il problema è stato più volte segnalato dalle ASL locali, con la presenza di oltre 110 persone in trattamento per dipendenza nella sola ASL 1, che comprende comuni come Sanremo, Imperia e Ventimiglia.

Uno dei dati più allarmanti è che il 40% dei minorenni intervistati ha dichiarato di non essere mai stato sottoposto a controlli nei luoghi di gioco, a testimonianza di una scarsa applicazione delle normative di tutela.

Politiche regionali e sfide future

La Liguria ha tentato più volte di affrontare il tema della dipendenza da gioco con leggi e regolamenti specifici. Tuttavia, l’efficacia di queste norme è spesso vanificata dalla difficoltà di applicazione, dalla mancanza di risorse e da resistenze da parte di alcuni operatori economici.

Nonostante ciò, il tema rimane centrale nelle agende politiche, anche alla luce delle ricadute sociali che il gioco patologico comporta. Investire nella prevenzione e nel trattamento delle dipendenze, migliorare l’educazione finanziaria e rafforzare i controlli sulle piattaforme digitali sono solo alcuni dei passi da compiere per un approccio più sostenibile al fenomeno.

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