LE INNOVAZIONI NECESSARIE PER IL TRAFFICO

 RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Sessantottesima puntata
LE INNOVAZIONI NECESSARIE PER IL TRAFFICO
INTERNAZIONALE ED INTERURBANO

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Sessantottesima puntata
LE INNOVAZIONI NECESSARIE PER IL TRAFFICO
INTERNAZIONALE ED INTERURBANO
 Il ministro dell’ambiente Corrado Clini, in data 25 gennaio 2012 ha testualmente dichiarato:
“SIAMO DI FRONTE AD UN GRANDE DEFICIT INFRASTRUTTURALE  DEL NOSTRO PAESE, PERCHÉ, IL FATTO CHE OLTRE L’85% DELLE MERCI IN ITALIA  VIAGGIA SU GOMMA, METTE L’ITALIA IN UNA CONDIZIONE DI GRAVE VULNERABILITÀ”

Mi  permetto di aggiungere che la valutazione del Ministro Clini era (ed è) decisamente ottimistica.

In realtà, secondo i dati del PIANO NAZIONALE DELLA LOGISTICA, in Italia, ogni anno, circolano circa 1,6 miliardi di tonnellate di merci; ben il 97% di esse (il 91%, se il calcolo è fatto in tonnellate /chilometro) viaggia su CAMION; le rimanenti briciole vengono divise tra FERROVIA e AUTOSTRADA DEL MARE o SHORT SEA SHIPPING, altrimenti definito CABOTAGGIO MARITTIMO.

La sottostante tabella pone un raffronto tra la situazione italiana e quella delle principali Nazioni Europee:

 

Come si evince dai dati tabellari, la situazione italiana è decisamente preoccupante; peggio di noi stanno soltanto la Spagna e del Portogallo.

– Perché questa situazione deve considerarsi preoccupante o (come afferma il

Ministro Clini) INDICE DI UNA CONDIZIONE DI GRAVE VULNERABILITÀ?

La risposta a questo fondamentale quesito è relativamente semplice e può essere sintetizzata in questa elementare concetto: ANCORA UNA VOLTA, L’ITALIA SI PONE IN PALESE CONTRADDIZIONE CON GLI ATTUALI INDIRIZZI DELLA POLITICA ECONOMICA EUROPEA.

Desidero evidenziare, in proposito, che l’Unione Europea, già nel marzo 2011, avete invitato tutte le Nazioni aderenti all’unione (ivi compresa, ovviamente, l’Italia) a prendere gli opportuni provvedimenti (normativi ed attuativi), affinché ENTRO 2030, IL TRASPORTO DELLE MERCI, SUPERIORE AI 300 KM, POSSA E DEBBA PASSARE DALLA STRADA VERSO LA FERROVIA E LA VIA DEL MARE; QUESTA QUOTA DOVREBBE RAGGIUNGERE IL 50% ENTRO IL 2050.

Per verificare la veridicità e l’esattezza di quanto or ora riferito, consiglio agli Amici Lettori di consultare gli WHITE PAPER (in Italia definiti LIBRI BIANCHI), pubblicati periodicamente dall’Unione Europea; preciso, altresì, che quello riferito ai trasporti, e quindi all’argomento odierno, è stato reso pubblico alla fine del marzo 2011.

– Ma domandiamoci ancora: PERCHÉ L’UNIONE EUROPEA HA SCELTO QUESTA INNOVATIVA STRADA E PERCHÉ L’ITALIA TENDE AD ANDARE IN DIREZIONE OPPOSTA?

Vedo di fornire un’obiettiva risposta a questi due quesiti:

1) L’unione Europea ritiene che l’umanità (globalmente intesa) debba avviarsi verso il progressivo abbandono dell’autotrasporto e che sia necessario iniziare a percorrere una nuova strada, rivolta a raggiungere i seguenti obiettivi:

A) RISPETTO E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE, attualmente minacciato dall’utilizzo di carburanti, derivati dal petrolio, ed altresì, continuamente devastato da manomissioni territoriali e da scavi finalizzati alla creazione di nuove infrastrutture stradali;

 

B) TUTELA DELLA SALUTE E DEL BENESSERE FISICO DEI CITTADINI, raggiungibile attraverso una drastica riduzione degli incidenti stradali, e, soprattutto, attraverso l’abbattimento dell’incidenza di neoplasie ed altre patologie, collegate all’utilizzo degli attuali carburanti;

 

C) CONSEGUENTE NOTEVOLE RIDUZIONE DELLA SPESA SANITARIA: fattore di straordinaria importanza economica, soprattutto per la nostra Italia;

 

D) DRASTICO RIDIMENSIONAMENTO DELLE SPESE IPOTIZZATE DALL’ULTERIORE CREAZIONE DI INFRASTRUTTURE VIARIE:

questo positivo obiettivo è oltremodo significativo per la nostra Nazione visto l’elenco delle opere incompiute nel territorio, con conseguenti biblici tempi di attesa per la loro realizzazione e relativi costi (tra l’altro, in continua evoluzione verso l’aumento). Vediamo in proposito la seguente tabella:


 

2)  L’ITALIA CONTINUA AD ANDARE IN DIREZIONE OPPOSTA A QUESTA LODEVOLE STRATEGIA EUROPEA

Su questo argomento, non vorrei essere accusato di avere una visione parziale o aprioristica dei problemi e, quindi, non veritiera; sono, tuttavia, in assoluta buona fede quando affermo che nutro poche speranze sulle possibilità dell’Italia di  raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Unione Europea, per il semplice motivo che I NOSTRI, VARI GOVERNI NAZIONALI, CHE SI SONO SUCCEDUTI NEL TEMPO, HANNO CONTINUATO A SBAGLIARE POLITICA.

 

Come ha giustamente affermato Giacomo Di Patrizi Presidente di FERCARGO) in un’ Intervista rilasciata al quotidiano IL SECOLO XIX in data  9 Gennaio 2011:

ALL’ITALIA MANCANO POLITICHE DI SOSTEGNO ADEGUATE.  NEL 2010, GLI INCENTIVI PER IL TRASPORTO SU TRENO SONO STATE PARI A 28 MILIONI DI EURO.

PER L’AUTO TRASPORTO SONO STATI STANZIATI  700 MILIONI DI EURO.

RISULTATO: IN QUATTRO ANNI, ABBIAMO PERSO IL 40% DEI TRAFFICI.

 

Ed a conferma di queste dichiarazioni, aggiungo la seguente Mappa (datata 9/5/2011) all’interno della quale è possibile osservare le tratte autostradali potenzialmente vietate  ai TIR, ma continuo ad avere molti dubbi sul fatto che questo divieto possa aver raggiunto lo scopo prefissato, per il semplice motivo che non è stato attuato  (anche per la decisa opposizione dei Proprietari dei TIR):


 

Ma l’errore più grande dei Governi, che si sono via via succeduti, è stato quello DI NON ADEGUARE IL SISTEMA FERROVIARIO NAZIONALE ALL’ALTEZZA DEI TEMPI E DEL PROGRESSO; era ed  è tuttora necessario procedere, anche a SOSTANZIALI RIFORME, CHE TENDANO A SORPASSARE, IN MODO DECISIVO, IL NOSTRO ANTIQUATO SISTEMA.

 

Mi permetto di aggiungere che già data 27 aprile 2011, scrivendo un articolo per “Trucioli Savonesi” avevo elencato i limiti ed i gravi difetti del nostro attuale Sistema Ferroviario; lii riporto integralmente:

 

. LA RETE FERROVIARIA E’, IN ALCUNE REGIONI ITALIANE, TUTTORA INADEGUATA E, PER DI PIÙ, ESISTONO VISTOSI DIFETTI NELLA SUA  MANUTENZIONE.

AL RIGUARDO, È SUFFICIENTE CITARE I DATI DELL’ ANSF (AGENZIA NAZIONALE PER LA SICUREZZA FERROVIARIA), RIFERITI ALLA SITUAZIONE DELLE GALLERIE FERROVIARIE: DA UN PRIMO CENSIMENTO (ELABORATO NEL MAGGIO 2010) È EMERSO CHE, IN TUTTA ITALIA, 230 GALLERIE  (IL 67 PER CENTO DEL TOTALE) SONO PRIVE DEL “PIANO GENERALE DI EMERGENZA E DI SOCCORSO.

. LE CARROZZE FERROVIARIE SONO, IN GRAN PARTE, VETUSTE ED, IN OGNI CASO, PRIVE DI UNA CORRETTA GESTIONE; SONO, SPESSO, SPORCHE SINO AL LIMITE DELLA PIU’ TOTALE INCIVILTA’;

. GLI ORARI DI PARTENZA E, SOPRATTUTTO, DI ARRIVO STANNO DIVENTANDO DEGLI AUTENTICI OPTIONAL;

. NON SONO AFFATTO GARANTITE LE MODALITA’ GESTIONALI E TEMPISTICHE NEL TRASPORTO DELLE MERCI, LE QUALI, A CAUSA DI QUESTE ANOMALIE, VANNO INCONTRO, IN ALCUNI CASI, A FENOMENI DI DETERIORAMENTO ED, ADDIRITTURA, DI AUTO –DISTRUZIONE.

E così concludevo:

“Ricordiamoci che QUESTO COMPLESSO DI RIFORME e, soprattutto, IL RILANCIO PRODUTTIVO DELL’INTERO SISTEMA DEI TRASPORTI vanno affrontati e risolti in tempi rapidi e precisi; ricordiamoci che il crollo quantitativo e qualitativo del Trasporto Ferroviario discende da ben precise scelte economiche e politiche del passato, che hanno puntato costantemente all’incremento del trasporto mediante automezzi a trazione con carburanti fossili, con le notevoli e drammatiche conseguenze, che giornalmente constatiamo.

TUTTO QUESTO NON SIGNIFICA SOPPRESSIONE DEL TRASPORTO STRADALE; SIGNIFICA SEMPLICEMENTE COORDINARE, CON RAZIOCINIO, IL TRASPORTO FERROVIARIO CON QUELLO STRADALE, avviando progressivamente, quest’ultimo, verso l’utilizzo di Auto a Trazione Ibrida, o meglio ancora, Elettrica: il tutto, lo ripeto, nello Spirito, nei Valori, negli Ideali di un’economia profondamente diversa dall’attuale.”

 

Termino qui, perché non ho più altri argomenti da aggiungere.

Dobbiamo, purtroppo, prendere atto che nel frattempo e (cioè dal 2011 al 2012) la situazione è ulteriormente peggiorata.

Utilizzando una metafora in linguaggio sanitario, possiamo affermare che “SIAMO PASSATI DALLA PARALISI MOTORIA DEL TRAFFICO AUTOMOBILISTICO CITTADINO AL COLLASSO CIRCOLATORIO SUB-TERMINALE DEL TRAFFICO FERROVIARIO.”

 

Per uscire fuori da questa situazione ci vorrebbe un miracolo.

Ma, a mio modo di vedere, questo MIRACOLO SI CHIAMA RICERCA SCIENTIFICA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA (dati, malgrado tutto, ancora straordinariamente presenti nella nostra Italia.)

MANCA UNA NUOVA POLITICA IN CONDIZIONE DI CREARE UNA NUOVA ECONOMIA.

È per questo ultimo obiettivo, voglio affidarmi alle GIOVANI GENERAZIONI ED ALLE LORO FUTURIBILI CAPACITÀ INVENTIVE.

 

20 giugno 2012                Aldo Pastore

 

NB: il prossimo articolo avrà seguente titolo:

CONSIDERAZIONE SUL TRAFFICO URBANO E PROVINCIALE

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