Le abitazioni italiane

L’avvenire che ci attende  9ª parte  

LE ABITAZIONI ITALIANE

 Mi permetto di iniziare a trattare questo argomento con la citazione integrale degli articoli 31 e 41 della nostra Costituzione italiana

 

ARTICOLO 31

La repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

 

ARTICOLO 41

L’INIZIATIVA  ECONOMICA PRIVATA E’ LIBERA

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA POSSA ESSERE INDIRIZZATA E COORDINATA A FINI SOCIALI.

Ma, già in allora, durante la discussione sul testo della nostra Costituzione alcuni parlamentari fecero, molto correttamente, osservare che:

La tutela della dignità di ogni individuo ed ogni iniziativa rivolta alla formazione di una famiglia venivano a trovarsi in antitesi in contrasto (che dir si voglia) con il mercato diritto alla reale possibilità di disporre di una casa.

 

Di conseguenza, su questo tema così complesso e controverso, mi sembra opportuno citare alcuni passi salienti dell’intervento, tenuto alla Camera dei Deputati, in data 2 Aprile 1949, da Fausto Gullo (uno tra i più grandi Costituzionalisti della nostra Repubblica); è un intervento che sembra scritto ieri, tanto mirabile ed acuta è la sua visione della difficoltà che, ogni giorno, si incontrano nell’ affrontare questo argomento:

– “Non c’è possibilità di sviluppo della persona umana se non viene assicurato all’ uomo ciò che costituiva una necessità anche quando egli era nomade, perchè, anche allora, aveva pur bisogno di una grotta, di un antro, di un qualche cosa che lo riparasse dalle intemperie.

Volete che questo sviluppo della persona umana possa sul serio realizzarsi se lo Stato non assicura almeno un tetto  ad ogni individuo?

– Rileggiamo l’Articolo 31. ” la Repubblica agevola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi.” Ma come volete che una famiglia adempia i compiti relativi, se lo Stato non assicura questo  minimo, ossia che essa non  sia angustiata dalla preoccupazione costante di non avere nemmeno la casa?

Voi pensate di applicare l’Articolo 41 ponendovi di fronte ad un Diritto che affermate intangibile e, pensando sia giusto, piuttosto che toccare quel Diritto, misconoscere il Diritto, senza dubbio molto più importante, del cittadino di avere la certezza della casa.

– Ma l’articolo 41, pur affermando che l’ iniziativa economica privata è libera, continua dicendo che essa non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Che cosa vuol dire questo? Che l’iniziativa economica privata (la quale, in questo momento, si concreta nel fatto che i proprietari di case potrebbero chiedere quei canoni determinati dalla legge della domanda e dell’ offerta) va ad urtarsi contro una necessità così pressante, quale è quella di milioni di italiani che sono senza tetto e che non hanno la possibilità economica di pagare i canoni nella misura che sarebbe determinata dalla Legge della domanda e dell’ offerta.

Ma se non applicate l’Articolo 41 in questo caso, quando l’applicherete? Questo articolo sta diventando una Trovata Retorica, che non potrà incidere sulla quotidiana realtà.”

 

 Le affermazioni di Fausto Gullo sono, a mio giudizio, esemplari, perché riflettono la situazione Italiana attuale e non soltanto quella dell’immediato dopoguerra.

Cito, in proposito, le dichiarazioni di Alessandro Ghisolfi (Direttore dell’ Ufficio Studi del Gruppo UBH) comparse sul Quotidiano “La Stampa”  dell’ 11 Marzo 2008:

 

“Ci troviamo di fronte all’ inizio di un nuovo ciclo: da una parte un’OFFERTA che cresce nei segmenti di minor qualità e dell’ usato non ristrutturato, dall’altra una DOMANDA che non è più in grado di accedere al segmento medio-basso del mercato.

Questo vale per tutto il Paese, con un’accentuazione del fenomeno nel Nord Italia, soprattutto nelle zone periferiche delle grandi aree metropolitane.”

 

Alcuni amici lettori potranno chiedermi, molto correttamente, perché, ho sentito dover di citare ancora avvolta la dichiarazione di Ghisolfi.

 Rispondo a questa possibile richiesta con el stesse parole di allora (1 aprile 2008).

 

Le parole di Alessandro Ghisolfi sembrano riecheggiare, a sessant’ anni di distanza, le parole di Fausto Gullo: il tutto, tuttavia, è facilmente spiegabile, perché, ora come allora:

– il problema della casa è affidato alla logica della domanda e dell’offerta e, quindi, alle regole utilitaristiche dell’attività economica privata;

 

– aumenta il bisogno di una degna abitazione per milioni di cittadini (soprattutto giovani) in condizioni economiche disagiate;

 

– L’ attività economica pubblica e privata è, oggi, scarsamente indirizzata e coordinata a fini sociali;

 

– L’ articolo 41 della costituzione sta diventando una trovata retorica e non incide sulla quotidiana realtà; 

 

– In conseguenza delle scelte e dei fatti, sopra citati, il problema della casa sta trasformandosi in dramma.

 

In parole molto semplici, carissimi amici lettori, abbiamo assistito (e stiamo assistendo) a questo triplice fenomeno.

 

 – Impressionante costruzione di nuove case

 

 – Attività economica squilibrata caratterizzata dall’inchiesta di eccessivi prezzi per l’acquisto o per affitto delle nuove case (insostenibili per la quasi totalità dei richiedenti)

 

 – Conseguente aumento in tutta l’Italia di case sfitte.

 

Carissimi amici lettori,

non credete a queste mie parole?

Se è così, sottopongo, alla vostra cortese attenzione, questo piccolo trafiletto giornalistico, comparso sul quotidiano nazionale LA STAMPA in data 2 giugno 2017 a firma di Raphael Zanotti:

TITOLO:

COSA VEDRESTE DAL GRATTACIELO 

COSTRUITO CON LE CASE SFITTE ITALIANE

 

 

“Se mettessimo, uno sull’altro, tutti gli appartamenti sfitti d’Italia costruiremmo un grattacielo alto più di 17mila chilometri. 

Dipartimento delle Finanze e Agenzia delle Entrate, che hanno appena pubblicato un ricco dossier sul patrimonio immobiliare italiano (ultimi dati disponibili risalgono a fine 2014), calcolano che le abitazioni vuote nella penisola siano 5.715.058. 

Si tratta di case non utilizzate come abitazioni principali, non locate e non date in uso gratuito. Rappresentano il 17,9% del totale e la loro rendita catastale supera i due miliardi di euro. È interessante notare come queste si concentrino soprattutto nel Sud. Se calcoliamo la differenza tra il numero di abitazioni e il numero di famiglie sul totale delle abitazioni, infatti, troviamo un 32% di case non utilizzate da famiglie residenti nel Mezzogiorno (in pratica una su tre), un 19% al Centro e un 23,4% al Settentrione. Il fenomeno è da ascrivere all’emigrazione, alle seconde case e allo spopolamento delle aree interne. 

Secondo il volume il patrimonio immobiliare italiano ammonta a 4 miliardi di metri quadri e la superficie media di un appartamento è di 117 metri quadri. Se invece che un grattacielo volessimo mettere le abitazioni sfitte una accanto all’altra ci troveremo con una città grossa come tre volte e mezza Milano, ma totalmente disabitata.”

Per una maggiore completezza di esposizione, aggiungiamo, a quanto sopra descritto, la seguente micro tabella, riferite a:

 

Il patrimonio immobiliare (anno 2014): 34, 7 milioni di abitazioni 

 

Superficie:4 miliardi di metri quadri 

 

Immobili sfitti:5,7 milioni  

 

Superficie media di una casa: 117 mq 

 

Area coperta dalle case disabitate:668 kmq 

 

Commento conclusivo

I dati esemplari, sopra riportati, dicono chiaramente, a tutti noi, che la crisi abitativa, in Italia, non va attribuita ad una crisi dell’edilizia edificatoria, quanto, invece, ad un deficit economico dei cittadini italiani; infatti, molte persone non posseggono un patrimonio economico sufficiente non tanto per acquistare una casa ma addirittura, per pagare, mensilmente, canone d’affitto.

È probabile che alcuni amici lettori, molto attenti, possono attribuire questa carenza, puramente economica, ad un deficit legislativo; potranno affermare, cioè, che non è stato applicato correttamente l’articolo 41della nostra costituzione che afferma testualmente quanto segue:

 

L’INIZIATIVA  ECONOMICA PRIVATA E’ LIBERA

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA POSSA ESSERE INDIRIZZATA E COORDINATA A FINI SOCIALI.

Questa osservazione può certamente avere un suo valore, se potesse avere una conferma dall’esposizione di dati economici reali e ben precisi.

Ma io ritengo semplicemente che, ancora una volta, sia stato

 il culto del denaro a sovrintendere all’economia e, che questa a sua volta, sia venuta ad incidere negativamente sulla condizione esistenziale di molti nostri concittadini in preda del vortice della miseria.

 

Aldo Pastore   10 febbraio 2019

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.