Lavoro nero sulle spiagge savonesi

Il fenomeno dilaga per la carenza di controlli e favorito dalla diffusa impunità
Almeno mille lavorano in nero sulle spiagge savonesi

Ma diamo la caccia ai mendicanti e agli ambulanti

Il fenomeno dilaga per la carenza di controlli e favorito dalla diffusa impunità
Almeno mille lavorano in nero sulle spiagge savonesi
Ma diamo la caccia ai mendicanti e agli ambulanti

Spettabile Trucioli,

è possibile che sulla spiagge di questa nostra provincia siano occupati oltre un migliaio di persone senza essere a libro paga? Soprattutto giovani, studenti che senza colpa alcuna, vogliono guadagnarsi un piccolo stipendio per la loro gioia e quella delle famiglie? Sottopongo anche a voi questo quesito, come ad altri mezzi di informazione locale, perché il problema più che di evasione fiscale e contributiva (in una nazione che detiene il record europeo di evasori, non da oggi) è di cultura alla legalità e moralità. Proprio mentre in molti si riempiono la bocca.

Vogliamo educare i nostri giovani al rispetto delle regole, a comportarsi bene, a rispettare gli altri, e poi li diseduchiamo con questi comportamenti.

Mi è capitato di recente di presenziare ad un dibattito pubblico. Uno dei tanti che non fanno notizia, se non con poche righe. Ho ascoltato parecchie testimonianze e racconti di giovani (di entrambi i sessi) che raccontavano di loro esperienze o di amici. Cosa accade nella stagione estiva, sulle spiagge e in locali pubblici.

Tra luglio e agosto sono centinaia coloro che si rendono utili, con un lavoro, sul litorale. Ma non solo. Mi riferisco in particolare alla foltissima presenza di chioschi, bar, ristoranti, tavole fredde. In buona parte stagionali. Con un moltiplicarsi di aperture ed attività, sub affittate.

La maggioranza di queste persone lavora in nero. Chi è più fortunato viene messo in regola 4 ore, come apprendista. Le ore lavorate sono più del doppio. Spesso con orari notturni, non parliamo dei prefestivi e festivi dove c’è una vera e propria esplosione.

Mi domando: è giustissimo perseguire gli ambulanti abusivi, se non altro perché sono un anello, seppure il più debole, di una catena che alimenta la malavita organizzata. Le importazioni di prodotti “selvaggi”, sfruttando anche bambini. Frutto di un malaffare e di un mondo sempre oppresso da ingiustizie, di poveri sempre più poveri.

Per quale ragione non devono esserci rigorosi e ripetuti controlli anche per quanto riguarda il lavoro nero che ci riguarda? Ovviamente mi riferisco alla provincia di Savona, ma non è un’eccezione. Forse il vicino imperiese ci batte.

Difficile immaginare che l’Ispettorato del Lavoro di Savona, da sempre ai minimi termini, possa arrivare dappertutto e in modo capillare. Fare da deterrente. Ormai va avanti cosi da tempo immemorabile. Anzi, la carenza di controlli costituiscono un incentivo all’incoraggiamento dei più furbi.

Potrebbero intervenire altri apparato dello Stato; dalla Capitaneria di Porto, alla Guardia di Finanza, alla Polizia, ai carabinieri, tenendo conto che la “piaga” è diffusa a macchia d’olio.

Le assunzioni di tanti giovani rappresentano sicuramente un beneficio per le famiglie, ma per quale ragione devono sfuggire, con un evidente danno alla comunità, alle regole che dovrebbero essere il cardine di una società davvero civile? Inoltre, perché alcuni operatori possono fare concorrenza sleale ad altri? Oppure, siamo arrivati al capolinea dove ognuno se può evade, non rispetta le leggi, se ne frega.

Ben venga la “cacciata dei clandestini” e di quanti sul nostro territorio non hanno i mezzi di sopravvivenza, finendo per delinquere. La diffusa impunità porta acqua al mulino dell’intolleranza, soprattutto tra i ceti più popolari. Le istituzioni, le pubbliche amministrazioni che ci rappresentano, diano il buon esempio. I Comuni, ad iniziare dai sindaci, non restino in silenzio.

Gridare “via i mendicanti”, cacciamo questi e quelli, e poi tollerare in modo sfacciato e plateale il lavoro nero, mi sembra tanto da comportamento di sepolcri imbiancati. Diseducazione di massa.

Lavoro nero per far girare la macchina del turismo, sempre più di massa. E vorrei aggiungere, tantissimo lavoro nero nei cantieri di lavoro. Con una massiccia presenza di cittadini stranieri. Senza di loro buona parte dell’economia locale si bloccherebbe. Penso al fatto che molti esercizi alberghieri, ma anche ristoranti, hanno omai più dipendenti stranieri che italiani. Un record pure nelle cucine, tra i cuochi, pizzaioli.  Evviva la “cucina ligure”!

E concludo con un altro aspetto. Basta percorrere l’Aurelia, da ponente a levante; notare operai che lavorano perfino sui tetti, sprovvisti di ogni dotazione anti-infortunio. Non è un’eccezione, anche in questo caso la regola. Non esiste né prevenzione, né repressione. Un efficace deterrente, possono contare sull’impunità. Carenza di controlli. Asl inclusa.

Eppure si parla di un Paese che progredisce. Si farà pure la lotta alla criminalità organizzata. Alla mafia. Benissimo.

Perché non si inizia dalle piccole cose quotidiane, mentre assistiamo impotenti e sempre più indifferenti al degrado generale.

All’abitudine ad infrangere le regole della civile convivenza. Che rispetta la legge, alla fine dei conti, non fa differenza.

Teodoro L. (mail)

 

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