L’Aurelia Albissolese

  ALBISSOLA MARINA:
 GIRO, GIRO…TONDE

   ALBISSOLA MARINA:

 GIRO, GIRO…TONDE

 

L’Aurelia Albissolese.

La situazione circa la viabilità sull’ Aurelia che da levante costeggia i paesi della costa, Varazze, Celle, ma soprattutto Albisola che, col suo casello  autostradale, riversa  giornalmente insieme al cronico traffico veicolare anche  centinaia di veicoli pesanti: autoarticolati, bisarche, megabus per le crociere,  è ormai ineluttabilmente critica.

Critica, per i tempi di percorrenza che trasformano un viaggio per la vicina Savona, in un’impresa gravosa.

Critica, per l’inquinamento atmosferico prodotto dal numero insostenibile di veicoli che, spesso in coda, compromettendo la qualità dell’aria dei popolosi quartieri cittadini.

Critica, per l’inquinamento acustico e per la difficile convivenza di cicloamatori che preferiscono i marciapiedi e la passeggiata a mare e dei pedoni per cui gli attraversamenti stradali diventano imprese titaniche.

Un problema pluridecennale, mai risolto.

 I costosi progetti di metropolitane leggere, in un primo tempo fortemente sponsorizzati e sostenuti anche con viaggi di amministratori in amene località dove si potevano  vederle in funzione, miseramente falliti per accordi politici mal gestiti e lontani da ciò che avrebbero dovuto privilegiare:  il bene pubblico e il miglioramento della qualità della vita.

I progetti di tracciati sempre diversi di “Aurelie Bis”, avvicendati nel tempo, accompagnati da polemiche, proteste , trattative, stravolgimenti in cerca di popolarità, cui i cittadini si sono abituati a non credere e di cui si attende ancora la realizzazione dell’ultima versione.

Le proposte di declassamenti autostradali, velocemente accantonate per l’incapacità di fare seri e credili accordi con la Società Autostrade.

I timidi divieti di transito ai veicoli pesanti, applicati senza convincimento nei mesi estivi per non contrastare gli accordi con l’amministrazione savonese, che molto conta sulle Albissole per lo snellimento del suo traffico urbano.

Le amministrazioni albissolesi , avvicendate negli anni, hanno assistito inermi al peggioramento delle criticità ,senza poter incidere , senza una vera e comune  idea progettuale sulla viabilità che potesse veramente cambiare le cose.

Questo segmento stradale, l’Aurelia, è così diventato negli anni una tragica frattura tra il mare e l’abitato che sempre più condiziona la vita dei cittadini.

Il sindaco Nicolò Vicenzi

 L’ultima idea…

La nuova idea proposta dall’ingegner Forzano, frequentatore di manifestazioni ambientaliste, che da anni studia i flussi di traffico e che da anni tenta, inutilmente, di fare opera di persuasione sui Sindaci delle Albissole, con la sua idea del casello a Rian del Termine, sembra veramente nuova e sembra piacere al Sindaco di Albissola Marina, Nicolò Vicenzi  che gli ha già commissionato l’incarico di redigere un progetto.

Quale?

 Cinque rotonde alla francese, tutte nello spazio di circa 800 metri di strada che va da Viale Faraggiana a San Benedetto, per la modica spesa di 100 mila euro (!?) a carico del Comune.

Partendo dal concetto che le rotonde siano state pensate per rallentare il traffico su quelle strade che sono spesso pericolose per la velocità rilevata,  non si capisce che beneficio si possa trarre, ad Albissola Marina,  dall’ulteriore rallentamento per la circolazione rotatoria dei veicoli che mentre rende agevole l’immissione , non concorre a diminuire certo i tempi di percorrenza da e per Savona.

Cosa ci fa pensare che strade come Viale Faraggiana , Via Gentile, e quelle  d’innesto a Piazza Vittorio Veneto debbano essere facilitate a tal punto da legittimarle come fossero strade a forte percorrenza?

 Se in una corretta classificazione queste strade nate come” strade urbane di quartiere”, di penetrazione verso la rete locale, previste per spostamenti ridotti, sono, nel tempo, diventate “strade di scorrimento interquartiere” per medi spostamenti, con le rotonde equivarranno inevitabilmente “a strade urbane di scorrimento”, pur non avendone le caratteristiche e andrebbero a giustificare l’attuale traffico insostenibile che nelle ore di punta rende invivibile la cittadina.

Quale sarebbe la scelta lungimirante se non quella di rendere un servizio a Savona, lasciando tutte le criticità della portata di traffico e facendo diventare Albissola un brutto groviglio inquinato di asfalto?

Le automobili devono diminuire dalle nostre strade interne che devono rimanere quello che fisicamente sono: strade tipiche di un piccolo centro, con un traffico compatibile con la loro natura .

L’ingegner Forzano per San Benedetto ha pensato addirittura a due rotatorie, una sull’Aurelia e una nella piazzetta e conscio dello spazio risibile per la loro realizzazione, perché le rotonde, si sa, occupano molto  spazio, propone l’eliminazione dei giardini, con le loro aiuole , gli alberi, le panchine, i monumenti, tutto per fare spazio a due serpenti di asfalto.

Altre due rotatorie nella piazza Sant’Antonio dove si può immaginare il carosello dei veicoli, bus compresi cui, come si sa, non si potrà garantire una corsia riservata, aumentandone ulteriormente i ritardi sul percorso.

La quinta all’imbocco di Viale Faraggiana propagandata come richiesta dei cittadini che lo abitano, che non risulta siano mai stati interpellati, quando invece  progetti come questi dovrebbero essere ampiamente discussi dalla popolazione che  non sempre è disposta ad accettare questi maldestri tentativi di soluzione del problema a discapito della vivibilità.

 

Critiche e proposte.

Ad Albissola Marina le rotatorie, che per loro concezione, presuppongono la pariteticità delle strade che collegano e rendono complessa la gerarchizzazione di strade d’importanza e portata di traffico fortemente differenziate, e nulla la discriminazione nelle precedenze fra mezzi pubblici e mezzi privati, complicherebbero invece che migliorare il traffico e snellirlo.

E’ già successo in molti paesi d’Italia, basta informarsi.

 Inoltre, non faciliterebbero certo la vita di ciclisti e pedoni, nei loro attraversamenti e nei percorsi, che in una cittadina a carattere turistico devono, di fatto, avere la precedenza.

 Per fluidificare il traffico, gli attraversamenti pedonali sarebbero spostati lontano dalle rotatorie, costringendo i pedoni a lunghe deviazioni e creando ulteriori rallentamenti.

Dopo l’abbattimento dei platani ad Albisola Superiore per far posto a parcheggi, la massiccia introduzione d’inutili rotatorie a Marina testimonierebbe la scellerata gestione di un territorio, dove il cemento crea altro cemento a tutti costi, anche al posto di alberi e giardini, dove il consumo di territorio alimenta se stesso, autogiustificandosi ancora una volta, oggi, col tentativo di risolvere il traffico veicolare.

Il traffico non si riduce e non si regola con la costruzione di rotonde, ma con la razionalizzazione dell’uso delle strutture di cui oggi disponiamo.

In attesa di vedere che fine farà la realizzazione dell’ultimo progetto dell’Aurealia bis, declassare il tratto autostradale come si è fatto in altre Regioni d’Italia.

Ad Albissola marina utilizzare i denari pubblici per la costruzione di sottopassi per i pedoni e in accordo con Albisola Superiore, prevedere il divieto di uscita dei mezzi pesanti , ( articolati, bisarche e pullman Costa- crociere).

Questo non solo darebbero sollievo alla compatibilità ambientale delle nostre strade ma anche alla quantità dell’aria, riducendo l’inquinamento atmosferico che si propaga giornalmente nel centro urbano prospiciente e mai seriamente monitorizzato.

Sarà, quindi, ancora  una volta immorale spendere soldi pubblici per alimentare la lobby del cemento e dell’asfalto, per realizzare devastanti rotatorie che cambierebbero irrimediabilmente l’aspetto della nostra cittadina, divorando territorio, paesaggio, in cambio di cinque inutili scempi.

Questa è, ancora una volta, politica miope senza futuro.

                  ANTONIA BRIUGLIA        

 

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