La sciabica
Da ‘A Civetta’ di Celle Ligure Periodico di critica, cultura e informazione LA SCIABICA |
LA SCIABICA
Anche ‘sciabeca’ dallo spagnolo ‘jabega’ e dall’arabo ‘sabakah’ (rete), e pure nella nostra parlata ‘rèi’: ‘andò a rèi’, ‘a tiò a rèi’ (‘andare alla rete’, a fare una calata, ‘a tirare la rete’.) È una rete da pesca a strascico – antico modo ora ricordato solo come tradizione e non più esercitata, almeno dalle nostre parti – tirata da terra manualmente (c’è anche da natante) in bassi fondali sotto costa, per pesce piccolo. Quattro i pezzi che la compongono: le ‘corde o calamenti’, più d’una a seconda di vento e corrente e dell’area sulla quale pescare; le ‘bande’, una per lato, fatte di rete a maglie grosse, legata a cordino sopra, con grosse natte, e sotto, con piombi, lunga striscia a crescere, dal bastone di legno a tenerla testa e ritta; la ‘gola’, lunga e ampia rete ad imbuto, a maglie più piccole, con piombi a strisciare sul fondo e natte a tenerla ben aperta: piombi tutti prevalenti sulle natte, per non far affiorare la rete; e il ‘sacco’, a maglie fittissime per trattenere il pescato, grosso e piccolo. Da un punto della riva parte la barca sulla quale è ordinata la rete nel senso di messa a mare: a prua o sotto o a sinistra, le ‘reste’, i grossi rotoli delle corde-calamenti, per la parte finale della calata; poi banda, gola e sacco, un tutt’uno; indi banda e le ‘reste’ di partenza. “Si lascia la cima della prima resta ad uno dei tiratori ingaggiati o offertisi e la barca parte per il largo giro a semicerchio, prendendo più mare possibile, man mano srotolando la rete come ordinata e andando a lanciare la cima finale all’altro gruppo dei tiratori. “Lento il tiro, all’indietro, affossati i piedi nella sabbia per poter far forza, ed infatti si vedono sempre inclinati verso terra, e ogni tanto, a cenno del capo barca, si avvicinano da entrambe le parti di qualche metro, sino ad essere affiancati all’arrivo della rete vera propria. E dai movimenti del sacco, acclamazioni di gioia. Se floscio sulla rena…delusione…” “Dai, dai figgieu, imbarchemmu e ne femmu ‘n atra…ch’à l’andià mégiu!” (forza ragazzi… imbarchiamo (la rete) e facciamone un’altra (di cala)…che andrà meglio!).” “Pazienza costanza e speranza del pescatore!”
A Civetta – Periodico di critica, cultura e informazione NUMERO 35
|