La necessaria evoluzione scolastica e culturale 2

L’avvenire che ci attende   14ª parte  

La necessaria evoluzione scolastica e culturale

(Secondo capitolo)

Sostengo, da molti anni, che, nella nostra amata Italia, l’evoluzione scolastica debba iniziare a livello degli asili nido e delle scuole materne ed ho cercato in diversi articoli scritti in un passato anche abbastanza lontano di motivare le ragioni di questa mia convinzione.

Nell’articolo odierno, mi permetto, quindi, di riproporli, sia pure in forma sintetica, alla vostra cortese attenzione, nel tentativo di trovare la strada più logica e più corretta per garantire un futuro dignitoso e sereno ai nostri concittadini del futuro.

 

Incominciamo allora dalla sintesi storica:

Sino a qualche anno fa, l’asilo-nido era visto unicamente come un bene-rifugio per la donna che doveva o voleva lavorare (in un quadro di pari opportunità rispetto al partner maschile); per il bambino l’asilo-nido era considerato una specie di parcheggio, dove egli veniva custodito e tutelato nel miglior modo possibile.

In omaggio a questa visione l’asilo-nido è stato, da sempre, classificato come un servizio socio assistenziale, arricchito di alcuni contenuti più specificatamente sanitari; non a caso la competenza nazionale sull’intera materia è stata attribuita (e, se non erro, continua ad essere attribuita) al Ministero della Sanità.

Negli ultimi anni, vi è stata, tuttavia, una radicale inversione di tendenza; abbiamo assistito ad una straordinaria evoluzione nella concezione del ruolo e dei compiti degli asili-nido, al punto che, oggi, essi (al pari delle scuole materne) sono considerati strutture fondamentali ed insostituibili della nostra società.

A dimostrazione di quanto sopra affermato, desidero ricordare che la Regione Liguria, interpretando correttamente questa evoluzione culturale e scientifica, ha varato, in data 5 dicembre 1994, una Legge che disciplina il settore, attraverso una concezione moderna ed eticamente corretta dell’intera materia.

Voglio sottolineare, sinteticamente, i punti che maggiormente caratterizzano il nuovo dettato legislativo:

 

– L’asilo-nido è un SERVIZIO SOCIO-EDUCATIVO rivolto a TUTTI i bambini fino a tre anni di età, anche apolidi e stranieriche dimorano stabilmente nella nostra regione (Articolo 2°- Comma 1°);

 

– E’ compito dell’asilo-nido promuovere lo sviluppo armonico delle potenzialità psicofisiche del bambino e dare, nel contempo, impulso al processo di socializzazione, in collaborazione con le famiglie, con gli operatori e con la scuola materna e dell’infanzia, secondo un progetto pedagogico integrato(Articolo 2° – Comma 2°);

 

– L’asilo-nido, nell’ambito dell’integrazione con gli altri servizi educativi, sociali e sanitari, favorisce” la continuità educativain rapporto alla famiglia, all’ambiente sociale ed agli altri servizi esistenti, svolgendo altresì un intervento precoce finalizzato alla prevenzione di ogni forma di emarginazione(Articolo 2° – Comma 4°);

 

– Il nido si caratterizza come centro di elaborazione e promozione di una elevata e diffusa culturasulle tematiche relative all’infanzia (Articolo 2° -Comma 4°);

 

– L’asilo-nido è un servizio che tutela e garantisce l’inserimento dei minori che presentano svantaggi psicofisici e sociali, favorendone pari opportunità di sviluppo(Articolo 2°- Comma 5°).

 

 

Giunto a questo punto devo doverosamente precisare che mi sono limitato citare unicamente i punti essenziali della legge della Regione Liguria per la semplice ragione che qui sono nato in qui vivo

Ma, voglio precisare che anche altre Regioni della nostra amata Italia hanno legiferato su questa materia, con grande e significativa competenza e lungimiranza.

Ma, io ritengo, guardando il futuro, che sia necessario andare oltre i principi ed i valori sopra citati per la semplice ragione che in questi ultimi vent’anni, è cambiato il mondo e, con esso, si è modificata la società nella quale viviamo ed operiamo e, di conseguenza, sono sorti e modificati concetti che consideravamo eterni ed intoccabili.

 

Pensiamo, ad esempio, alle straordinarie modificazioni intervenute, in questi ultimi anni, nella composizione delle famiglie: nella nostra Provincia, al termine dell’anno 1994, risiedevano 118.915 nuclei familiari, composti mediamente da 2,36 persone; questo dato dice, a tutti noi, che i pochi minori residenti in ambito provinciale sono figli unici e, quindi, soli, e, come tali, impossibilitati a dialogare con i propri simili in ambito familiare.

 

Esiste il concreto pericolo che la solitudine, associata all’iper-protezione esercitata da parte dei genitori, possano condurre all’ accentuazione della cosiddetta “sindrome da figlio unico“, la quale, anche se non sfocerà nella vera e propria patologia, condurrà certamente alla formazione caratteriale di soggetti sempre più individualisti, sempre più egoisti, sempre più possessivi. 

 

Da queste considerazioni discende la funzione, non soltanto educativa e formativa, ma anche socializzante esercitata dagli asili-nido e dalle scuole materne;

In altri termini, la convivenza continua con altri minori coetanei condurrà alla nascita di una profonda amicizia, non conosciuta o, comunque, sottovalutata in ambito familiare.

 

Trascorrere una parte consistente della loro giornata, in compagnia di altri coetanei, permetterà loro riconoscere la gioia del giocodel divertimento,della reciproca conoscenza;tutto questo verrà a rappresentare, in ultima istanza, un inno alla vita e alla coesistenza.

Inoltre, questa nuova ed inedita concezione sarà particolarmente utile per i minori, che presentano svantaggi psicofisici e sociali,perché la coesistenza e l’amicizia con altri coetanei permetterà loro di superare progressivamente questi svantaggi e di giungere all’attenuazione o, addirittura, alla scomparsa dei loro iniziali svantaggi, favorendo, di conseguenza, pari opportunità di sviluppo.

Infine, dobbiamo prendere atto che già oggi, ma soprattutto negli anni a venire, andremo incontro ad una sempre più accentuata globalizzazione e ad una sempre più intensa convivenza  tra individui provenienti da altri Continenti.

Ed allora: se vorremo trascorrere questo inedito processo in condizioni di pace e di reciproco rispetto, dobbiamo iniziare a far convivere tra loro i bambini al di sotto dei tre anni di età, perché essi, a differenza degli adulti, non conoscono le discriminazioni razziali e linguistiche e possono, quindi, raggiungere, senza pregiudizi, l’auspicato traguardo della reciproca comprensione.

E’, dunque, compito degli asili nido e delle scuole materne promuovere lo sviluppo armonico delle potenzialità psico-fisiche di ogni bambino e dare, nel contempo, impulso al processo di socializzazione con gli altri bambini.

   Aldo Pastore   24 marzo 2019

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