LA LIBERTÀ

LA LIBERTÀ

LA LIBERTÀ
Pochi giorni addietro, abbiamo discusso con un caro amico sulle pagine di FB,  di cosa significassero quelle tre, per alcuni, insulse parole:
Libertà, Uguaglianza, Fratellanza!
Riprendo un pensiero di Durrenmatt, il quale in un suo libro fa alcune interessanti considerazioni su questi tre, termini, non sposo  completamente il suo pensiero, ma da quello, traggo alcune mie considerazioni.
” La rivoluzione Francese avvenne all’insegna del motto
“Libertà, Uguaglianza, Fraternità”.
La Libertà e qualche cosa di illimitato, quindi, bisogna continuamente limitarla. In questa formula e l’uguaglianza di fronte alla legge che argina la libertà.

Si potrebbe quindi dire anche” Libertà, Giustizia, Fraternità” .

La  Giustizia si contrappone alla Libertà, ma non abbastanza: anche nella piena legalità il potere statale, riesce, nel nome della Giustizia, ad essere di gran lunga più potente del singolo, il ricco più potente del povero e così via.

Questo difetto, veniva eliminato per mezzo di un concetto razionalmente incomprensibile: per mezzo, cioè, della Fraternità, per mezzo dell’amore dell’essere umano per l’essere umano!

La Fraternità  e un concetto emotivo che, proprio perché, non è ben definibile, porta un po’ di calore in questa fredda formula.

Contemporaneamente esso crea lo spazio per la politica: c’è chi è più interessato alla libertà, chi alla giustizia.

Grazie a questa formula acquista significato la distinzione tra desta e sinistra,

Alle destre interessa avere più libertà, alle sinistre più uguaglianze, che in politica significa, giustizia.

Ma la giustizia non può crescere senza limiti!

Se il limite non viene rispettato, la prima, si tramuta in dittatura, la seconda in puro arbitrio.

La libertà e la giustizia si trovano in un equilibrio più o meno stabile, grazie allo spazio elastico della Fraternità, posto tra di loro.

Poco tempo addietro ho riletto un bellissimo romanzo di Enzo Striano, ” Il resto del niente”  che racconta della sfortunata rivoluzione napoletana del 1799,  in uno dei momenti più drammatici, gli  illuminati leader dei rivoltosi, si recano nei quartieri bassi, per incitare gli abitanti a insorgere nel nome della” Libertà”.

Uno di questi si alza irridente e a voce alta, tra gli sberleffi degli altri, grida: ” Sapite dove l’avite a mette’  a’ l libertà? Int’a o mazzo’e mammeta”

In definitiva, siamo un Paese in cui individui e minoranze possono considerarsi liberi??

Se la libertà, significa lasciare fare all’automatismo delle cose e al capriccio  degli individui, raramente un Paese, e stato  più libero del nostro, una libertà che molte volte, sconfina addirittura con la licenza.

Ma se diamo alla parola Libertà, il significato attivo e consapevole di difesa dei diritti di tutti, individui e minoranze, di attaccamento alla solida dignità delle istituzioni, la risposta si fa più incerta….

Rimane, tuttavia una speranza, affidata a un paradosso!

E una combinazione non rara nella storia tutta italiana, questa di tenere insieme, Speranza e Paradosso.

Negli  anni successivi al 45, con una Italia, praticamente distrutta, noi, trovammo proprio in quelle rovine la forza per risorgere!

Dal 2008, siamo attanagliati da una crisi economica e finanziaria durissima.

Potrebbe essere proprio questo il trauma dal quale ricavare ancora una volta l’energia necessaria a un rinnovato amore per la:

LIBERTÀ!   UGUAGLIANZA!  FRATELLANZA!  E di conseguenza GIUSTIZIA!

 

SERGIO NEGRO

 

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