La lenta agonia del PD savonese

La lenta agonia del PD savonese

La lenta agonia del PD savonese

E’ inutile che Ditullio, Berruti, Strinati e compagnia bella cerchino di arrampicarsi sugli specchi. Il PD savonese è uscito con le ossa rotte dalla consultazione elettorale. Non possono dire che questo voto non è legato all’amministrazione locale, semplicemente perché in altre roccheforti “rosse” (tipo in Emilia), il PD ha retto un po’ più l’urto.

Qua invece non ce l’ha fatta. Ha subito uno storico sorpasso, che chi ha più anni di me potrà ricordare simile all’exploit di Gervasio, durante l’approdo di Forza Italia in politica.

 Ma prima una piccola analisi numerica.


 Numeri che parlano

Per un’analisi corretta occorre prendere i dati relativi alla Camera dei Deputati, dove votano anche i ragazzi tra i 18 ed i 25 anni d’età, come alle amministrative, che useremo come raffronto. Prendiamo in esame le elezioni politiche del 2008, ovviamente queste ultime e le amministrative del 2011.

 Alle politiche del 2008 il PD prese 16282 voti, più i 2126 degli alleati dell’IdV.


 Oggi il PD ha preso 11419 voti, l’alleato SEL 1222, irrisorio quelli del Centro Democratico (un papocchio formato da ex-IdV e API), circa 96 voti.


 Analizzando solo questi dati, si nota il declino del Partito Democratico. Si può dire senz’altro che i cittadini abbiano bocciato questo partito, a livello nazionale, non perdonando la finta opposizione a Berlusconi e il maxi-inciucio PD+PdL+UdC a sostengno del governo Monti dell’ultimo anno e mezzo.


 Se in mezzo ci infiliamo le elezioni amministrative del 2011 e l’orripilante operato della politica locale del PD, si può affrontare una discussione più ampia.


 Intanto nel 2011, la coalizione a sostegno del sindaco Berruti era formata da 7 liste: PD, Lista Berruti, SEL, IdV, Rifondazione Comunista, UdC-API, PSI. Totale: 19059 voti. Tenuto conto che alle politiche precedenti l’UdC, RC e SEL non erano assieme al PD, ci si rende già conto che rispetto alle politiche avevano subito un netto calo. Difatti avevano preso (contando insieme la Lista Berruti) 11261 voti.


Contando solo la coalizione PD+SEL, rispetto alle amministrative si sono persi circa un centinaio di voti.


Mentre Rifondazione ed IdV hanno scialacquato 2/3 dei voti, sciogliendosi in Rivoluzione Civile, SEL ha decrementato di 300 voti il proprio bacino. In parte riassorbito dal PD stesso: 11419 voti contro gli 11261 delle amministrative.


L’UdC esce con le ossa rotte, al contrario Monti prende circa 3000 elettori, assorbendo quasi totalmente l’elettorato del partito di Casini e pescando un po’ ovunque. La coalizione che sostenne il sindaco è praticamente sparita dai radar elettorali savonese (ma anche nazionali).


Il MoVimento 5 Stelle passa dalle 2695 preferenze delle comunali, ai 12519 voti di queste politiche, diventando la forza politica più votata di Savona.

Il segnale
Non può non essere colpa dell’operato del PD cittadino. In Emilia, dove il PD ha tenuto botta, ha infatti operato “meglio” che qua, mascherando diversamente certe scelte che si scontrano contro con le reali esigenze dei cittadini.

Qua le scelte sono alla luce del sole: centri commerciali, cemento, inquinamento, viabilità scellerata, carbone e poi ancora assessori in conflitto d’interesse (Martino) e sempre assessori che usano il Comune come una cassa continua per le loro missioni, di cui nessuno sa nulla.

Sono davvero sicuri che le loro inconcepibili azioni politiche non abbiano influito?


Lo credono solo loro. La gente si è stufata: se il PD locale avesse agito bene, nel rispetto dei cittadini, in controtendenza con la politica nazionale, sicuramente avrebbe ottenuto un risultato in miglioramento netto, rispetto al 2011, molto più simile a quello del 2008.


Ne è prova il fatto che i “grillini” sono andati bene nei Comuni dove hanno i sindaci. Se il loro operato non fosse stato soddisfacente, nei Comuni amministrati dal M5S non ci sarebbero stati certi risultati. A Mira, Comacchio, Sarego e Parma, il risultato dei 5 Stelle è in netto aumento rispetto alle amministrative. Stessa cosa in Sicilia, dove il MoVimento è nettamente cresciuto: l’operato dei deputati dell’ARS ha sicuramente influito. Non sono riusciti a vincere al Senato solo perché il PdL ha sfoderato una decina di liste intorno all’1% che hanno permesso alla coalizione di strappare la leadership alla camera alta.


Chissà se i politici locali coglieranno il segnale: forse è il momento di invertire la tendenza. Bloccare le betoniere (cosa che sembra non piacere al sindaco ed al suo vice), ritornare a pensare ai cittadini, alle famiglie, ai piccoli imprenditori. Attuare piani per ridurre l’inquinamento, migliorare la viabilità, occuparsi finalmente del Comune.


E pare non abbia capito niente nemmeno Renato Zunino: non è che i “grillini” usano meglio la rete. La sfida è sui contenuti; non è che se usate meglio twitter, riuscite a far passare la cementificazione come un bene necessario per lo sviluppo o l’ampliamento di una centrale a carbone come eco-sostenibile.

E’ la vostra politica che è morta, oggi state agonizzando, ma presto vi renderete conto di come siete sorpassati dalla storia. Lo capirete quando tornerete tutti a casa?

Manuel  Meles  da Il cittadino frustrato

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