LA FOLLIA COLLETTIVA DELL’EUROPA
Questa settimana sarò necessariamente meno esteso del solito, ma mi hanno spinto ad esprimermi in extremis tre fatti recentissimi: il diverbio nello Studio Ovale tra Zelensky e Donald Trump; il sostegno a Zelensky da parte delle nazioni europee + Canada e Australia, “tutti insieme appassionatamente”; il riarmo generale, a scapito di welfare e ambiente, già penalizzati oltre ogni limite di accettabilità.
Sul primo punto, nonostante abbia già espresso la mia antipatia per la prepotenza di Trump, proprio nel mio precedente articolo, non posso che condividere la sua posizione verso quel furfante di Zelensky, che crede di arrivare alla Casa Bianca con proposte di pace evidentemente irricevibili e comunque tali da scatenare l’irritazione di Trump e Vance, che si sono sentiti presi in giro, quasi fossero due sprovveduti sia in politica che negli affari. Evidentemente Zelensky s’è illuso di poter abbindolare entrambi ottenendo concessioni, oltre a quelle sinora accordategli da un Presidente di ben diversa levatura economica, in cambio del proverbiale piatto di lenticchie. Non si spiega, altrimenti, l’umiliante commiato riservato al questuante di fronte al mondo intero.

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Circa la “standing ovation” di UE e Paesi europei in coro, con l’aggiunta di Canada e Australia, nel continuare nel suicida appoggio all’Ucraina, mi chiedo se non siano tutti affetti da un’allucinazione collettiva. Appurato che la Russia sta dominando sul campo e che resta valido il fatto conclamato che nessuno può vincere la Russia, mi sembra folle, dopo 3 anni di sconfitte, nonostante la profusione di soldi e armi all’Ucraina, insistere nel prolungare quella che si è rivelata essere una strage su entrambi i fronti. Non sono bastate centinaia di migliaia di vite umane, tra soldati e civili, cadute in un reciproco massacro, oltre allo sperpero di risorse fatte mancare alle rispettive popolazioni europee per sfornare armi che si sono rivelate inefficaci nel piegare la Russia, ma molto efficaci nel versare sangue?
Infine, il riarmo generale già in atto, sottraendo altre risorse, quindi penalizzando un contesto socio-economico ed ambientale già al lumicino. Riarmarsi, perché? Per difenderci da chi? Dalle mire russe sull’Europa. Non c’è niente di più idiota di questa paura, che tutti i governanti europei sventolano ai propri cittadini per giustificare un riassetto industriale in stile pre-bellico, come già avvenne agli esordi della II Guerra Mondiale. Bene dice Trump a Zelensky: vuoi giocare alla III Guerra Mondiale? La Meloni, unica a non accodarsi contro Trump, progetta comunque di convertire parte delle zoppicanti fabbriche di auto in produzioni di armamenti. Complimenti: un salvataggio sui generis, degno di raffinati strateghi. Si marcia davvero con folle incoscienza verso un assetto che prelude ad uno scontro di potenze massiccio, nessuna esclusa. Ripeto, per cosa? Per tenere a bada le mire russe sull’Europa. Non si intravvedono altri nemici, invasi dalla voglia di assalirci.
Putin si è dichiarato disposto a concludere la guerra tenendo i territori occupati dell’Ucraina. Punto. Arguire che abbia mire espansionistiche, quando dispone di un territorio vastissimo e ben lungi dall’essere sfruttato appieno, per cimentarsi in una guerra sanguinosa contro l’Europa, non ha nessun fondamento; esiste solo nelle menti dei governanti europei. A che titolo la Russia ambirebbe ad occupare, che so, la Polonia, la Germania, o persino l’Italia? Che vantaggio ne trarrebbe? Semmai, ci darebbe da notare che l’Europa tutta, e in particola Germania e Italia, è ancora sotto tutela USA, mediante la disseminazione delle sue basi, sin dal 1945. Sempre, guarda caso, per difenderci “dall’orso russo”.
La cosa giusta da fare sarebbe di chiedere ai cittadini europei, tramite referendum, se concordano coi loro governi nel restare “a pane e acqua” per perpetuare l’appoggio all’Ucraina, fatto su evanescenti basi libertarie e difensive dei “nostri valori democratici”, oltre che dei nostri stessi territori, dati per minacciati di invasione russa. Forse ragionerebbero a mente ben più fredda di quelle invasate dei loro governanti, in preda ad isteria collettiva.
Marco Giacinto Pellifroni 02 marzo 2025