La CLESSIDRA libere conversazioni e pensieri di Vincenzo Cuomo: Il progetto di una difesa unica europea.
Le riflessioni di oggi riguardano il progetto di una difesa unica europea.
Non è facile fare una sintesi di tutte le posizioni espresse in Italia e nei Paesi aderenti e non all’Unione Europea.
Proviamoci: Non si tratta di affermare graniticamente un SI od un NO senza considerazioni e distinguo ad un sistema di difesa, ma bensì di cosa s’intende realizzare, come e per quali fini.
Per inizializzare un’analisi della questione è necessario indiscutibilmente porgersi neutri a qualsiasi tifoseria, come oggi piace chiamarle; e questo per mantenere integra una visione oggettiva dell’argomento in discussione, evitando posizioni pregiudiziali affermative o negazioniste.
Aspetto successivo da porre in considerazione sono i tempi ed i meccanismi di economia contestuali nei quali osserviamo la questione.
E quindi una prima domanda. Europa SI, Europa NO? Ebbene, Europa SI, perché l’Europa non c’è ancora o almeno non c’è quella che volevamo, ma nella sostanza aldilà di un esoscheletro strutturale complesso, abbiamo solo norme, direttive, l’agevolazione del movimento di merci e persone, una moneta unica e una banca centrale che detta un po’ semplicisticamente ed in estrema sintesi gestisce la moneta unica e contribuisce ad influenzare le economie dei singoli paesi membri definendo le linee di attuazione di queste politiche economiche.
Una moneta unica, tanto per ricordare che nasce da una serie di fasi (Rapporto Delors. Trattato di Maastricht. Stabilizzazione dei tassi di cambio delle valute), cominciate nel 1988 e completate nel 2002 con l’effettiva entrata in circolazione. Gestazione lunga che tuttavia non ha dato frutto completo, in quanto per motivazioni diverse di cui le più vergognose sono identificate “option-out” previste negli accordi consentendo ad alcuni paesi europei di chiamarsi fuori e conseguenzialmente non partecipando alla spesa economica globale per la migrazione verso Euro sostenuta aumentando il pro quota dei paesi aderenti.
Se ci soffermiamo, nel nostro modesto e piccolo pensare, non possiamo non essere consapevoli che l’esercizio della democrazia ha necessità di mezzi come quelli della delega rappresentativa, altrimenti si rischierebbe la confusione, tuttavia la democrazia rappresentativa che dovrebbe essere la migliore possibile se si degrada diventa oligarchia e quindi impositiva senza nessun riguardo verso le persone se non strettamente appartenenti al gruppo di potere o ad esso asserviti. La democrazia rappresentativa ci si auspicherebbe fosse anche fatta da i Migliori, ma qui il rischio che i Migliori tuttavia imperfetti sono gli aristocratici che purtroppo anch’essi degenerano in un processo inevitabilmente corruttivo.
Forse sarebbe sufficiente fossero quelli “Buoni”. Attenzione non i “Volenterosi”, ma quelli dotati della cristiana “Buona Volontà” (mi perdoni qui il Santo Padre per aver attinto alla morale religiosa).
Ci pare più chiaro ora, che le linee guida servono, ma non le imposizioni se originate in modo non rappresentativo. Attenzione che non sempre ciò che ci viene presentato come rappresentativo lo è nella sua pienezza. Oltre alle linee guida è indiscutibile che un organismo che le definisce deve protendere da atti fondamentali.
E quale atto più fondamentale è una Costituzione che l’Unione Europea non ha!.
Per cui non avendo la UE una costituzione sembra come (e prendo a prestito le parole di Vasco Rossi) ci troveremo come le star …. o forse non ci incontreremo mai, ognuno a rincorrere i suoi guai, ognuno col suo viaggio, ognuno diverso e ognuno in fondo perso dentro i fatti suoi.
Al momento questa immagine si attaglia bene.
E noi una Costituzione ce l’abbiamo.
E al suo articolo 1
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Articolo 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento.
Articolo 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche ……
Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

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Interessante la lettura di spunti dal caso ucraino che dibatte circa la “proiezione esterna” dei testi costituzionali della Repubblica Ucraina (federalismi.it 19 Aprile 2023 Rivista di diritto pubblico italiano, comparato europeo). Questo articolo fra molte cose mostra che La Costituzione Ucraina non si presenta in una forma autoreferenziale, ma sempre nelle sue diverse revisioni come una narrazione a qualcuno; un messaggio preciso di tendenza verso occidente, UE e NATO. Ma non abbiamo trovato nulla come i nostri articoli 5 e 6.
Lette queste poche righe, è evidente cosa l’Italia doveva fare e deve fare nella questione russo-ucraina. E altresì quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento nei confronti del progetto di una difesa unica europea che in se non è da non escludere tout court, ma va posto insieme ad altri progetti secondo una scala di priorità.
Diciamola semplice è necessario prima costruire l’ Europa quale unione di Stati, Nazioni sulla base di una Carta Costituzionale che viene prima di tutto. Un percorso non facile che deve portare al termine a un unico sistema previdenziale, unico sistema sanitario; il lavoro e la contrattualità gestita in modo unico; piani di sviluppo economico e industriale europeo, un unico debito.
È possibile più o meno allo stesso modo della realizzazione dell’Euro, ma questa volta non consentendo defezioni, perché questo è il vero nome di option-out (espressione elegantemente inglese per non apparire quel che si è in realtà avidi ed opportunisti oriented only towards their own interests).
Ora la nostra classe dirigente e i cortigiani cercano nel fumus delle parole, di distoglierci dalla sostanza giocando con i termini riarmo e difesa comune. Ma è palese che nella sostanza è una nuova corsa agli armamenti a scapito della diplomazia e di quanto noi italiani abbiamo sancito nella nostra carta costituzionale. Perdonate se ci vado pesante, ma non è che si possa intravedere un aspetto di tradimento alla Repubblica?
In questo scenario è entrato il Presidente Trump, che dal tempo del suo precedente mandato ha richiamato i paesi NATO ad una maggiore partecipazione economica dell’organizzazione. I risultati sono stati scarsi, nonostante le forniture “obbligate”. Gli USA hanno un debito pubblico oltre 30.000.000 di milioni di dollari e per ora pare hanno scelto la strada dei tagli ai consumi dei prodotti importati (una specie di autarchia). Perché questa scelta?
Hanno visto franare il tentativo di abbattere il rivale russo coinvolto nella questione ucraina della cui orchestrazione ci chiediamo cui prodest. Per cui non sono in grado di fronteggiare in misura forte la Cina che reclama di ufficializzare, legittimare tra i grandi l’influenza economica espansa durante la globalizzazione. E la Cina detiene riserve di dollari per oltre 3000 miliardi. Il che significa che la Cina può influenzare l’economia USA e potrebbe rendere talmente difficoltosa qualsiasi manovra di contenimento o rientro del debito pubblico US, sino a portare il paese in una grande crisi.
Non sono cose nuove; assomigliano molto alla Germania prima della Seconda Guerra. Ove la Germania o soccombeva alla crisi economica o alimentava una guerra. Sappiamo come è andata.
Purtroppo invece di cercare strade diverse, soluzioni ai problemi, cerchiamo solo di puntare il dito, cerchiamo un responsabile a cui scaricare gli errori.
Faccio un esempio, abbiamo citato Trump il cui obiettivo di impronta imprenditoriale e commerciale è quello di ridurre il debito pubblico degli USA, riducendo la sua parte di spesa alla NATO, vendendo qualsiasi prodotto di industria bellica essendo difatti quella, negli USA, meglio in salute e che richiede minori investimenti strutturali subito; un po’ come un volano per l’economia. Con i Democratici non sarebbe andata meglio, avrebbero continuato ad alimentare i conflitti attivi.
Ora la politica trumpiana ci porta a una nervosissima corsa agli armamenti propagandata da mille paure di aggressioni cibernetiche e terrorismi di varia origine, o alla frantumazione di quel che abbiamo costruito di europeo se non di entrambe che comunque eventuali dissidi si presterebbero ad una maggiore richiesta di armi, opportunità di vendita per chi le produce. Insomma Europa unita o divisa un mercato di consumatori.
Una politica Democratica US ci avrebbe visti attoniti spettatori e contributori in solido di conflitti che nulla o danni avrebbero prodotto e mi si perdoni senza contare le vite umane civili o militari che siano, spesso definite purtroppo danni collaterali, cosicché le nostre coscienze non abbiano troppo a soffrirne.
Anche se in modo semplicistico, così osservato il quadro, dobbiamo scegliere tra rinunciare al sogno europeo o ridisegnarlo perché così non va!
La speranza mi porta alla soluzione di ridisegnare, perché quell’Europa che immagino, non esoscheletrica, ma endoscheletrica forte di unica sanità e previdenza, unica politica di sviluppo del lavoro ed industriale, unica e sinergica nei trasporti, mobilità e logistica, ci renderebbe forti anche nella Diplomazia che oggi ancora si declina nazionalmente nei singoli Stati.
Non parliamo di puro single malt, ma di blended. Le miscele cercano e tendono al meglio.
Facciamo qualcosa che Altri non vogliono Noi si faccia!
Ma ritorno a quei Fondamenti della Costituzione Italiana che assolutamente devono essere in quella Europea.
VINCENZO CUOMO