La Cappella Balbi
GLI ANGOLI DIMENTICATI DI SAVONA
LA CAPPELLA BALBI
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RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Ventesima parte)
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Stiamo percorrendo, in agevole discesa, il tratto stradale che, da Lavagnola ci conduce al centro della nostra città.
Per la precisione, abbiamo superato via Crispi e stiamo percorrendo via Torino; siamo quindi arrivati in Villapiana. Ma, superato il primo tratto viario (e, più precisamente, quello interposto tra via Giuseppe Verdi e via Amalfi) un nostro carissimo amico ci ha fatto notare che, al numero civico 114 Rosso di via Torino, esiste uno degli angoli più suggestivi della nostra città, e, più precisamente, la cappella di una residenza nobiliare. Aldo ci ha fatto, tuttavia, notare che, su questo particolare edificio storico egli aveva già scritto in passato e, più precisamente, nell’ottobre dell’anno 2006. Di conseguenza, con unanime del consenso, abbiamo deciso di ripubblicare l’articolo di allora così intitolato. GLI ANGOLI DIMENTICATI DI SAVONA LA CAPPELLA BALBI Quanti cittadini Savonesi conoscono la Cappella Balbi? Porta in legno
Se avranno la fortuna di reperire le chiavi (presso la Sede della Croce Bianca di Savona) potranno entrare e scoprire un locale assai angusto (un autentico scrigno), di una decina di metri quadrati di superficie, il quale riceve una flebile luce da due piccole finestre inferrate, che si affacciano su via Torino. Che cosa è possibile trovare all’interno di questo piccolo locale? Procediamo con ordine:
Adorazione dei pastori
Annunciazione
Queste due opere, sotto il profilo pittorico, vogliono imitare due tele (all’ interno di finte cornici) e destano nel visitatore una grande emozione; infatti i personaggi rappresentati uniscono, accanto ad un profondo sentimento mistico, anche il senso del vissuto quotidiano (vedi, ad esempio: il bastone con il cestino delle uova del pastore, nella NATIVITA’, oppure il cestino contenente la tela e gli attrezzi per la cucitura, nell’ ANNUNCIAZIONE). Di particolare rilievo è, poi, la perfetta condizione di conservazione di questi due affreschi, la quale offre l’ istantanea impressione che entrambe le opere siano state realizzate da pochissimo tempo, in virtù della loro nitidezza coloristica e dalla straordinaria definizione delle immagini.
L’assunzione
La zona circostante l’altare è quella che ha subito i danni maggiori; in particolare, i ritratti di san Gioacchino e di Sant’ Anna (dipinti in grigio chiaro per simulare il colore del marmo ed incorniciati da nicchie dipinte, di chiara fattura barocca) appaiono, almeno per metà, irrimediabilmente perduti. L’altare
Dunque: ci troviamo di fronte ad un patrimonio pittorico di notevole interesse, che dovrebbe fare onore ed essere di vanto a tutta la comunità savonese, anche perchè gli affreschi, sopra illustrati, risalgono alla seconda metà del 1700 e sono stati attribuiti, dopo diverse diatribe interpretative, al pittore savonese Giovanni Agostino Ratti (1699 – 1775). Fanno testo, in questo senso, le approfondite ed accurate ricerche di vari studiosi, tra i quali desidero citare, in particolare, la Professoressa Flavia Folco e Giuseppe Buscaglia, autore, tra l’altro, della splendida pubblicazione: GIOVANNI AGOSTINO RATTI: PITTORE – INCISORE – CERAMISTA. Ma questo piccolo locale è importante non soltanto per la sua valenza artistica, ma anche per la sua illustre storia. Con atto stipulato il 26 aprile 1932, la Croce Bianca di Savona acquistò dai Signori Astengo Ing. Carlo Agostino, Astengo Dott. Ottavio, Astengo Cav. Giuseppe e Savio Ing. Giuseppe, i locali al piano-terra del nuovo palazzo per insediarvi un servizio sanitario ambulatoriale, rivolto a tutti i cittadini del quartiere ed, in particolare, agli operai della Scarpa Magnano. Ora è giunto il tempo di realizzare il recupero di questo piccolo gioiello, di valorizzarlo e, soprattutto, di restituirlo alla legittima fruibilità di tutti i cittadini savonesi. ALDO PASTORE 24 OTTOBRE 2006 Breve annotazione finale Recentemente, in questi ultimi anni, la cappella è stata riaperta, durante le feste natalizie, per esposizione di presepi e mostre natalizie.
Ma anche questa pregevole iniziativa ha cessato di esistere; chiediamoci perché!!
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