LA BATTAGLIA di MARENGO E…CELLE (Terza parte)
Avvenimenti storici, aneddoti, proverbi, curiosità, aforismi, profili, elzeviri, spigolature, indiscrezioni, ‘chicche’…
LA BATTAGLIA di MARENGO E…CELLE
Impianto di Michele Manzi
Terza Parte
QUI la seconda parte QUI la prima parte
L’ “Armata di Liguria” del Generale Massena
di Tiziano Pranzi
Il nostro comprensorio, teatro di battaglia 1800 14 aprile (pag. 98)
Deve la Communità di Celle alli Sig.ri Individui per vacche prese in requisizione d’ordine del Generale in Capo Massena – prese Coattivamente
Subito dopo Massena, preoccupato per la mancanza di notizie, decide di raggiungere le truppe dell’aiutante generale Sacqueleu per impiegarne gli uomini contro gli austriaci di Sticker che scendevano dall’Appenino. Egli prende con sè solo cinque uomini e dirigendosi verso il Bricco delle Forche, trova segni del passaggio di truppe, non essendo pratico dei luoghi, si affida alla guida di un pastore che, o per imperfetta conoscenza dei sentieri, o volendo tradire francesi, conduce i sei militari quasi in prossimità dell’avanguardia di Sticker.
Essendo riuscito ad evitare il pericolo a causa del sopraggiungere di alcuni soldati che lo riconducano sulla buona strada, Massena incontra verso le 18.30 l’intera briugata di Sacqueleu ferma ai piedi del Monte Greppino, nei pressi di Alpicella. Di fronte ad una truppa rumasta inutilmente ferma sulle proprie posizioni quando pochi uomini di rinforzo sarebbero stati sufficienti ad evitare la perdita di uomini e munizioni durante la battaglia di Monte Croce. Massena non riesce a trattenere la rabbia ed in un tempo d’ira si getta su Sacqueleu e nonostante i tentativi di quest’ultimo di giustificarsi, lo degrada di fronte ai suoi soldati.
Poi ancora irritato per la mancanza di spirito di iniziativa del subalterno, prende di persona il comando dègli uomini e scende a grandi passi verso Varazze dove giunge a notte inoltrata, piombando alle spalle delle forze di Lattermann e Bussy che, riunitesi, premevano le truppe di Fressinet.
Quest’ultimo al rumore delle fucilate che annunciavano il sopraggiungere dei rinforzi, dopo aver invertito la direzione di marcia, riesce a far indietreggiare al di là di Varazze dieci battaglioni di Austriaci che tentavano di raggiungere Cogoleto. Infine le precarie condizioni dei suoi, la perdita di più di 400 uomini fra caduti e feriti e l’innato senso di prudenza, convincono Massena a non correre il rischio di una battaglia notturna e, temendo di essere facilmente accerchiato dagli Austriaci. lascia Varazze e dispone le proprie truppe per la notte nei pressi di Cogoleto.
Dopo la Battaglia di Monte Croce presso Varazze in breve tempo il generale Melas riuscì a raggiungere l’obiettivo di separare Massena e Soult da Suchet; il primo venne isolato a Genova con 18.000 uomini circa, mentre Suchet fu fatto retrocedere verso il Roia e poi verso il Varo. Gianella terza settimana di Aprile il generale Ott aveva stretto Genova d’assedio con i suoi 24.000 uomini, mentre la marina Britannica assediava la città dal mare. Per Napoleone molto dipendeva da quanto Massena avrebbe potuto resistere.
Il suo possesso di Genova costituiva l’unico ostacolo per la progettata invasione della Francia ad opera del generale Melas, mentre una resa prematura avrebbe reso inattuabile il piano di Bonaparte relativo all’armata di riserva al passaggio delle Alpi. Così l’assedio del 1800 in Genova fu sostenuto con l’inflessibile tenacia di Massena e con enormi sacrifici e sofferenze della popolazione, ridotta agli estremi, decimata dalla fame e dalle malattie, mentre i poteri civili erano raccolti in mano ad una ristretta deputazione e in seguito quasi nelle mani di Luigi Corvetto, già appartenuto al Direttorio e membro più influente della commissione dei nove che deteneva il potere in Genova dopo il colpo di Stato del 7 dicembre 1799.
CONTO GENERALE DEI DEBITI
(pag.104) che ha dovuto fare questa Comunità di Celle nella Residenza e Passaggio delle Arma- te Francesi e Imperiali e nella penuria – il tutto coattivamente
Il 4 giugno 1800, compiuta ormai la funzione di resistenza, Masse- na si arrendeva e permetteva agli Austriaci di entrare vittoriosi nella città, ma l’imminente battaglia di Marengo avrebbe presto mutato le sorti delle truppe in campo.
Quanto dato ‘coativamente’ dai cellesi (èmmu daetu, ma avùo…), identificati da nomi di famiglie tutt’ora presenti, è stato diligentemente e minuziosamente annotato dai ragionieri francesi, come s’è letto, con quantità e valori, e nel complesso costituisce una considerevole entità. Di quanto abbiano però ricevuto in pagamento non è stato trovato scritto in alcun documento… Chissà, forse neppure un ‘marengo’!
A’ Civetta