… ecco perché piace tanto il Fantacalcio
Italiani, popolo di commissari tecnici: ecco perché piace tanto il Fantacalcio |
Italiani, popolo di commissari tecnici: Che quello italiano fosse un popolo di esperti di tattica calcistica e scovatori di talenti è cosa nota da tempo immemore: passano le epoche, cambiano i governi, ma i commenti più o meno spietati ai risultati della propria squadra del cuore così come a quelli della nazionale sono sempre all’ordine del giorno. La passione per il calcio, così come per altri sport, muove da sempre l’animo degli italiani, che tuttavia negli ultimi anni hanno potuto finalmente trasportare questo desiderio di mettere in mostra le proprie competenze nei cosiddetti Fantasy Sports, un mix tra gioco, fantasia e realtà in grado di creare un mondo parallelo in cui ognuno può finalmente sentirsi protagonista. Con l’espressione Fantasy Sports vengono identificati tutti quei giochi in cui i partecipanti creano formazioni virtuali partendo da eventi sportivi reali, per poi sfidarsi secondo regole prestabilite che vanno a definire punteggi e, di conseguenza, risultati finali. In questa categoria rientra anche il Fantacalcio, uno dei passatempi più amati oggi nel nostro Paese, in grado di unire piccoli e grandi gruppi di persone appartenenti a qualsiasi categoria e ceto sociale, tutti pronti a sfidarsi per tirare fuori il commissario tecnico che è dentro di loro. Nato da un’idea di Riccardo Albini, ispiratosi a un gioco simile praticato negli USA e basato sul baseball, il Fantacalcio ha fatto il suo esordio in Italia nel 1990. Fu tuttavia l’intuizione del noto quotidiano sportivo La Gazzetta dello Sport, che nel 1994 decise di ospitare per la prima volta il gioco sulle sue pagine, a favorire l’esplosione di un fenomeno unico nel suo genere: migliaia di persone si iscrissero al grande torneo nazionale disputato sullo stesso giornale e, allo stesso tempo, altrettanti gruppi di amici finirono per riunirsi e creare una propria lega. Basato su un regolamento piuttosto semplice, il Fantacalcio fece da quel momento breccia nei cuori di tantissimi italiani che, penna e calcolatrice alla mano, cominciarono a studiare la propria formazione ideale. Meglio puntare sui grandi campioni e investire gran parte dei crediti disponibili su di essi o scommettere sul giovane talento della neopromossa? E su quale squadra fare affidamento per costruire la struttura portante della propria rosa? Questi e altri dubbi hanno avvolto per anni schiere di fantallenatori pronti a dimostrare sul “campo” la propria bravura, spingendo anche coloro che si dicevano meno interessati all’andamento del campionato verso la ricerca degli aggiornamenti più recenti su risultati, gol, infortuni e calciomercato. Nel giro di poco tempo, dunque, il Fantacalcio ha finito per diventare un vero e proprio must per giocatori di tutte le età (inclusi coloro che da adolescenti degli anni ’90 si trovano tuttora, adulti e padri di famiglia, a “perseverare” nel diabolico passatempo), talvolta più interessati alle vicissitudini della propria fanta-squadra che a quelle del team reale da sempre sostenuto. A dimostrazione di quanto questo gioco non sia stato mai intaccato dal passare del tempo basta vedere come il regolamento sia rimasto sempre pressoché invariato – salvo piccoli accorgimenti e novità introdotte negli anni – e fondato su bonus e malus che oggi rappresentano dei pilastri incrollabili, dal +3 per il gol segnato al -1 per il gol subito dal portiere. Il fenomeno Fantacalcio non riguarda però solo l’Italia, ma è ormai una vera e propria febbre anche in altre nazioni, come Gran Bretagna e Svizzera, dove il gioco viene praticato con regole pressappoco simili alle nostre. L’impatto di tale gioco a livello culturale e di costume praticamente ovunque è dimostrato anche dalla pubblicazione di diversi libri che spiegano trucchi e segreti per diventare allenatori vincenti e “invidiati”: basti pensare al volume “L’arte di vincere al Fantacalcio” di Matteo Freddi o a “Wasting Your Wildcard” dell’inglese David Wardale, vero esperto dell’argomento sin dai primi anni ’90. Insomma, da semplice passatempo tra amici, il Fantacalcio è riuscito a valicare i confini dello sport per trasformarsi in un vero e proprio evento di “aggregazione”, in grado di unire sotto la stessa bandiera tifosi di squadre rivali, intenditori e “novellini”, adulti e ragazzi: un mondo sospeso tra fantasia e realtà in cui sentirsi veri protagonisti dello sport più amato.
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