In ricordo del pittore Daniel Bec
LETTERA A MARAT A Daniel Bec, pictor optimus
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LETTERA A MARAT
A Daniel Bec, pictor optimus
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Troppo profonda è la tua ferita: dal petto squarciato in un amen se ne fuggì, con la vita, la voce, e, con lei, le tue parole di fuoco contro speculatori e profittatori, contro chi finge di agire per il bene comune mentre traffica per i suoi beni privati, contro chi proclama giusta l’ingiustizia perché legge di natura che premia il più forte. La coltellata della vergine girondina di Caen, onde impedire che si spargesse altro sangue, ti ha reciso l’aorta e colpito il polmone destro. Impossibile fermare l’emorragia: troppo profonda è la tua ferita per poter essere ancora curata, lavata, rimarginata. Era mortale come il tuo corpo malato. non come il sogno della tua città ideale. Non c’è sangue o vendetta che la possa lavare: la Rivoluzione vuole i suoi martiri e le sue vittime (tra cui la stessa ventiquattrenne Charlotte) a furor di popolo; eppure, malgrado le teste mozzate e il sangue versato né l’orizzonte terrestre né quello celeste si sono avvicinati di un millimetro, il fuoco dell’odio e della violenza continua a covare sotto la cenere del sempre meno prospero Occidente, e intanto si continua a morire sui fronti di guerra sparsi nel mondo, o per inedia o per disperazioneo o affogati inseguendo sogni di libertà e di pace. I nuovi ricchi non sono migliori dei vecchi: temono la moltitudine crescente dei poveri vecchi e nuovi, ma non intendono rinunciare a nessuno dei loro privilegi, nemmeno ai beni superflui. Nessun miracolo economico si è più visto dopo la moltiplicazione dei pesci e dei pani alla fine del sermone della montagna. Gli idoli sono sempre sui loro piedestalli eretti dalla credulità, dalla supertizione, dalla paura, dalla vanità e dalla follia, hanno solo provveduto a cambiarsi di nome e di posto per confondere le idee agli affamati e agli assetati di verità e giustizia. I mostri continuano a nascere dal sonno di una ragione che stenta e tarda a risvegliarsi. In attesa di un nuovo cielo e di una nuova terra, il Terrore è sempre all’ordine del giorno in troppe parti del pianeta. Così la tua ferita tinge ancora di rosso l’acqua in cui cercavi tregua al tuo male, e sei rimasto là, con quella supplica in mano, in quella vasca-sepolcro immortalata da Jacques-Louis David. Troppo profonda è la tua ferita, il tuo sangue continua a colare sulle carte e non c’è altro sangue che lo possa lavare, l’ingiustizia regna ancora sul mondo, la Rivoluzione ha divorato tutti i suoi figli e il paradiso è sempre più lontano… FULVIO SGUERSO |