In Liguria oggi più che mai occorre riflettere

IN LIGURIA OGGI PIU CHE MAI OCCORRE RIFLETTERE

IN LIGURIA OGGI PIU CHE MAI
OCCORRE RIFLETTERE

LIGURIA: IGNAVIA E VOGLIA DI POTERE 

La Liguria non è più la terra:

“dove gigante è l’olivo e sfavilla di pampini al sole”.

La Liguria è la terra del più grande scandalo bancario italiano (CARIGE), del dissesto idrogeologico, delle infiltrazioni mafiose nella gestione dei rifiuti, di un tasso di disoccupazione tra i più elevati del Paese, delle infrastrutture in eterno ritardo, della deindustrializzazione che ha lasciato in eredità siti inquinati mai sottoposti a bonifica, della cementificazione selvaggia, dei componenti i gruppi consiliari regionali indagati (qualcuno anche condannato) per le “spese pazze”.

Una regione mal governata da decenni, così come mal governate sono state le sue principali Città.

Eppure gli artefici di questo malgoverno, di un soffocante sistema di potere, non esitano a tentare di riciclarsi ancora ai vertici della Regione, lanciando in pista famiglie sodali.

Tutta l’Italia ha assistito alla deprimente vicenda delle primarie del PD, svoltesi nello scorso Gennaio, tra accuse di brogli, malversazioni, partecipazioni coatte al voto di nuclei organizzati di extracomunitari.

In questo gioco al massacro si è imposta la neofita renziana già assessora uscente e moglie del presidente dell’Autorità Portuale di Genova: un personaggio dalle dichiarazioni sfrontate proprio sul terreno dell’idea stessa della gestione del potere

Non me ne voglia il mio amico Franco Astengo se ho fatto un copia incolla del preambolo del suo articolo del 17/3, ma migliore descrizione non poteva essere fatta per significare il vero quadro della nostra terra.

La terra dei miei avi, la terra che la mia famiglia, come tante altre famiglie,  da generazioni ha contribuito a rendere ricca con il proprio sudore, trasformando un

 territorio,  povero per via della sua morfologia, schiacciato fra i monti e il mare, e povero  di ricchezze naturali, in una parte importante del triangolo industriale, che ha contribuito non poco a portare l’Italia a diventare nel dopoguerra la sesta potenza economica mondiale, è stata ridotta al livello delle più disperate regioni meridionali, con gli stessi metodi usati dai politici di quelle regioni: CLIENTELISMO e AFFARISMO della peggiore specie.

Dico della peggiore specie perché la Liguria, al contrario della Sicilia o della Calabria geograficamente si trova in Padania e il passato della nostra regione ha viaggiato di pari passo con le altre regioni nel Nord; ora invece, dopo la cura di Burlando e del suo clan, ci troviamo completamente fuori da ogni standard padano in qualsiasi campo specialmente per ciò che concerne l’economia .

I numeri parlano chiaro: se una regione, che sino a pochi anni fa contribuiva al pari delle altre regioni del Nord alla formazione del PIL e alla creazione di quelle risorse, che poi in parte venivano utilizzate per creare il welfare nazionale e in parte dissipate nelle regioni del Sud attraverso la intermediazione del governo centralista, ora si trova a essere l’ unica regione del Nord  non solo fanalino di coda delle regioni del Nord, ma addirittura a livello inferiore di tante regioni del centro Italia e con livelli occupazionale al di sotto della media nazionale, specialmente per ciò che concerne la disoccupazione giovanile.


Quando mi trovo all’estero, potrei prendere ad esempio la Florida o la California, ma senza andare tanto distante il vicino Midi Francese, aree di grande sviluppo turistico, turismo che ha portato anche sviluppo all’economia collaterale come l’agricoltura e l’industria, mi domando perché regioni come le nostre regioni meridionali non siano riuscite a fare altrettanto, potendo  disporre ulteriormente di  bellezze paesaggistiche uniche, ma soprattutto di un immenso patrimonio culturale, artistico sino alla buona cucina con  produzioni agricole tipiche che non hanno certamente rivali al mondo?

La risposta sta nella cattiva gestione della cosa pubblica, cattiva gestione unita alla corruzione, che negli anni ha fatto sì che non solo regioni come la Sicilia, la Calabria o la Campania, malgrado la miriade di aiuti, non abbiano tenuto il passo con le altre regioni europee più povere, ma addirittura hanno arretrato e si sono poste  sotto il livello delle regioni in assoluto più povere come la Bulgaria o la Grecia.

La cattiva gestione della cosa pubblica di quelle aree la conosciamo dai libri di Rizzo/ Stella, o di Mario Giordano o dai programmi televisivi di Giletti e Porro; essa porta poi all’effetto inevitabile dell’involuzione economica con conseguente disoccupazione, emigrazione e fuga da quelle aree dei giovani migliori e con ulteriore impoverimento del territorio.

E’ vero che i territori citati sono prigionieri da secoli del fenomeno malavitoso e mafioso, ma qualora vi fosse una amministrazione efficiente e onesta e non collusa, è indubbio che anche la malavita avrebbe meno opportunità di proliferare e farla da padrone e la prova di ciò sta nel fatto che nel mezzogiorno d’Italia povertà, mafia da una parte e economia e benessere dall’altro sono spesso collocate a macchia di leopardo e l’una inversamente proporzionale all’altra.

Va da sè che economia, occupazione da una parte e malgoverno e malaffare dall’altra sono fenomeni inversamente proporzionali. (un proverbio del sud dice che non vi è povertà senza peccato).

Volendo fare un parallelo con la nostra cara Liguria, la domanda che si devono fare i cittadini liguri di sinistra che si ritengono intellettualmente onesti e intelligenti è la seguente:

Com’è stato possibile che una regione ricca sia di tradizioni industriali, sia di tradizioni mercantili e geograficamente facente parte della laboriosa Padania, che sino a non moltissimi anni fa viaggiava allo stesso passo delle regioni del Nord possa essere caduta ai livelli delle regioni meridionali? 

Per quale motivo i nostri giovani, se vogliono avere un futuro e non riescono a trovare impiego nelle amministrazioni pubbliche, come i siciliani, i calabresi e i napoletani, non hanno altra alternativa che emigrare?

Siccome per ogni effetto vi è una causa, la risposta sta nel titolo dell’articolo già citato che pennella perfettamente: “ IGNAVIA E VOGLIA DI POTERE”, che  sono poi le  stesse malattie del SUD.

(IGNAVIA)

L’ignavia dei cittadini molto spesso appagati dalla pensioncina, che peraltro deve fare fronte a un costo della vita che non ha eguali in Italia, o dal piccolo privilegio ottenuto con la complicità del sindacato, e dall’egoismo di vivacchiare gli ultimi anni della loro esistenza nella completa tranquillità, senza pensare a ciò che lasceranno ai loro nipotini in termini di opportunità nella economia reale.

L’ignavia di una popolazione vecchia non più orgogliosa e tenace come erano i nostri avi, che si è adagiata supinamente a ciò che possiede oggi in una comoda pigrizia, senza pensare a ciò che potrà perdere domani e principalmente senza pensare a ciò che sta lasciando ai propri nipoti.

Standard culturale politico molto basso che non porta a un voto di opinione intelligente e lungimirante ma  a un voto tendente a non muovere niente, perché se qualcosa si muove dà quasi fastidio; da ciò la inevitabile conseguenza (o effetto): un inesorabile cammino del territorio  verso il sottosviluppo.

Ormai la classe media ligure non è più la borghesia produttiva bensì una classe parassitaria, spesso super protetta che non produce nulla ma che vive di stato sociale, quello stato sociale creato molti anni fa dal lavoro dei padri e dei nonni e ora mantenuto con enorme fatica dai lombardi, veneti, piemontesi o emiliani; una classe  media che preferisce dedicarsi al tennis, al golf o alle bocce o a fare i filantropi con i soldi degli  altri anziché cercare di creare ricchezza per se stessa e di conseguenza per la società.

(VOGLIA DI POTERE)

Tutto ciò si intreccia con la mediocrità e la onnipotenza di una classe dirigente  imperniata su un grigio personaggio, che la fa da padrone da oltre vent’anni e che ha creato l’habitat ideale per perpetrare il potere e tramandarlo ai suoi vassalli, come se la nostra regione fosse una cosa sua, una sorta di monarchia feudale di stile ottomano forte di un consenso carpito con mance e mezzi subdoli al confine della legalità, che ha portato una involuzione e addirittura il degrado della nostra regione.

Come nel sultanato dell’impero ottomano spesso i funzionari venivano reclutati fra gli schiavi cristiani convertiti alla fede islamica, anche in Liguria al fine del potere a tutti i costi, piccoli personaggi di altri partiti (purché portino anche una manciata di voti) vengono inglobati in questo sistema di potere, che purtroppo attraverso prebende e piccoli benefici riesce a perpetrare  la gestione della cosa pubblica a suo piacimento e pro domo suo.

Io non mi intendo degli “affaires”  della galassia di sinistra; Franco Astengo, che la conosce bene, nel suo articolo (LEGGI)  ha semplificato in modo chiaro  come funzionano le cose in quella galassia nella quale convivono tutti, da Rifondazione  Comunista a Sel ai Verdi ai Democratici di Sinistra, quelli un po’ meno di Sinistra , Renziani, ex Bersaniani, Franceschiniani e chi più ne ha ne metta  , tutti uniti da un unico obbiettivo: distinguersi dagli altri per ottenere un pezzo di potere: il potere a ogni costo, anche perché senza potere non saprebbero cosa fare, semplicemente perché non saprebbero fare niente.


 Naturalmente tanto per essere sicuri di vincere le elezioni non mancano di imbarcare i soliti “ buoni per tutte le salse”: democristiani che,  come denunciato da Cofferati, sono persino andati a votare alle primarie del PD per la Paita.

Naturalmente il direttore d’orchestra è sempre lo stesso da ormai vent’anni: “il grigio personaggio” che sopravvive non di buona amministrazione ma di intrighi, mediazioni, distribuzione di poltrone, soprattutto di distribuzione di mance con i nostri soldi , che è riuscito a sopravvivere malgrado i disastri già accennati, che non mancherò di sviluppare più dettagliatamente in prossimi articoli.

Per anni i giornali, con La Repubblica in testa, ci hanno rotto le scatole con il “conflitto di interessi” di Berlusconi, il quale è stato messo sotto la lente di ingrandimento per vent’anni ( peraltro senza cavarci molto) dalle procure di mezza Italia.

Io sono perfettamente d’accordo che la madre della corruzione sia il conflitto di interessi, ma qualcuno dei ligi votanti liguri della sinistra, si è mai preoccupato di riflettere su quanti conflitti di interessi esistono in Liguria fra tutta nomenclatura di sinistra che ruota intorno a Burlando?

Burlando, Paita, Merlo e i vari amici e amici degli amici, spesso anche alquanto compromettenti (la Dia indaga, poi si vedrà se con ragione o meno), hanno reso ricche le pagine dei giornali locali e non.

Purtroppo per la grande sfortuna della nostra Regione non avremo sentenze se non dopo le  elezioni, come  purtroppo solo dopo le elezioni arriverà pure il giudizio sulla vicenda Margonara (pare a Luglio), che potrebbe costare cara al contribuente ligure, come se non fosse già tartassato abbastanza di tasse e balzelli regionali imposti negli ultimi dieci anni da Burlando & C. che fanno della nostra regione la più tassata d’Italia.

Una volta Montanelli aveva invitato i propri lettori a turarsi il naso e votare DC perché riteneva il male minore votare DC rispetto al Pci.

In Liguria i vecchi DC e i vecchi PCI (con altri nomi da CCD a Ncd a Rifondazione Comunista e Sel passando per i Verdi) convivono da anni in una  ammucchiata unica cattocomunista e hanno creato un sistema di potere con i risultati che vediamo, sia in termini di economia che soprattutto di moralità.

Mi domando come le persone di sinistra serie e moralmente integerrime, come lo ero io quando mi identificavo in quella parte politica, possano continuare a turarsi il naso e votare per il ”boia con la speranza che sia delicato”, ed essere complici con il loro voto di questi personaggi responsabili della deriva continua della  la nostra cara regione.

Dicevano i Latini: Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

La  mia grande speranza è che il popolo di sinistra che vive in Liguria questa volta rifletta, per il bene dei propri  figli e nipoti……..forse siamo ancora in tempo.

Silvio Rossi

Lega Nord

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