Il volto della memoria (Trentatreesima parte)

IL VOLTO DELLA MEMORIA  (Trentatreesima parte)
L’ENCICLICA SUL CLIMA DEL PAPA
FA PAURA AL GIGANTE PETROLIFERO EXXON

IL VOLTO DELLA MEMORIA
(Trentatreesima parte)

Alcuni lettori hanno posto, alla nostra attenzione, un articolo giornalistico, a firma di PAOLO MASTROLILLI, comparso sul quotidiano “IL SECOLOXIX” in data 2 giugno 2015.

Riportiamo, per intero, i Titoli ed il relativo Sottotitolo dell’Articolo in oggetto:

– LA MULTINAZIONALE PROVA A CONVINCERE IL PONTEFICE

 – L’ENCICLICA SUL CLIMA DEL PAPA FA PAURA AL GIGANTE PETROLIFERO

 – MISSIONE DELLA EXXON IN VATICANO PER SPIEGARE LE POSIZIONI USA

 “COMBUSTIBILI FOSSILI INSOSTITUIBILI E L’EFFETTO SERRA NON E’ SICURO”

Dopo questa segnalazione, abbiamo potuto constatare che l’articolo di  PAOLO MASTROLILLI è stato pubblicato, sempre in data 2 giugno 2015, anche dal quotidiano “LA STAMPA” con questi Titoli e Sottotitoli:

– L’ENCICLICA SUL CLIMA DEL PAPA FA PAURA AL GIGANTE EXXON

– IL GRUPPO PETROLIFERO IN VATICANO PER SPIEGARE LE POSIZIONI USA

 “COMBUSTIBILI FOSSILI INSOSTITUIBILI, E L’EFFETTO SERRA NON È SICURO”.


Piattaforma Exxon

Di fronte a questa contraddittoria e, per certi versi, sconvolgente pubblicazione, i lettori (ovviamente, molto interessati all’argomento) hanno chiesto di conoscere il Parere di ALDO PASTORE su TRE DECISIVI ARGOMENTI:

– L’ENCICLICA PAPALE

– L’EFFETTO SERRA

– L’IMPORTANZA DEI COMBUSTIBILI FOSSILI (CARBONE E PETROLIO, IN PARTICOLARE) E LA LORO PRESUNTA INSOSTITUIBILITÀ.

 ALDO ha così risposto:

  

 

1) L’ENCICLICA PAPALE verrà diffusa al Mondo intero in data 18 GIUGNO 2015; pertanto, è scorretto (o, comunque, poco serio) esprimere commenti o,  addirittura, giudizi su questo fondamentale Messaggio Papale, prima della sua ufficiale promulgazione.

E’ pur vero che alcuni esponenti politici degli Stati Uniti si sono già espressi su questo Documento (dall’ex senatore Repubblicano RICK SANTORUM al  columnist CHRIS MOONEY), ma io dissento da questi prematuri giudizi, perché ritengo che TUTTA L’ ENCICLICA VADA PREVENTIVAMENTE LETTA, STUDIATA  E, SOPRATTUTTO, MEDITATA.

Tuttavia, sono certo che L’ENCICLICA SARÀ COERENTE CON I PRINCIPI, GLI IDEALI ED I CONCRETI CONTENUTI DEL “CANTICO DELLE CREATURE” (composto da FRANCESCO D’ASSISI intorno all’anno 1224) e, come tale, DEGNA DELLA MASSIMA ATTENZIONE E DEL RELATIVO GIUDIZIO.

 

2) L’EFFETTO SERRA E UNA CERTEZZA SCIENTIFICAMENTE DIMOSTRATA; in tal senso si sono espressi numerosi RICERCATORI E SCIENZIATI DI TUTTO IL MONDO.

E’ sufficiente, in proposito, citare le MAGISTRALI PAROLE DELLA GRANDE SCIENZIATA MARGHERITA  HACK (recentemente scomparsa):

“SE SI VA AVANTI CON QUESTE METODOLOGIE E RITMI DI PRODUZIONE, L’EFFETTO – SERRA AUMENTERA’ ANCORA DI PIU’; SI PREVEDE CHE LA TEMPERATURA MEDIA, TRA CINQUANT’ANNI, POTRA’ ALZARSI ANCHE DI CINQUE O SEI GRADI.

LE CONSEGUENZE SARANNO: SCIOGLIMENTO DEI GHIACCIAI, DILATAZIONE TERMICA  DEGLI OCEANI, INNALZAMENTO DEL LIVELLO ALTIMETRICO DEI MARI ED, INFINE, SOMMERSIONE DI TANTE CITTA’ COSTIERE”.

Di conseguenza, SONO PRIVE DI FONDAMENTO LE AFFERMAZIONI DELLA MULTINAZIONALE EXXON (E RELATIVI PSEUDO –  SCIENZIATI DI SOSTEGNO), SECONDO I QUALI L’EFFETTO – SERRA NON SAREBBE SICURO.

Ma, per non essere eccessivamente lungo e pesante, suggeriscono ai nostri Amici Lettori di rileggersi la  NONA PARTE DI QUESTA PUBBLICAZIONE (IL VOLTO DELLA MEMORIA), CHE ILLUSTRA, CON SUFFICIENTE CHIAREZZA, LE CAUSE INDUCENTI ALTERAZIONI DELL’ATMOSFERA TERRESTRE, CON CONSEGUENTE NASCITA DELL’EFFETTO – SERRA.

3) In merito AL TERZO DECISIVO ARGOMENTO (L’IMPORTANZA DEI COMBUSTIBILI FOSSILI E LA LORO PRESUNTA INSOSTITUIBILITA’) MI PERMETTO DI SOTTOPORRE, ALL’ATTENZIONE DEI NOSTRI AMICI, IL SEGUENTE ARTICOLO DATATO 30 SETTEMBRE 2010, COSI’ INTITOLATO:

IL TRAMONTO DEL CARBONE

La Commissione dell’Unione Europea ha deciso che entro il 2014, la produzione di Carbone verrà a cessare. Dovrebbero ragionarci un po’ su gli incalliti sponsor dei carboni fossili, che continuano ad operare (purtroppo) nel Comprensorio Provinciale della nostra Savona


In assenza del carissimo Alter, è rimasto a me il compito di approfondire, in maniera più completa, i temi del RUOLO DEL CARBONE nella genesi della PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE e dell’inarrestabile declino del suo utilizzo nell’evoluzione produttiva attuale e futura.

Gli storici datano il decollo della Prima Rivoluzione Industriale attorno agli anni ottanta del 1700, allorquando entrarono in funzione, per la prima volta, le macchine a vapore, alimentate a carbone, nell’Industria Cotoniera Britannica; i guadagni in termini di produttività furono stupefacenti: tra il 1787 ed il 1840 la produzione britannica balzò da 22 Milioni a 366 Milioni di Libbre, mentre i costi di produzione caddero in forte ribasso.

Dopo il 1830, la tecnologia a vapore, alimentata a carbone, si diffuse in Europa ed incominciò ad essere sfruttata al pieno delle proprie potenzialità.

In Belgio, soprattutto, il numero delle macchine a vapore venne a raddoppiare tra il 1830 ed il 1838; nel 1850 questa Nazione divenne altamente industrializzata, con 2.300 macchine a vapore, che producevano 66.000 cavalli di potenza.

La Krupp introdusse la prima macchina a vapore in Germania nel 1835.

In Francia ed in Italia, l’avvento e l’utilizzo del carbone è avvenuto più tardivamente, vale a dire in pieno ottocento; tuttavia, il suo impiego è stato, da sempre, di notevole entità; in proposito, un cenno particolare va rivolto alla nostra Savona, ove il carbone è stato il promotore di una economia assolutamente straordinaria: ne sono testimonianza lo splendido trattato di Nello Cerisola “STORIA DELLE INDUSTRIE SAVONESI” e, soprattutto, la concreta realizzazione del percorso funiviario che collegava, in modo esemplare, il Porto della Città con l’Entroterra Valbormidese.

Negli anni successivi, il Carbone è diventato, per così dire, il “Padre” dell’ Europa Moderna e questo non solo perché (come ha correttamente evidenziato Mario Deaglio)

“La prima guerra mondiale si combattè attorno alle miniere di carbone e di ferro dell’ Alsazia e della Lorena, ma anche perché, proprio per superare lo storico contrasto che opponeva duramente Francia e Germania, venne costituita, nel 1951, la CECA (COMUNITA’ EUROPEA DEL CARBONE E DELL’ACCIAIO) primo mattone di quella costruzione economico-politica che, oggi, si chiama UNIONE EUROPEA. E i primi treni a traversare le frontiere comunitarie, senza pagare dazi, furono i lunghi, grigi convogli che spostavano carbone e ferro tra i sei Paesi dell’originaria intesa europea.”

Ma, oggi, le cose non stanno più così e stanno rapidamente mutando:

“L’UNIONE EUROPEA NON VA PIU’ A CARBONE”

Questo è il titolo dell’Articolo de “LA STAMPA” del 22 Luglio 2010 (pag 23).

Perché questo titolo? La ragione è estremamente semplice:

“La Commissione dell’Unione Europea, presieduta da Josè Manuel Barroso, ha prescritto che non potranno più essere concessi aiuti finanziari ai produttori di carbone e, quindi, ai titolari delle miniere.

I sussidi in essere (2,8 Miliardi di Euro nel 2008) dovranno essere gradualmente eliminati entro il 2014; nel frattempo, potranno essere finanziate soltanto le riorganizzazioni operative, finalizzate alla cessazione dell’attività.

In ogni caso, entro il 2014, la produzione di Carbone verrà a cessare.”

La tabella sottostante sintetizza, in maniera emblematica, le modificazioni quantitative che si sono verificate nella produzione del Carbone in Europa dal 1962 ad oggi; l’attuale Proposta U.E. indica la strada della completa chiusura estrattiva.

E’ ovvio, peraltro, che la proposta stessa dovrà pervenire sul tavolo dei diversi Governi ed, infine, all’approvazione definitiva del Parlamento Europeo.

A questo punto, viene spontaneo chiedere: DA DOVE NASCE L’ESIGENZA DI ASSUMERE UN PROVVEDIMENTO COSI’ DRASTICAMENTE RISOLUTIVO?

La risposta a questo fondamentale quesito è fornita dai seguenti fatti e relativi dati:

Nel Gennaio 2007, l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite ha pubblicato il suo Quarto Rapporto di valutazione.

Venticinquemila Scienziati di ogni disciplina e campo di studio, provenienti da più di 130 Nazioni, hanno speso anni a condurre indagini sul campo, raccogliere dati, cercare modelli di simulazione al computer e pubblicare studi, culminati, infine, nella pubblicazione del più esauriente rapporto mai stilato sullo STATO DELLA BIOSFERA TERRESTRE.

Questo rapporto giunge alla conclusione che il riscaldamento globale, indotto dalle attività umane, sta già influenzando il clima e la chimica della terra, minacciando gli ecosistemi e le specie, da cui dipende la nostra sopravvivenza

. Secondo l’IPCC, la concentrazione globale di BIOSSIDO DI CARBONIO (CO2) nell’ atmosfera è aumentata dal valore preindustriale di 280 PPM (Parti Per Milione) a 379 PPM nel 2005.

L’attuale concentrazione di CO2 nell’atmosfera terrestre supera di molto la banda naturale di oscillazione rilevata negli ultimi 650.000 anni (da180 a 300 PPM), stabilita esaminando i ghiacciai profondi.

. La concentrazione atmosferica globale di METANO è aumentata rispetto al valore pre-industriale di circa 715 PPB ( Parti Per Miliardo) a 1774 PPB nel 2005.

Come la concentrazione di CO2, anche quella di Metano, nell’atmosfera di oggi, supera, di gran lunga, la banda naturale di oscillazione degli ultimi 650.000 anni.

. La concentrazione nell’atmosfera di PROTOSSIDO DI AZOTO (N2O), il terzo principale Gas-Serra, è aumentata dal valore pre-industriale di 270 PPB a 319 nel 2005.

Insieme, questi tre Gas- Serra stanno diventando sempre più diffusi nell’atmosfera Terrestre e stanno intrappolando il calore creato dalla radiazione solare che colpisce la crosta terrestre, impedendogli di disperdersi nello spazio (EFFETTO SERRA).

Il risultato è che l’atmosfera terrestre si sta riscaldando molto rapidamente: undici degli ultimi vent’anni sono stati fra i dodici anni più caldi, da quando si iniziarono a registrare i dati meteorologici, verso il 1850.

–   Quali sono le conclusioni di questo FONDAMENTALE RAPPORTO?

Noi le possiamo così sintetizzare:

1)  Il riscaldamento atmosferico globale non è altro che il CONTO ENTROPICO, presentatoci dalla prima, ma anche, dalla seconda rivoluzione industriale (fondata, sotto il profilo energetico, sull’utilizzo massiccio del petrolio e dei suoi derivati).

Il mondo industrializzato ha bruciato ingenti quantitativi di carbone, petrolio e gas naturale al fine di permettersi un elevato stile di vita.

Il biossido di carbonio e gli altri gas serra, che ne sono derivati, ora, per converso, stanno soffocando l’atmosfera terrestre.

 2)   Proseguendo o (peggio) accentuando l’attuale modo di produrre e di consumare, gli esseri umani condurranno il pianeta verso un tragico destino.

L’IPCC stima che il raddoppio della concentrazione del biossido di Carbonio nell’atmosfera terrestre, molto probabilmente, provocherà un riscaldamento della superficie terrestre fra i 2 ed i 4,5 gradi Celsius, con effetti disastrosi sugli equilibri geologici ed idrologici planetari e con l’estinzione di una quota, compresa tra il 20 per cento ed il 70 per cento delle specie viventi, attualmente conosciute.

 

3) Ne consegue un semplice avvertimento: dobbiamo modificare il nostro modo di produrre e di consumare , ma, verosimilmente, anche il nostro modo di concepire  l’esistenza sul Pianeta “Terra”.

In particolare, dobbiamo porci la seguente domanda: QUALE FUTURO POTREMO LASCIARE, IN EREDITÀ, ALLE GENERAZIONI CHE VERRANNO DOPO DI NOI?

Per queste ragioni e nell’attuale contesto, dobbiamo progressivamente abbandonare i sistemi energetici che sono stati ala base della prima rivoluzione industriale (CARBONE) e della seconda rivoluzione (PETROLIO) per imboccare la strada delle energie naturali rinnovabili e dell’energia nucleare di quarta generazione (allorquando questa potrà essere, in un prossimo futuro, messa a disposizione, senza incorrere nelle gravi ed intollerabili contro indicazioni attuali)

 4)  La prescrizione della Commissione Europea (precedentemente citata) va in questa direzione, nel senso che rappresenta un forte segnale politico per l’impostazione di una nuova scelta energetica.

ALDO PASTORE            30 Settembre 2010

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.