Il ritorno dell’eroe

Il ritorno dell’eroe

Il ritorno dell’eroe                        

Joseph Campbell teorizzava che ognuno di noi, in determinate condizioni, potesse trasformarsi in eroe.

;Questo cambiamento si sostanzia in un viaggio, le cui tappe altro non sono che prove da superare nelle quali ci confrontiamo con gli archetipi, ossia con gli status e simboli primordiali che albergano nel nostro inconscio.

In questi giorni chi attraversa percorsi irti di ostacoli superandoli, invece di vedersi riconoscere capacità e professionalità, viene denigrato ed offeso. 

Una parte di questa società ritiene che l’insulto sia parte della normale dialettica, che possa essere il fondamento di arzigogolate discussioni, purtroppo anche nelle aule parlamentari.

Questa settimana due fatti mi hanno colpito, le minacce ricevute dagli infermieri dai propri vicini di casa (episodi avvenuti a Roseto degli Abruzzi, Torino, Lucca, Napoli ma anche in Francia e Spagna) e la “calda” accoglienza riservata a Silvia Romano.

Questi episodi denotano la barbarie di una società incapace di confrontarsi con ciò che non conosce e che genera ansia e timori. 

La paura della malattia, come quella del diverso, continuano ad albergare, alimentando il potere di una classe politica indegna di essere tale. 

Silvia, con l’entusiasmo dei suoi vent’anni scelse di rischiare pur di rispettare l’obiettivo di vita che si era prefissa, medici ed infermieri fanno lo stesso, affrontano le difficoltà di ogni giorno con le capacità che hanno, per quello che sono, mettendo a repentaglio la propria vita. 

Se ognuno di noi corresse il rischio di assumersi la responsabilità delle proprie azioni, il rischio di fallire, quello di riuscire, se smettessimo di urlare ed iniziassimo a fare, potremmo, anche noi, trasformarci in eroi.

Non superman o wonderwoman ma quel che basta per rendere migliore questa società.  

CRISTINA RICCI

 

 

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.