Il Risiko dei Sindaci

Il Risiko dei Sindaci

Il Risiko dei Sindaci

La nostra regione è prossima ad affrontare le elezioni per la scelta della nuova amministrazione che avrà il compito di guidarla dalla primavera del 2015. Scalda da tempo i motori il Partito Democratico che sfruttando l’ampio spazio dedicato dai giornali con l’infinita sfida per le “Primarie” mette in prima fila i propri alfieri per una campagna elettorale che di fatto è già iniziata da un anno.

Si sente peraltro discutere delle opinioni dei singoli sfidanti in gioco e non di un programma organico condiviso: in sostanza l’impressione è di essere al bar sport con alcuni presunti esperti di gioco che dicono la loro su come la squadra deve essere messa in campo la Domenica. Ma nessuno di questi ha diretto gli allenamenti, gli anglosassoni definirebbero questo approccio “top down” ovvero pochi che decidono dall’alto verso il basso.

La mia riflessione però è in questo caso indirizzata al nugolo di sindaci in quota PD che da Levante a Ponente dichiarano il loro amore verso l’uno o l’altro candidato. Uno schieramento come nel classico gioco del Risiko.


 

Nulla da eccepire sul fatto che vi siano simpatie o comunque comunanza di idee con l’uno o con l’altro, ma non mi piace vedere Sindaci che sono apertamente dichiarati o schierati, non mi piace perché il Sindaco è un ruolo istituzionale del quale si dimentica che è per legge “super partes”, primo cittadino, ma di tutti i cittadini, rappresentante di Governo, del Comune e dell’Amministrazione tutta, a prescindere da quale colore ne sia alla guida. Non mi piace per rispetto di tutti gli elettori questa prevaricazione del ruolo di partito sul ruolo istituzionale, non mi piace il modo spudorato con cui viene fatto, e non è solo una mera questione di stile. Nemmeno di opportunità.

Ma di decenza. La decenza di occuparsi innanzitutto del proprio territorio per il quale le “cose da chiedere e da trattare” dovrebbero essere ben assodate: le necessità dei cittadini sono la priorità per un Sindaco, se la relazione con il soggetto istituzionale “Regione” deve correttamente essere oliata e bidirezionale, prescinde dal presunto candidato presidente. Peraltro aggiungo che dovrebbe prescindere anche se fosse di altra formazione politica. In sostanza quello che vedo è solamente una forma di propaganda elettorale di un solo partito, pagata con i soldi dei contribuenti tutti.

E’ bene ricordare ai vari sindaci locali, per rimanere in zona il Sindaco di Savona ad esempio, piuttosto che Orsi, di Albisola Superiore, che insieme agli scaioliani ora sono tutti in quota “Paita” (…che culo, ne avevamo tanto bisogno…), o i Sindaci di Celle e Varazze, che sono pagati per fare i Sindaci e non per fare propaganda elettorale. Qualora lo volessero, chi lo nega, possono serenamente rassegnare le dimissioni e dedicarsi “anema e core” al Partito con un po’ di volontariato di cui c’è tanto bisogno, anche per la continua riduzione dei servizi che il Governo sta proponendo. La provocazione magari c’è, ma magari non sarebbe sbagliato avere un approccio più istituzionale e meno di logica di partito, ricordandosi che non c’è discontinuità nelle proposte messe in campo dal Partito Unico e che quindi, se hanno a cuore gli interessi del comune che rappresentano, facciano un gesto coraggioso, forte per cambiare veramente. Non c’è nulla di più coraggioso che cambiare idea, non per interesse, ma per necessità dei propri concittadini superando la mera visione di partito imposta dall’alto per obiettivi più nobili, che non garantiranno la rielezione, perché il consenso non sempre và d’accordo con il governo, ma certamente lascerebbe un ricordo utile in queste elezioni regionali, sarebbe un gesto apprezzabile. Quindi un passo indietro, grazie.

Ce la faranno?

P.S. Auguri di Buon Anno.

ANDREA MELIS

 

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