Il ricovero dell’anziano in idonea struttura

IL RICOVERO DELL’ANZIANO
IN IDONEA STRUTTURA

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Trentaduesima parte)

L’anziano, nei fragili ed ultimi anni della sua esistenza, non sempre può trovare un’idonea assistenza in ambito familiare e, molto raramente, trova conforto in un’appropriata assistenza domiciliare; sempre più frequentemente si rende necessario

IL RICOVERO DELL’ANZIANO IN IDONEA STRUTTURA

MA COME DOVREBBE ESSERE UNA TALE STRUTTURA PER ESSERE CONSIDERATA IDONEA?

Potremmo rispondere con le parole di Simone De Beauvoirè necessario che ogni individuo possa rimanere tale e non possa perdere nulla della sua specifica personalità, nemmeno nei difficili momenti della sua vecchiaia.”

Ma, se consideriamo saggia questa risposta, domandiamoci allora:

QUALE URBANISTICA E QUALE ARCHITETTURA DEBBONO ESSERE ALLA BASE DI UNA STRUTTURA RESIDENZIALE DESTINATA AGLI ANZIANI?

Cercherò, allora, di riproporre, ancora una volta, LE REGOLE che, a mio parere, debbono essere poste alla base dell’EDIFICAZIONE e della GESTIONE di UNA STRUTTURA RESIDENZIALE ASSISTITA PER ANZIANI:

1)   LOCALIZZAZIONE URBANISTICA

Deve essere individuata nel contesto del Piano Urbanistico Comunale e possedere una propria autonomia logistica, nel senso che, possibilmente, non deve essere inserita in area eccessivamente urbanizzata e sovraccarica di traffico, ma, nemmeno, in estrema periferia; deve essere, comunque, facilmente accessibile (soprattutto agli automezzi di pronto intervento).

Inoltre, deve essere dotata di CIRCOSTANTE AREA VERDE, onde consentire agli anziani la possibilità di periodi di vita all’aria aperta.

2) STRUTTURA  ARCHITETTONICA

Deve essere coerente con il Pensiero di Ludwig Mies Van Der Rohe (grande architetto tedesco-americano), secondo il quale “LA DIVINITA’ E’ NEI DETTAGLI“; questa affermazione, in effetti, coglie, in modo esemplare, la VERA NATURA DI OGNI STRUTTURA RESIDENZIALE, che voglia essere armonica con un’ Ottimale Architettura e voglia rispondere, allo stesso tempo, alla logica di sagge e precise Finalità Sociali.

Uscendo di metafora e parlando in termini concreti, occorre ribadire che la concezione architettonica deve essere indirizzata verso EDIFICI DI MODESTE O MEDIE DIMENSIONI, SENZA O CON POCHISSIMI PIANI SOVRAPPOSTI; inoltre, deve essere ispirata al RISPETTO DELLE ESIGENZE DI PRIVACY DEGLI ANZIANI e deve tener conto del PRINCIPIO DI “UMANIZZAZIONE” DEGLI SPAZI, al fine di creare, all’interno della struttura, condizioni di vita ispirate a quelle godute dagli anziani al proprio domicilio.

Inoltre, il progetto deve prevedere la massima razionalità operativa ed, in questo contesto, L’ELIMINAZIONE INTEGRALE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE.


 3) ORGANIZZAZIONE INTERNA DELL’ EDIFICIO

 Deve essere impostata secondo lo schema dei “NUCLEI MODULARI” (dotati di servizi logistici autonomi), garantendo L’INTEGRAZIONE TRA SPAZI PERSONALIZZATI – PRIVATI E SPAZI COMUNI, rivolti, quest’ultimi, alla SOCIALIZZAZIONE SPONTANEA e favorendo, nel contempo, le interrelazioni interne ai singoli nuclei, ed inoltre tra i diversi nuclei ed, infine, tra il complesso della struttura e l’esterno.

 4) ARTICOLAZIONE FUNZIONALE DEI SERVIZI

 All’interno della Struttura, debbono essere presenti i seguenti servizi:

– SERVIZI DI VITA COLLETTIVA

– AREA ABITATIVA INDIVIDUALE

– SERVIZI SANITARI (palestra – fisiochinesiterapia);

– SERVIZI AUSILIARI E SERVIZI GENERALI (cucina – lavanderia – magazzini etc.)

Sin qui, dunque, L’IDEALE STRUTTURA DI UNA RESIDENZA PROTETTA PER ANZIANI, così come è stata ipotizzata e descritta da numerosi testi scientifici, vertenti su questa materia.


MA QUALE E’, ATTUALMENTE, LA SITUAZIONE REALE E CONCRETA DELLE STRUTTURE OSPITANTI PER ANZIANI, UBICATE NELLA PROVINCIA DI SAVONA?

È sufficiente, a questo proposito, leggere i titoli di alcuni articoli, pubblicati sui nostri quotidiani; mi riferisco, in particolare a LA STAMPA del giorno 19 aprile 2018

POSTI LETTO:  970: è il totale presente nelle residenze protette assistite della nostra provincia.

LISTE DI ATTESA: oltre 600 anziani attendono di essere ospitati

TEMPI DI ATTESA PER AVERE UN POSTO IN RESIDENZA PROTETTA: 217 giorni.

Di fronte a queste semplici dati numerici, sento il dovere di citare le considerazioni di Elena Romanato (che interamente condivido):

“Nella provincia più vecchia d’Italia trovare un posto nelle case di riposo è un’impresa. Le persone in lista d’attesa per un posto nelle residenze per anziani convenzionate con l’Asl sono 633 (dati riferiti al 2017), tra residenze protette per i non autosufficienti (507) e le residenze assistite (126). 
A questi numeri vanno aggiunti 118 anziani già ricoverati in residenze protette che sono diverse da quelle selezionate dalla famiglia, in attesa che si liberi il posto in una di quelle scelte, e 41 per le residenze sanitarie assistite.”

A questo punto, carissimi amici, penso di essere giunto alla possibilità di tracciare, In poche righe, la condizione esistenziale degli anziani della nostra intera società; eccola:

Aumento (in cifra assoluta ed in valore percentuale) del numero degli anziani

Aumento degli anni di vita di ogni singolo anziano 

Aumento della pluri-morbilità (cioè della coesistenza di più malattie dello stesso individuo

Aumento della non autosufficienza (fisica e psicologica) in molti anziani

Aumento della non autosufficienza familiare (con conseguente solitudine di molti anziani)

Aumento della non autosufficienza economica

Aumento della non autosufficienza sociale (con perdita di molte possibilità di aggregazione sociale e conseguente accentuazione della loro solitudine)

Estrema difficoltà a trovare una dignitosa condizione esistenziale in case di riposo, residenze protette ed in strutture socio-sanitarie assistite

Sub totale o, addirittura, totale scomparsa dell’assistenza domiciliare agli anziani

In estrema sintesi, dunque, ci troviamo di fronte ad un AUTENTICO DRAMMA SOCIALE E POLITICO!

 

Ed, allora, dovrebbe sorgere, del nostro mondo politico, in modo spontaneo ed istintivo questa domanda:

COME AFFRONTARE E RISOLVERE QUESTO DRAMMA?

Nei miei anni giovanili, mi permettevo di citare, a tal proposito, queste meravigliose espressioni di Charles Louis De Montesquieu (1689-1755):

“Le poche elemosine che si fanno ad un uomo quasi nudo nel mezzo della strada non possono far le veci degli obblighi della Stato, che deve assicurare a tutti i cittadini una assistenza conveniente, il che significa entrare nella casa dell’operaio per bonificare il suo alloggio, la sua officina, per rendere pura l’aria e meno pericoloso il lavoro, incoraggiare la previdenza, prendersi cura di lui nel periodo della disoccupazione involontaria, curandolo nelle sue malattie e nelle minorazioni e dandogli appoggio nei suoi giorni assai difficili e spesso di abbandono della vecchiaia.”

Ma, poi, andando avanti con gli anni mi sono reso conto che analoghi principi e valori ideali erano e sono tuttora presenti nell’articolo 32 della nostra Costituzione che testualmente riporto

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona”

Concludo questo mio articolo con l’incondizionata adesione  a questi principi, valori ed ideali ed invito, di conseguenza, gli attuali pubblici amministratori di ritornare alla concretizzazione di un nuovo progetto di 

 ASSISTENZA DOMICILIARE AGLI ANZIANI

Nel superiore interesse della nostra intera collettività.

 

    13 Maggio 2018      Aldo Pastore

 

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