Il libro del mese

IL LIBRO DEL MESE

a cura di Massimo Bianco

“MUCCHIO ANNUARIO 2009”

  IL LIBRO DEL MESE

a cura di Massimo Bianco

“MUCCHIO ANNUARIO 2009

Il libro di questo mese non è un libro, ok, tuttavia è come se lo fosse, perché 160 pagine di ampio formato e praticamente prive di pubblicità regalano alla rivista in esame lo spessore e la ricchezza di un volume vero e proprio. D’altronde la nostra rubrica è nata allo scopo di diffondere i libri e l’abitudine alla lettura e quale opera è più adatta a svolgere tale funzione di una rivista, a cadenza annuale, in grado di presentare e selezionare le novità librarie come mai “Il libro del mese” potrebbe fare? Ed effettuando per giunta un’offerta analoga per musica e film?

Mucchio Annuario 2009 dunque. Cioè una preziosa guida a quanto di meglio è stato pubblicato nel corso del 2009 su cd (musica pop rock), dvd (film e serie televisive) e cartaceo (romanzi, fumetti e saggi). Ovviamente a sindacabile o insindacabile – decidete voi – parere della redazione del giornale di provenienza e cioè “Il Mucchio” (un tempo “Selvaggio”, con riferimento diretto al mitico western di Sam Peckinpah, la seconda parte del nome è però da tempo di fatto caduta, essendo evidentemente stufi i suoi artefici di veder scambiare dagli edicolanti la rivista per un giornale porno). Come dice l’intestazione di quest’ultimo, trattasi di “mensile di musica cinema libri performance e attualità”. E l’Annuario, almeno a quanto risulta a noi di Trucioli, dovrebbe essere l’unica pubblicazione italiana esclusivamente e appositamente rivolta a offrire un triplo best completo dell’anno appena trascorso.

L’opera è suddivisa in tre parti. La prima è musicale e da sola occupa la metà esatta della rivista, come è logico considerando i natali rock della casa madre, la seconda e la terza sono invece rispettivamente cinematografica e letteraria e insieme occupano la restante metà.

1)  La musica. Per garantire un panorama il più possibile completo, le recensioni della parte musicale sono state suddivise in sei sezioni, ciascuna delle quali dedicata a un diverso genere di artisti. I protagonisti e cioè i riconosciuti e acclamati grandi del pop rock, gli outsider, non meno validi ma spesso ancora ignoti al grande pubblico, le promesse, cioè i possibili grandi del futuro, gli esponenti della musica black, quelli operanti nell’ambito dell’elettronica e infine solisti e band della nostra Italia. Ciascuna recensione è inoltre corredata da un brevissimo stralcio d’intervista legato alle tematiche dell’album, dall’indicazione dei brani chiave del disco e dal suggerimento di tre album del presente o del passato che si possono in qualche maniera ricollegare al disco trattato, in modo da inquadrare meglio il musicista o ampliare magari le proprie conoscenze. In coda alla sezione trovate poi le scelte individuali dei collaboratori. Attenzione però, perché qui si fa riferimento a musica d’autore e se il vostro concetto di artista si ferma a Valerio Scanu allora l’Annuario non è l’indirizzo giusto per voi. Noi di Trucioli comunque ci guardiamo bene dall’entrare nel merito dei giudizi effettuati da professionisti, limitandoci semmai a utilizzare la rivista come guida. Teniamo però a segnalare la presenza di Steve Earle, perché in passato è apparso in questa rubrica per una raccolta di racconti, “Le rose della colpa”, purtroppo, a quanto ci risulta, unica sua opera narrativa finora pubblicata. Il nuovo disco di Earle, “Townes” è un tributo a Townes Van Zandt, un grande artista del country folk scomparso nel 1997, ed è album splendido e raffinato.

2)   I film. Una premessa: non si fa riferimento alle uscite nelle sale durante il 2009 ma ai titoli di ieri o di oggi pubblicati su dvd nel corso dell’anno stesso, per una comoda e piacevole visione a casa propria. Siccome poi programmazione e pubblicazione sono ormai molto ravvicinate, non di rado i titoli prescelti finiscono per risultare i medesimi che avete potuto vedere nei cinema lo scorso anno. Per comodità anch’essi sono stati suddivisi in sezioni. La prima, più corposa, è dedicata alle cosiddette avventure, seguono quindi i movie d’autore, i grandi classici del passato, i documenti e i telefilm. A parte le eventuali foto, a ciascun film è dedicata mezza pagina, che comprende la recensione, la descrizione degli extra disponibili sul dischetto e una nota sul regista. Anche in questo caso per maggior completezza in coda alla sezione ciascun giornalista, sia specializzato in cinematografia sia prestato dalle altre sezioni, indica le proprie preferenze personali.


Omar Pamuk
3 )  Libri. Veniamo dunque ora alla sezione che più direttamente interessa la nostra rubrica. Essa è curata, come peraltro quella precedente, da un nostro valente concittadino, John Vignola, serio professionista il cui nome è, crediamo, garanzia di qualità. Tra queste pagine troverete segnalate la bellezza di 36 opere italiane e straniere pubblicate nel corso del 2009 e appartenenti a ogni ambito narrativo, perché gli “annuaristi”, al contrario di tanti critici letterari con la puzza sotto al naso, non snobbano i romanzi di genere, essendo saggiamente consci di come l’arte si possa celare anche tra le loro pagine.
Per inciso tra i prescelti c’è anche il nuovo Omar Pamuk, lo scrittore turco il cui magnifico romanzo “Il mio nome è Rosso” apparve in passato come Libro del mese qui su Trucioli.

   Ma qualunque siano i vostri gusti letterari, con cotanta scelta a disposizione qualche titolo che vi (e ci) possa interessare dovrà per forza esserci. Tanto più che oltre ai 36 l’Annuario segnala anche 6 opere a fumetti, 8 saggi e in più offre una rapida carrellata su quanto è stato pubblicato in Italia in ambito musicale e regala l’immancabile rubrica finale sulle preferenze personali dei vari collaboratori. E le recensioni letterarie hanno il pregio di essere ben scritte e soprattutto chiare, in felice contrasto con i troppi intellettualoidi italiani convinti che più sei astruso e contorto e dunque incomprensibile e più sei bravo. Sia ai libri di narrativa sia ai fumetti è dedicata mezza pagina, foto escluse, spazio che vede le approfondite recensioni corredate dal prezzo del volume, dal numero di pagine del libro, da una breve nota sull’autore e dalla segnalazione di alcuni altri romanzi che si possono avvicinare in qualche maniera a quello in esame, in modo da fornire ulteriori spunti di lettura.

In conclusione, i pregi dell’Annuario sono numerosi. È, infatti, lavoro accurato e ben organizzato, comodo da sfogliare, interessante da leggere, scritto da gente visibilmente competente e non è troppo settario neanche in ambito musicale, dove il rischio che accada è elevato. Tutto bene, dunque, tuttavia alcuni difetti ci sono.

Prima di tutto va fatto notare che nella parte musicale, al di là della peraltro non facilmente evitabile presenza di diverse espressioni gergali da iniziati, siccome le specifiche recensioni in origine erano esplicitamente rivolte ai lettori del Mucchio mensile, sarebbe stato forse opportuno apportare qua e là alcune correzioni per renderle fruibili anche a chi è meno al passo con le ultime grida del rock, perché un lavoro del genere, per il suo carattere squisitamente riassuntivo, a parere di chi scrive dovrebbe essere rivolto non solo ai rockettari superesperti ma anche a potenziali nuovi ascoltatori. Precisiamo ciò perché leggere, ad esempio, nella relativa recensione firmata da Aurelio asini, che i Local Natives ricordano per certi versi gli Arcade Fire, per altri i Grizzly Bear e per altri ancora i Foals, sottintende che per poter capire quale musica facciano i suddetti Local Natives il lettore debba per forza conoscere gli altri tre gruppi, ma ciò non è così scontato e, ad esempio, chi scrive, pur masticando bene la materia, i Foals non li ha mai sentiti nominare.

In secondo luogo nelle schede cinematografiche risalta l’assenza di indicazioni sul cast. Il cinema è un caso estremo di forma d’arte corale in cui, a parte l’artefice principale, cioè il regista, contano anche il troppo trascurato sceneggiatore, il montatore, gli autori degli effetti speciali, della fotografia, gli attori protagonisti… Ecco, almeno questi ultimi andrebbero segnalati.

L’ultimo difetto infine è intrinseco: gli autori delle recensioni sono dei professionisti e in quanto tali tengono in genere a essere definiti “critici”, ma la spiacevole verità e che a tutt’oggi non esiste un metodo critico, oggettivo e sistematico, per giudicare le opere artistiche o presunte tali, soprattutto in ambito musicale. Acquistate due o più tra riviste, dizionari, guide o enciclopedie pop rock e sui medesimi dischi del presente o del passato troverete non di rado giudizi opposti, basati evidentemente non su parametri oggettivi ma sui gusti personali degli estensori dei pezzi. Ed è un problema, questo, assai difficile da risolvere, se è vero come è vero che da sempre si sostiene che nel rock conta più l’attitudine della tecnica e giudicare l’attitudine di un artista è praticamente impossibile. E così, per limitarci a un unico esempio, “The Resistance”, il nuovo e tecnicamente ineccepibile album dei Muse, è stato incensato dalla rivista “Rockerilla”, nostra gloria locale, ma è stato trattato in modo assai tiepido dal Mucchio ed è perciò assente dall’Annuario. Chi ha ragione? Può un disco essere allo stesso tempo bello o brutto a seconda di quale sia la firma in calce? Per giunta la medesima situazione si verifica sovente anche nei testi cinematografici o letterari e questo è un po’ meno comprensibile, essendo qui le possibili valutazioni oggettive più evidenti. Un critico professionista non dovrebbe lasciarsi condizionare dai propri gusti e passioni e invece accade regolarmente a tutti e se guarderete con attenzione le pagine della rubrica “A ciascuno i suoi” scoprire che ciascuno segnala cd o libri diversi e che solo nell’ambito del cinema le preferenze riescono a risultare abbastanza uniformi. Le recensioni, dovunque siano pubblicate, vanno dunque sempre prese con le molle.

L’Annuario 2009 del Mucchio dovrebbe essere reperibile nelle edicole per l’intero mese di MARZO 2010. Approfittatene, è una splendida occasione per farsi un’idea di quanto di più significativo è uscito lo scorso anno nel mare magnum dei libri, dischi e film e chissà che non vi permetta di effettuare qualche piacevole quanto insperata scoperta. E se poi doveste perdervelo, niente paura, perché sarà sempre possibile acquistare l’arretrato tramite il sito stesso del Mucchio: www.ilmucchio.it dove potrete trovare anche gli annuari 2006, 2007 e 2008. Peccato solo che questa bella iniziativa non sia stata presa molti anni prima, quando la musica pop rock era ben più vitale e creativa di quella contemporanea.

Massimo Bianco

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