Il dramma casa in Italia

Il dramma casa in Italia

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Ventottesima parte)

 Nella mia lunga vita, trascorsa nella nostra amata Italia, quante volte mi sono sentito dire e ripetere, da amici, conoscenti e semplici concittadini, frasi come queste:

Vorrei comprare un appartamento di quella casa, ma non ho i soldi sufficienti per una tale spesa

Oppure

Vorrei prendere in affitto un appartamento di questa casa, ma la somma, richiesta dal proprietario, va oltre le mie possibilità.

Oppure

Vorrei prendere in affitto una di queste case popolari, ma non so se posseggo i requisiti, richiesti dalle normative vigenti, per concorrere alla concessione in affitto.

Da allora, mi sono reso perfettamente conto che nella nostra Italia, l’accesso ad un’abitazione non è un problema, ma acquista la forma, le dimensioni e le connotazioni di un dramma, per diventare, alla fine, un incubo insostenibile ed insopportabile dalla grande maggioranza dei nostri connazionali.

Non a caso, già nell’ormai lontano marzo 2008, avevo cercato di esaminare e di approfondire le mie conoscenze su questo argomento e, già in allora, avevo potuto constatare che il problema casa era stato affrontato, ma non risolto in sede parlamentare, malgrado le competenze e l’impegno  dei parlamentari di allora.

Ripropongo, quindi, all’attenzione dei nostri amici lettori, questo mio precedente articolo (datato 26 marzo 2008), riservandomi una breve aggiunta finale, rivolta testimoniare quanto ho ora affermato e cioè che l’argomento casa si è progressivamente trasformato da problema a dramma e da dramma a incubo.

Il dramma casa in Italia

 

 Quando noi veniamo a discutere sull’ ARGOMENTO CASA, il nostro pensiero giunge, fatalmente, a considerare il RAPPORTO PUBBLICO/PRIVATO nella nostra attuale Società; non vi è dubbio che si tratta di un Problema di difficile approccio e, soprattutto, di impervia soluzione, per la semplice ragione che il diritto intangibile alla libera proprietà di pochi individui privilegiati viene  a confliggere con il sacrosanto diritto di molti cittadini e famiglie nullatenenti, rivolto a raggiungere l’ obiettivo della disponibilità di una idonea abitazione.

– Non a caso, durante l’ acceso, ma profondo, dibattito politico (svoltosi, in Parlamento, durante e dopo la discussione sulla nostra attuale Costituzione) molti Deputati intervennero sul merito dei Principi contenuti negli Articoli 31 e 41 della Costituzione stessa; ripropongo, integralmente, questi Due Articoli all’ attenzione dei nostri lettori, perchè, dall’esame del loro contesto, emerge tutta la difficoltà, insita nella loro corretta applicazione ed attuazione: 

ARTICOLO 31

La repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la FORMAZIONE DELLA FAMIGLIA e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo.

ARTICOLO 41

L’ ATTIVITA’ ECONOMICA PRIVATA E’ LIBERA

Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA POSSA ESSERE INDIRIZZATA E COORDINATA A FINI SOCIALI.

– Ma, la TUTELA DELLA DIGNITA’ DI OGNI INDIVIDUO ed ogni INIZIATIVA RIVOLTA ALLA FORMAZIONE DI UNA FAMIGLIA vengono a trovarsi in antitesi, ancora oggi, con il NEGATO DIRITTO ALLA REALE DISPONIBILITA’ DI UNA CASA.

Su questo tema così complesso e controverso, desidero citare alcuni passi salienti dell’ intervento, tenuto alla Camera dei Deputati, in data 2 Aprile 1949, da Fausto Gullo (uno tra i più grandi Costituzionalisti della nostra Repubblica); è un intervento che sembra scritto ieri, tanto mirabile ed acuta è la sua visione della difficoltà che, ogni giorno, si incontrano nell’ affrontare questo argomento:

– “Non c’è possibilità di sviluppo della persona umana se non viene assicurato all’ uomo ciò che costituiva una necessità anche quando egli era nomade, perchè, anche allora, aveva pur bisogno di una grotta, di un antro, di un qualche cosa che lo riparasse dalle intemperie.

Volete che questo sviluppo della persona umana possa sul serio realizzarsi se lo Stato non assicura almeno un tetto  ad ogni individuo?

– Rileggiamo l’ Articolo 31. ” la Repubblica agevola con misure economiche ed altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi.” Ma come volete che una  famiglia adempia i compiti  relativi, se lo Stato non assicura questo  minimo, ossia che essa non  sia angustiata dalla preoccupazione costante di non avere nemmeno la casa?

Voi pensate di applicare l’ Articolo 41 ponendovi di fronte ad un Diritto che affermate intangibile e, pensando sia giusto, piuttosto che toccare quel Diritto, misconoscere il Diritto, senza dubbio molto più importante, del cittadino di avere la certezza della casa.

– Ma l’ articolo 41, pur affermando che l’ iniziativa economica privata è libera, continua dicendo che essa non può svolgersi in contrasto con l’ utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Che cosa vuol dire questo? Che l’ iniziativa economica privata (la quale, in questo momento, si concreta nel fatto che i proprietari di case potrebbero chiedere quei canoni determinati dalla legge della domanda e dell’ offerta) va ad urtarsi contro una necessità così pressante, quale è quella di milioni di italiani che sono senza tetto e che non hanno la possibilità economica di pagare i canoni nella misura che sarebbe determinata dalla Legge della domanda e dell’ offerta.

Ma se non applicate l’ Articolo 41 in questo caso, quando l’ applicherete? Questo articolo sta diventando una Trovata Retorica, che non potrà incidere sulla quotidiana realtà.”

Le affermazioni di Fausto Gullo sono, a mio giudizio, esemplari, perchè riflettono la situazione Italiana attuale e non soltanto quella dell’immediato dopoguerra. 

Cito, in proposito, le dichiarazioni di Alessandro Ghisolfi (Direttore  dell’ Ufficio Studi del Gruppo UBH) comparse sul Quotidiano “La Stampa”  dell’ 11 Marzo 2008:

 

“Ci troviamo di fronte all’ inizio di un nuovo ciclo: da una parte un’ OFFERTA che cresce nei segmenti di minor qualità e dell’ usato non ristrutturato, dall’altra una DOMANDA che non è più in grado di accedere al segmento medio-basso del mercato.
Questo vale per tutto il Paese, con un’ accentuazione del fenomeno nel Nord Italia, soprattutto nelle zone periferiche delle grandi aree metropolitane.”

 

Le parole di Alessandro Ghisolfi sembrano riecheggiare, a sessant’ anni di distanza, le parole di Fausto Gullo: il tutto, tuttavia, è facilmente spiegabile, perchè, ora come allora:

– IL PROBLEMA DELLA CASA E’ AFFIDATO ALLA LOGICA DELLA DOMANDA E DELL’ OFFERTA E, QUINDI, ALLE REGOLE UTILITARISTICHE DELL’ ATTIVITA’ ECONOMICA PRIVATA

– AUMENTA IL BISOGNO DI UNA DEGNA ABITAZIONE PER MILIONI DI CITTADINI (SOPRATTUTTO GIOVANI) IN CONDIZIONI ECONOMICHE DISAGIATE

– L’ ATTIVITA’ ECONOMICA PUBBLICA E PRIVATA E’, OGGI, SCARSAMENTE INDIRIZZATA E COORDINATA A FINI SOCIALI

– L’ ARTICOLO 41 DELLA COSTITUZIONE STA DIVENTANDO UNA TROVATA RETORICA E NON INCIDE SULLA QUOTIDIANA REALTA’ 

– IN CONSEGUENZA DELLE SCELTE E DEI FATTI SOPRA CITATI, IL PROBLEMA DELLA CASA STA  TRASFORMANDOSI IN DRAMMA

I dati numerici, riportati nell’ articolo de ” La Stampa” dell’ 11-03-2008, vengono a confermare queste affermazioni 

Facciamo, in proposito, qualche CALCOLO relativo all’ OFFERTA:

  • Per quanto concerne la COMPOSIZIONE NUMERICA DELLE FAMIGLIE ITALIANEabbiamo questa situazione: 

FAMIGLIE COSTITUITE DA UN SOLO COMPONENTE: 26,1 per cento

FAMIGLIE COSTITUITE DA DUE COMPONENTI: 27,2 per cento

FAMIGLIE COSTITUITE DA TRE COMPONENTI: 21,8 per cento

FAMIGLIE COSTITUITE DA QUATTRO O PIU’ COMPONENTI: 24,9 per cento

Prendiamo in considerazione soltanto le famiglie con un massimo di tre componenti.

  • In questo caso, per raggiungere l’ obiettivo di una degna abitazione sono necessari, almeno, i seguenti VANI: un ingresso, una cucina, una sala di soggiorno, una o due camere da letto, un bagno.
  • Il tutto comporta un fabbisogno oscillante tra i 70 ed i 90 METRI QUADRI (a meno che, nel caso di cittadini soli non si ricorra all’ architettura minimalista, attraverso la creazione delle cosiddette SINGLE HAUZ) 
  • Provate a fare i conti: moltiplicate i 70 o i 90 METRI QUADRI per i numeri riportati nella Tabella sopra riportata: otterrete valori  complessivi oscillanti tra gli 84.000 Euro e gli 854.000 Euro, anche se, andando a verificare i relativi prezzi, presso le Agenzie Immobiliari, troverete cifre nettamente superiori ed, addirittura, raddoppiate rispetto a quelle ricavate dal nostro calcolo. Passiamo, ora, ai CALCOLI relativi alla DOMANDA, incominciando dalla Seguente Tabella:   

La situazione, a questo punto, mi sembra estremamente chiara; aspetto qualcuno che mi venga a spiegare come può fare un LAVORATORE SINGLE ITALIANO con un salario medio annuo  di 12.947 Euro a raggiungere la somma minima di 84.000 Euro (per non parlare della massima di 854.000 Euro) al fine di poter avere a disposizione una Casa, degna di questo nome; come minimo, dovrà lavorare per almeno sette anni, sena mangiare e senza bere e, meno che mai, senza pensare di riuscire a formare  una Famiglia (come auspicato dall’ Articolo 31 della nostra Costituzione).

Qualche illuminato economista potrà dirvi che “ESISTONO BANCHE”, disponibili a concedere MUTUI a lungo, medio e breve termine, con TASSO D’INTERESSE fisso o variabile; provate a percorrere questa strada: gli enormi rischi che troverete su questo percorso rappresenteranno l’argomento  della prossima (ventiduesima) puntata; nel frattempo, consiglio a tutti i lettori di far tesoro di questa saggia riflessione di Robert Frost:

“UNA BANCA E’ UN POSTO DOVE TI PRESTANO  UN OMBRELLO QUANDO C’E’ BEL TEMPO E TI CHIEDONO DI RESTITUIRLO QUANDO  COMINCIA A PIOVERE”

 26 Marzo 2008

                                      

BREVE AGGIUNTA FINALE

 

Titoli dei quotidiani nazionali senza commenti.

LA STAMPA: 5 settembre 2017

Minniti: un censimento delle case private inutilizzate
Circolare di Prefetti per fronteggiare l’emergenza abitativa
 

LA STAMPA 6 settembre 2017

Un appartamento su cinque è sfitto
 I proprietari: “non si pensi a requisire”
 7 milioni le case non abitate
 

LA STAMPA: 2 febbraio 2018

Il valore delle case italiane è cresciuto del 76% in 15 anni
 

LA STAMPA: 29 marzo 2018

Edilizia ancora nel tunnel della crisi partita nel 2007
Negli ultimi 10 anni perse 500 aziende e dimezzati posti di lavoro

Nessun commento finale da parte mia il dramma o l’incubo della casa nascono spontanei da questi titoli.

 

 15 Aprile 2018                 ALDO PASTORE  

 

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