IL CARBONE IN VALLE BORMIDA

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
Trentanovesima puntata
IL CARBONE IN VALLE BORMIDA 

 RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
 Trentanovesima puntata
IL CARBONE IN VALLE BORMIDA 

 Eccoci giunti al Secondo Terminal della Filiera Savonese del Carbone; mi riferisco, ovviamente, alla COKERIA DI BRAGNO, ubicata nel comune di Cairo Montenotte. Come emerge, in modo indiscutibile, dalla stessa denominazione dell’Azienda, ivi operante (COKITALIA, oggi ITALIANA COKE ), in questo Complesso Industriale viene prodotto il COKE. 

 Che cos’è il COKE?

Leggiamolo, al suo esordio in ambito produttivo, dai Trattati di Chimica Organica e di Economia Industriale dell’epoca:

“Il coke proviene dalla distillazione del carbon fossile.

Presenta un aspetto spugnoso, è leggero,duro, di color grigio.

E’ assai assorbente.

Brucia senza fiamma, ne’ fumo, sviluppando forte calore.

Si usa, quindi, come ottimo combustibile negli alti forni, nei forni industriali ed, anche, nel riscaldamento domestico.

Dato il suo forte potere assorbente, può essere adoperato per filtrare e purificare l’acqua.

Si distingue una varietà più compatta (coke d’altoforno) da una più spugnosa (coke da fucina).

Una visione ottimistica, quindi, della sua produzione e del suo impiego, che faceva presagire un luminoso futuro per l’intera umanità. Non a caso, ci troviamo nel contesto della PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE, la quale, come è noto, ha condotto ad un impressionante himput produttivo in tutta l’Europa, soprattutto negli anni di fine 1800 e nella prima metà del 1900; le riserve di carbone ed il conseguente impiego di questo minerale(anche sotto forma di coke ) divennero, per ogni Nazione Europea, il fattore decisivo per accelerare la velocità della transizione verso un’economia industriale inarrestabile ed avveniristica. Come è noto, l’Italia reagì, con un certo ritardo, a questo impressionante ritmo di crescita; ma non v’è dubbio che la Valle Bormida pur nel suo ristretto ambito locale, ha saputo rispondere, con notevole slancio, al richiamo di questa autentica Rivoluzione produttiva.

La sottostante fotografia, risalente agli anni ’50 del Secolo scorso, dimostra l’imponenza produttiva della Cokitalia già in quegli anni.

 

La “Cokitalia” di San Giuseppe di Cairo negli anni ’50

Ma, nel prosieguo del tempo, in quasi tutte le sedi della loro produzione, il COKE e, soprattutto il CARBONE (dal quale il COKE discende) hanno incominciato a far sorgere qualche problema; gli inconvenienti si sono progressivamente ingranditi sino a spingere le popolazioni, circostanti ai siti produttivi, ad iniziare manifestazioni di protesta se non, addirittura, di autentica rivolta.

 

Rimanendo nel nostro piccolo Angolo Valbormidese e senza andare troppo indietro negli anni, mi limito a ricordare i movimenti di protesta popolare, iniziati proprio negli anni’50 del Secolo scorso ed il conseguente, fondamentale Studio, elaborato da T. BALESTRI, S. BONASSI, A. CAFFIELLO, datato Gennaio 1983, che porta il titolo:

“CONOSCERE PER MODIFICARE

 

UN PROGETTO PER LA SALUTE IN VALBORMIDA.”

Venendo, invece, a disquisire sugli avvenimenti verificatisi nell’attuale Secolo, desidero evidenziare che, nel 2007, gli abitanti di Bragno si ribellarono nei confronti della difficile situazione ambientale che li coinvolgeva e, con una innovativa vis polemica, incominciarono a chiedere ai rappresentanti dei Pubblici Poteri:

 

“PERCHE’NON VENITE A VIVERE DA NOI?”

 A seguito di quella protesta, l’ARPAL (AZIENDA REGIONALE PER L’AMBIENTE) su richiesta dell’Amministrazione Provinciale di Savona, effettuò uno Studio, che si concluse con DUE OSSERVAZIONI:

. Dal punto di vista ambientale (ricerca di polveri sottili PM10, idrocarburi policiclici aromatici, benzene) non vennero evidenziate “violazioni di legge”;

. sotto il profilo tecnologico venne, tuttavia, consigliato l’ammodernamento degli impianti (forni). 

Questa indagine venne giudicata “non credibile” da parte dell’Associazione “PROGETTO VITA E AMBIENTE”, presieduta da Nadia Bertetto, la quale invitò i vertici della Nuova Proprietà dello Stabilimento ad una visita nelle case di coloro che abitavano a ridosso dell’impianto “per rendersi conto della situazione”.

Di fronte a questa protesta (e relativo invito) l’Ufficio  Stampa di “ITALIANA COKE” così testualmente rispose (vedi: Quotidiano “IL SECOLOXIX” del 31 ottobre 2007)  

 “Più passa il tempo e le opere di miglioramento della produzione e ammodernamento degli impianti vanno avanti.

I risultati sulla compatibilità ambientale e inquinamento sono destinati, quindi, ad essere più tranquillizzanti in futuro. L’azienda è tranquilla:  basti pensare alla prossima scadenza della copertura dei parchi a carbone, prevista negli accordi di sviluppo con le istituzioni, che porterà all’azzeramento di emissioni e polveri in atmosfera.

 Quindi l’inquinamento sarà destinato ad essere più ridotto. 

Ed, allora, andiamo avanti e giungiamo al 12 Giugno 2009, data di approvazione del progetto per i parchi di carbone delle funivie a San Giuseppe di Cairo Montenotte da parte del CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE FUNIVIE S.P.A. 

Riporto, in proposito, alcuni tratti del pregevole Servizio Giornalistico di Elena Romanato, comparso sul Quotidiano “IL SECOLOXIX” in data 2 giugno 2009:

“La zona di copertura dei parchi-carbone comprende l’area situata tra la Cockeria di Bragno e San Giu­seppe e riguarda interventi signifi­cativi.

Sono previsti due capannoni affiancati, di circa 380 metri di lunghezza e 52 di larghezza  

– Il primo capannone destinato allo stoccaggio (con un massimo di capienza di 270 mila tonnellate) sarà ri­coperto da pannelli in lamiera gre­cata e sarà suddiviso in scomparti desti­nati al deposito e suddivisi da pareti isolanti. 

– Il secondo capannone avrà dimen­sioni analoghe al primo, con capacità di stoccaggio massimo di 214 mila tonnellate e sarà suddiviso in nove scomparti, separati da pannelli isolanti.

– Sono previste due strade di accesso all’area per consentire l’entrata e l’uscita degli autocarri ed, al centro, un tunnel per le manovre di carico dei camion.

 Sono previsti trasportatori a nastro da 400 tonnellate all’ora (per le fasi di carico e distribuzione) e 200 tonnellate all’ora (per il carico del carbone). 

– Vi è da segnalare, inoltre, che per arrivare dal porto di Savona ai parchi carbone di Cairo, oltre “ai vagonetti”, è previsto il pieno utilizzo delle rotaie ferroviarie. 

La sottostante simulazione al computer del progetto mi sembra possa completare, con sufficiente precisione, la descrizione ora citata:

Vi è, infine, da aggiungere che la cifra per la realizzazione del Progetto ammonta a circa 40 milioni di euro, in parte di provenienza pubblica.

– La conclusione dell’opera di copertura era prevista ENTRO DUE ANNI dall’apertura dei cantieri di lavoro 

Veniamo, quindi, al PRESENTE, ai giorni che passano sulle nostre teste, con meticolosa ed indiscutibile precisione.

Siamo tuttora in attesa dell’INIZIO DEI LAVORI, PROGETTATI NEL 2009; abbiamo appreso, nell’Agosto 2011, dai Quotidiani locali, che stanno arrivando le AUTORIZZAZIONI per la copertura del Carbone all’ITALCOKE ed, addirittura, che la procedura per i parchi al carbone  è al via.

Dobbiamo attendere ancora un ATTIMINO, carissimi amici di Trucioli Savonesi; ma il guaio consiste nel fatto che non sappiamo e, forse, non sapremo mai quanto dura un attimino.

Nel frattempo, cercherò di continuare serenamente a disquisire sui seguenti Argomenti (ovviamente nell’articolo della prossima settimana):

–  LA  SCHEDA TECNICA DI ITALIANA COKE

–  L’INCIDENZA DELLE PRODUZIONI SOPRA CITATE E DEI RELATIVI SOTTOPRODOTTI SULL’AMBIENTE (ATMOSFERA – SUOLO  -PATRIMONIO IDRICO)

–  I LIVELLI RAGGIUNTI NELLA VALLE DALLE SOSTANZE POTENZIALMENTE INQUINANTI

–  LE PATOLOGIE RISCONTRABILI NEI CITTADINI (COLLEGATE ALLA PRODUZIONE INDUSTRIALE)

Ovviamente vedrò di esporre, in forma sintetica, le mie considerazioni etiche sull’intera questione, ricordando che il nostro modo di produrre e di consumare viene e verrà ad incidere sulla vita del Pianeta – Terra ed, in particolare, sulle condizioni  esistenziali delle future generazioni.

 

14 Ottobre 2011                                 Aldo pastore  

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.