Il biglietto da Visita di Savona

IL BUON GOVERNO DELLE SINISTRE A SAVONA
(fatti e misfatti) Seconda puntata
Un ricordo di Savona agli occhi dei croceristi
in arrivo nella nostra Città.

 

IL BUON GOVERNO DELLE SINISTRE A SAVONA
(fatti e misfatti) Seconda puntata
Un ricordo di Savona agli occhi dei croceristi
in arrivo nella nostra Città.
 

 Quando si va a visitare una azienda o quando si è invitati a casa di qualcuno, la prima impressione che si ha dell’Azienda o della persona che si va a visitare la si ha entrando nel portone d’ingresso; Il portone di ingresso è come un biglietto da visita e spesso la prima impressione già condiziona il nostro giudizio.

Nella nostra città vi è il quarto/quinto terminal passeggeri d’Italia; da qui arriva e riparte circa milione di passeggeri ogni anno.

I passeggeri, moltissimi dei quali stranieri, normalmente arrivano o a mezzo ferrovia o attraverso l’autostrada dalla Francia o a mezzo pullman provenienti dall’aeroporto di Genova.

Credo che il maggior numero di croceristi, provenienti a Savona via ferrovia, all’uscita della stazione ferroviaria della nostra città, penseranno di aver sbagliato Stazione o addirittura Continente, infatti il primo paesaggio che appare di fronte a loro è l’area Orto Folconi.


Un vero e proprio squarcio di Beirut dopo la guerra civile, con caseggiati diroccati, ruderi di pollai, carcasse di automobili, sommersi da una “lussureggiante” sterpaglia che danno un aspetto sporco e desolante, che certamente non suscitano sensazioni positive della nostra città a chi è appena arrivato.

Anche i passeggeri che arrivano dalla Francia attraverso l’autostrada, che nell’ultimo tratto rettilineo imboccano la rampa di uscita, si domanderanno in quale continente stiano arrivando; infatti sono costretti a focalizzare uno scenario del tutto diverso da quello della stazione ferroviaria sopra descritto, tuttavia pur sempre poco affascinante: sulla collina di fronte appare un agglomerato di case costruite una vicina altra a forma di fortezza  assomigliante a una Casba, che già sono il preludio di una città costruita senza criterio; dopo di che, discendendo dall’autostrada, incontrano due ruderi con tetti di lamiera al  centro della strada, giusto prima della curva che porta in via Stalingrado, abbandonati da oltre sessanta anni.

 

Ma  il massimo della bruttura è riservato ai passeggeri provenienti dall’Aeroporto di Genova che, dopo aver attraversato la bella e ordinata Albissola, all’arrivo in territorio  Savonese, oltrepassando il Rio Termine, il confine  cioè fra Albissola e Savona, si trovano a sinistra nella zona Madonetta, il quasi rudere del ex locale Lady Moon, immerso in un degrado con transenne provvisorie da oltre trent’anni, spezzoni di palme e materiale vario abbandonato in terra, a volte anche deiezioni umane, proseguendo il viaggio sempre a sinistra appare l’orrendo museo “en plein air” dei tralicci arrugginiti  delle ex funivie, tralicci abbandonati da oltre 10 anni, che oltre a denotare un abbandono totale, rappresentano pure un pericolo.

 

Seguendo poi l’ulteriore tratto verso la Stazione Marittima si trovano a destra l’edificio della vecchia Capitaneria in stile Liberty, una carina architettura ottocentesca, sfregiata dalla presenza di una tettoia in lamiera verde, (che vorrebbe fare da portale all’ingresso!!!) e adiacente il tetto, sempre in lamiera verde, di una  facciata bianco/ verde in stile forse moderno, che nulla ha a che fare lo stile ottocentesco e il colore rosa dell’edificio adiacente.

 

Dopo di che, oltrepassando il simbolo di Savona e cioè la torre Leon Pancaldo, monumento storico, in cattivo stato di conservazione, con sullo sfondo l’ecomostro “diga Crescent, proseguendo verso la rotonda che porta poi al tunnel di ingresso al porto, a destra della rotonda, dulcis in fundo, appaiono alla vista dei visitatori alcuni ruderi residui dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, che giacciono in abbandono, nelle stesse condizioni da oltre settant’anni.

Questi primi impatti visivi già promuovono nel visitatore un giudizio negativo su una città che, passato ormai mezzo secolo dalla fine della sua era industriale, ogni candidato sindaco ha proposto agli elettori  come città turistica da ormai dieci campagne elettorali,  ma che in realtà tali proposte rimangono sistematicamente inevase per essere ripresentate alla successiva campagna elettorale.

Una volta raggiunta la nave e sistemati i bagagli, i temporanei ospiti di Savona, trovandosi già sul posto, è normale che desiderino visitare una città che altrimenti non sarebbero mai venuti a visitare e, avendo qualche ora a disposizione prima della partenza si avventurano in città.


Scendono dalla nave e passando il ponte possono scorgere le case di via S.Lucia, con le loro facciate fatiscenti abbandonate e decadenti, che denotano una mancanza di decoro e di amore dei proprietari, ma anche la noncuranza degli amministratori della città, incapaci di convincere i proprietari o con le buone o con le cattive a considerare che esiste un decoro, che dovrebbe coinvolgere tutti i cittadini, specialmente i proprietari di case site nel  centro storico, perché tale incuria pregiudica l’immagine di tutta la città.

Entrando poi in via Paleocapa, i croceristi sono letteralmente assaliti da extracomunitari che vendono un po’ di tutto, dalle calze alle macchinine da cucire portatili, dagli ombrelli (anche quando c’è il sole) ai tagliaunghie.

Normalmente i visitatori stranieri quasi sempre sono attratti dalle vetrine delle città italiane, il commercio tradizionale è un patrimonio di ogni paese, in  Italia la moda è una delle nostre eccellenze e quale migliore occasione potrebbe prospettarsi alle migliaia di persone che si inoltrano nella via principale della città.

 

Purtroppo anche qui il primo impatto con la città non è esaltante: infatti i primi negozi di via Paleocapa sono per lo più gestiti da extracomunitari che vendono cianfrusaglie varie e cineserie di basso valore, per cui le vetrine stonano notevolmente con i superbi portici ottocenteschi degli edifici, a suo tempo ben inseriti in un contesto medioevale, che portano dalla Torretta a piazza del Popolo, dove una volta sorgeva la bella stazione ferroviaria in stile Liberty, lasciataci in eredità dalle amministrazioni del Regno D’Italia, in seguito demolita dalle amministrazioni “repubblicane”.

 

Considerando che tali edifici furono costruiti in un’era di sviluppo industriale (fine ottocento) v’è da dire che i nostri antenati ci hanno lasciato un bella città, pur nello stesso tempo creando una ricca economia basata appunto sull’industria. Ora che Savona ha subito la deindustrializzazione, anche in parte per colpa di certe politiche, delle quali presto parleremo, chi ha amministrato la città in questi 50 anni e parla spesso di turismo, accoglie i turisti con i ruderi della ultima guerra mondiale e con i negozi “Asian Fashion o Indian Bigioteries.

Alle cose brutte che si vedono abitualmente ci si assuefà, per cui il normale cittadino non le nota proprio più, al contrario però esistono e l’occhio del visitatore non può non osservarle e ricordarle.

Ciò di cui spesso non siamo consapevoli tuttavia, perché il tempo passa purtroppo veloce e ci accorgiamo che anche la nostra vita purtroppo passa veloce, è il fatto che tali situazioni sono incancrenite da troppi anni e che  le amministrazioni di sinistra che amministrano da mezzo secolo (e in particolare le amministrazioni degli  ultimi venti anni -Sindaci Ruggeri e Berruti -), con maggioranze bulgare, non abbiano fatto nulla per dare della nostra città un biglietto da visita decente ai passeggeri in arrivo per raggiungere la nave di imbarco, anzi con un ecomostro come la diga Crescent abbiano addirittura peggiorato la vista del vecchio sito industriale.

A questi ospiti temporanei, che ci giudicheranno per sempre solo attraverso la mezza giornata trascorsa in città per imbarcarsi su una delle Navi della Costa Crociere, tale ricordo rimarrà loro impresso per sempre.

Parliamo di milioni di persone, che quando torneranno a casa racconteranno della loro crociera e dei luoghi esotici visitati ad altri milioni di amici o parenti e certamente parleranno anche della nostra città, anche se vista per quelle poche ore prima dell’imbarco, e purtroppo parleranno degli Orti Folconi, delle Funivie, della vecchia Capitaneria rosa/verde, di via S. Lucia, cioè non di cose belle ma di incuria, abbandono e cattivo gusto.

Una volta il Sindaco attuale ebbe a dire “lascio la città più bella di prima”:

Ci fosse Totò gli risponderebbe con la sua celeberrima frase “ma mi faccia il piacere!” giusto per non dire altro di più pesantuccio.

Cap.  Silvio Rossi   Lega Nord

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