ICI PARIS

 
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Le sfide europee per Matteo Renzi e Sergio Mattarella
di Franco Ivaldo

 
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Le sfide europee per Matteo Renzi e Sergio Mattarella
 di Franco Ivaldo

Per disinnescare la miccia del confronto in Ucraina e per sottolineare il peso del binomio Francia Germania, da Parigi si è mosso il presidente anatra zoppa, François Hollande e da Berlino, la cancelliera di ferro, Angela Merkel. Volo a Mosca, sceneggiata con lo zar di quel che resta di tutte le Russie, Vladimir Putin. Ma intanto,  il conflitto russo-ucraino ha già fatto migliaia di morti e ancora non si sa come andrà a terminare questa guerra nel cuore dell’Europa. Ma questa Europa che diavolo di Europa è? E’ più che legittimo chiederselo al punto in cui ci troviamo e con le prospettive attuali.

Le bandiere gialle in campo blu sono dodici, se ricordo bene, ma tutto induce a credere che i ventotto paesi che compongono l’UE siano ormai in procinto di frantumarsi e queste divisioni non fanno bene sperare per coloro che ancora devono aderire, tra le quali Serbia ed Albania. Forse anche per vedere queste prospettive Papa Francesco andrà a giugno a Sarajevo.  Eppoi, in settembre alle Nazioni Unite. Ma vediamo adesso.

Prendete la Turchia. Sono oltre trent’anni che chiede l’adesione e quando sarà il momento di aderire, l’Europa non ci sarà  più così come è adesso, almeno non sotto forma di Unione.

Sarà il solito Continente spezzettato, diviso, ostile, con conflitti interni che non saranno i conflitti delle correnti democristiane note a noi italiani, ma purtroppo guerre vere e proprie di tutti contro tutti.

Prendete l’Europa attuale, dicevo. C’è ancora il Benelux (Belgio, Olanda e Lussemburgo, paesi che si sentono davvero uniti). Poi c’è il Consiglio Nordico (Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia), poi ci sono i rapporti privilegiati Londra-Washington (gli inglesi sempre più in splendido isolamento rispetto a Bruxelles, dove prevale il binomio Parigi-Berlino). C’è il blocco dell’Est, ma tutt’altro che unito. Sia come bilanci economico-finanziari che come peso politico. Tra le nazioni dell’Est, dell’ex Patto di Varsavia, la Polonia beneficia di una certa leadership politica, mentre l’Austria di una indubbia prevalenza economica. Insomma, un panorama estremamente variegato. 

 In tutto questo, l’Italia spicca per la sua assenza dalla scena dei paesi che contano e brilla per la sua presenza pericolosa , di fronte ai paesi che scoppiano: tutto il Nord Africa, l’Isis dei fondamentalisti islamici. La Grecia assieme a noi, tra gli ultimi, mentre alla fine degli anni Ottanta, il nostro Pil rivaleggiava con quello della Gran Bretagna. Ma erano i tempi del Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), direte voi. Embè? Lo credo che c’è chi rimpiange la prima Repubblica.

Ci consoliamo, promettendo il nostro appoggio per l’adesione all’UE sia alla Serbia che all’Albania. Rivaleggiamo con la Grecia in deficit e siamo sempre vicinissimi allaSpagna e a al Portogallo, nel club dei malmessi in rivalità con i malpresi.

 Queste sono le sfide che il premier Matteo Renzi ed adesso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (un vero galantuomo, serio e pieno di buone intenzioni) si trovano di fronte a Bruxelles a Palazzo Berlaymont, a Berlino alla Bce ed a Washington al Fondo Monetario Internazionale. La “troika” che vuol farci tirare la cinghia e alla fine ci riesce.

 C’è solo da sperare che Matteo Renzi non debba preoccuparsi troppo del ritorno in campo l’otto marzodel suo amico-nemico Silvio Berlusconi, ma che possa pensare ai guai che ci aspettano in Europa, sia sul fronte dell’economia che su quello della sicurezza. Per l’Economia abbiamo almeno il governatore Mario Draghi alla Bce ed il governatore della Banca d’Italia, Visco sembra conoscere molto bene il fatto suo. Per la sicurezza, siamo nelle mani di Dio…

Le uniche potenze nucleari dell’UE sono la Gran Bretagna e la Francia.

Parigi non intende rinunciare alla propria “grandeur” voluta e mantenuta a suo tempo dal generale De Gaulle.

Fanno parte della Nato e probabilmente la vera partita si gioca a Bruxelles non nell’impotente Palais Berlaymont, (sede di un’inerte commissione europea presieduta in questo semestre da un eccellente Dottore della Lettonia bensì ancora una volta nel quartier generale dell’Alleanza Atlantica. La Nato propone e dispone. Ma, a proposito, un compromesso può essere questo: l’Ucraina entri nell’UE, ma rimanga fuori dalla Nato.

Nell’Ue potrebbe entrare anche la Russia. E così, forse, avremmo quegli Stati Uniti d’Europa dall’Atlantico agli Urali che, a suo tempo, già sognava Winston Churchill. E parlava sin dall’Ottocento, l’umanista Cattaneo. Se l’avessero ascoltato avrebbero evitato due guerre. Speriamo riescano ad evitare la terza, perché potrebbe essere l’ultima.

FRANCO IVALDO

Giornalista professionista ex corrispondente da Bruxelles de “Il Messaggero”, “IL Secolo XIX”, “Italia Oggi”. Nella foto.

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