Ha vinto Trump: lorsignori sono serviti

HA VINTO TRUMP:
LORSIGNORI SONO SERVITI

HA VINTO TRUMP:
LORSIGNORI SONO SERVITI

 Era successo con la Brexit ora succede con le elezioni americane: ha vinto Trump contro le aspettative di tutti i Media mondiali e di tutte le Cancellerie della vecchia Europa.

Ci sono rimasti tutti male, principalmente il nostro Governo; bastava vedere le facce da cadavere del nostro Ministro degli Esteri e del Presidente del Consiglio, il quale era volato a Washinton per essere omaggiato dall’ “endorsment” di Barack Obama ( e indirettamente dal sicuro-per loro- successore alla Casa Bianca) in appoggio al suo Governo e al prossimo referendum. (visto come e’ andata con la Clinton, Renzi non dovrebbe essere molto sereno!).

Ora cercano di saltare sul carro del vincitore con nonchalance, tuttavia resta il fatto che sulle cose concrete non vi potrà mai essere un comun sentire nel modo di fare politica fra due mondi completamente diversi, quello della nuova amministrazione americana e quello delle amministrazioni attuali della “Vecchia Europa”.

 

 Le sinistre mondiali non hanno ancora capito una cosa molto chiara e precisa:

Il popolo non pensa come le sinistre vorrebbero che pensasse, il popolo pensa con la sua testa e per pensare e giudicare ciò che è conveniente o meno per la propria esistenza, non ha bisogno di nessun intellettuale che gli dia una mano.

Al contrario, la storia recente ci ha insegnato che molto spesso gli interessi degli intellettuali sono ben diversi dagli interessi del popolo, un po’ come era ai tempi di Luigi XVI in Francia prima della rivoluzione francese, quando gli “ignoranti sanculotti”, hanno scatenato cio’ che gli intellettuali di allora neanche potevano immaginare.

Trovandomi in Florida, durante gli ultimi giorni di campagna elettorale e nei giorni successivi alle elezioni ho potuto constatare che, anche tra le persone più umili, vi fosse un’atmosfera “against  extablishment “ e anche fra i latinos una avversione a una immigrazione clandestina, che il Governo di Obama non ha mai arginato adeguatamente.

E’ normale, anche se i benpensanti non lo vogliono ammettere, che i primi a subire gli effetti dell’immigrazione senza controllo sono proprio gli emigrati regolari, oltre alla povera gente, che si vedono succhiare posti di lavoro e welfare da questi ultimi arrivati.

Gli intellettuali, i political correct , tutti i giornali amici dei regimi vivono nei loro salotti e nei loro palazzi predicando  la fratellanza, la solidarietà e  si rifiutano di vedere quello che succede nella pancia del Paese, dove vi sono  cittadini autoctoni (white trash) ma anche cittadini emigrati regolarmente  che vivono in miseria, che subiscono sulla loro pelle la globalizzazione (vedi il successo di Trump nel Midwest) e l’immigrazione selvaggia senza regole, spesso criminogena, volute dai poteri forti per i loro interessi  globali, con Soros in testa, che sono rappresentati  politicamente da quelle  sinistre che dichiarano di rappresentare invece i piu’ deboli .

Ha vinto Trump, non tanto per le sue capacità, delle quali non sappiamo niente, ma in quanto rappresentante di quel mondo che non si riconosce nell’extablishment di potere, che in nome del “volemose bene”  continua a prosperare sulle spalle del popolo, al quale popolo vogliono insegnare quale è il suo bene e……. il popolo ha preferito rischiare.

La vittoria di Trump, come l’avanzata  dei partiti populisti in Europa, sono l’effetto di una politica dissennata che vorrebbe estirpare la identità  cristiana, anzi  cristiana/ luterana, di quelle popolazioni bianche  che, con il lavoro , con la perseveranza e con enormi sacrifici, hanno determinato le condizioni  per generare la  prosperità  dei paesi occidentali  e non vogliono essere sopraffatti , nel tempo, da maree di immigrati di etnie e religioni differenti., che cambierebbero completamente il tessuto sociale del territorio dove sono nate tali  popolazioni .

La base repubblicana ha preferito Trump ai tradizionali candidati per via del fallimento di questi ultimi ad opporsi a Obama su argomenti come quello  della  Sanità per tutti  indiscrimatamente, dei matrimoni gay, dell’aborto e soprattutto dell’ immigrazione senza regole.

  

In America, che fa sempre da apripista alle novità, si sta assistendo a una transizione basata non più sulle ideologie, ma basata sulle identità dove le persone votano un partito non in base all’idea politica ma in base alla razza.

Il partito repubblicano (il GOP) diventerà il partito dei bianchi e degli asiatici, mentre il Partito Democratico dei neri dei mussulmani e degli ispanici.


Come in Europa anche in America vi è stata una demonizzazione da parte dei progressisti di coloro che hanno idee diverse sui temi sociali; i “Social Justice Warriors” hanno creato un clima di terrore culturale, che ha addirittura falsificato i sondaggi ante elezioni.

Per tutti questi motivi i bianchi, indipendentemente dalla fiducia in Trump, lo hanno votato in massa per la propria sopravvivenza e per quella dei loro figli……..insomma hanno accettato il rischio.

Ma la cosa che realmente mi scandalizza da persona democratica,  come credo di essere, è il fatto che il voto del popolo, che dovrebbe essere la massima manifestazione della democrazia, venga sempre rispettato dalle maggioranze ma mai dalle minoranze cosiddette “progressiste”; è successo con Berlusconi, sta succedendo ora con Trump e ben lo sappiamo noi della Lega Nord, visto che i nostri comizi sono contestati da minoranze chiassose, che pensano di avere il monopolio della verità e spesso usano la violenza come mezzo persuasivo.

La vittoria di Trump è stata una vittoria netta che lo ha visto vincente nella stragrande maggioranza degli Stati e, grazie al sistema federale, il Presidente è l ‘emanazione delle istanze di tutti i differenti territori, con le loro prerogative e peculiarità e quindi totalmente  eterogenea.

Un mio amico di New York, che ha votato per la Clinton, mi ha detto: ”io ho votato per la Clinton, ma se nella maggior parte degli Stati ha prevalso Trump ci sarà pure una ragione e io la rispetto.”

 

Il futuro ci dirà se Trump sarà capace di attorniarsi di ottimi collaboratori e ripercorrere le orme di un grande suo predecessore come Ronald Reagan , il quale, aveva creato timore per le sue “sparate in campagna elettorale“ ma poi si è dimostrato un ottimo Presidente, sia in politica estera con gli accordi con l’allora Unione Sovietica e la Cina, chiudendo definitivamente il capitolo “guerra fredda”, sia in politica interna, sviluppando notevolmente l’economia e creando  milioni di posti di lavoro.

Come spesso accade, dopo un periodo di sviluppo, quando arrivano quelli che, in nome della giustizia sociale, vogliono dare tutto a tutti, anche in America è arrivato quello che il nostro Veltroni definiva “L’Ulivo Mondiale” e da lì sono arrivati i “titoli tossici”, che purtroppo hanno raggiunto l’Europa e hanno creato il disastro economico mondiale degli ultimi anni, di cui stiamo subendo ancora oggi le conseguenze. 

 SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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