Gli intoccabili

Non mi riferisco ovviamente al famoso film bensì alla casta politica che ritiene di essere intoccabile anche difronte a responsabilità oggettive.
I giudici dell’ottava sezione del tribunale di Roma hanno condannato a 8 mesi di reclusione il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro imputato, con l’accusa di rivelazione di segreto d’ufficio, in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. La procura aveva chiesto per Delmastro l’assoluzione. Il sottosegretario, difeso dall’avvocato Giuseppe Valentino, è presente in aula. “Non mi dimetto, questa è la prima dichiarazione del diretto interessato.
Avevamo dubbi credo proprio di no.
Questi personaggi, non avendo postura istituzionale, non ritengono che il buongusto dovrebbe fargli pensare di fare un passo indietro.
L’elenco di ministri e sottosegretari indagati è davvero lungo.
Quello che infastidisce è ritenere di essere talmente al di sopra di tutto e tutti che si ritengono sempre vittime; i giudici sono schierati e contro questo governo.
Qualche giornalista asserisce che l’accusa aveva chiesto assoluzione,e che il giudice brutto e cattivo lo ha condannato.
Sapete perché l’accusa chiedeva assoluzione?
Semplice il sottosegretario alla giustizia nonché avvocato non pensava di compiere un reato.

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La prima cosa che ci viene da pensare è se così fosse il sottosegretario alla giustizia, dovrebbe dimettersi per manifesta incompetenza.
Ovviamente la Meloni si è affrettata a dire in modo perentorio Delmastro non si deve dimettere.
L’Msi voleva pene esemplari per i reati comuni e i politici, nel 1992 Fini stava con Di Pietro. Dall’opposizione FdI chiedeva le dimissioni di ministri, oggi pretende il terzo grado di giudizio.
Cosa ha fatto cambiare idea alla Presidente del consiglio?
Semplice i fatti contestati riguardano il SUO governo.
Dio me l’ha data, guai a chi la tocca! – Frase che si ritiene pronunciata da Napoleone I nel cingere la Corona ferrea, il 26 maggio 1805.
Parafrasando questa famosa frase il governo attuale dice: gli elettori ci hanno mandato a governare, per cui guai a chi come i giudici osano mettersi di traverso.
Chi vi scrive avendo una cultura liberale si ritiene sempre garantista anche nei confronti di chi non gli piace, ma altresì ritengo che chi ha l’onore di governare il Paese e si dice patriota dovrebbe per mero rispetto dimettersi quando la situazione personale metta in cattiva luce il governo e il Paese .
Non mi stanco di ricordare l’articolo 54 della costituzione:
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.
Se queste parole hanno un valore,la parola dimissioni da parte dei ministri condannati o indagati, è un atto dovuto.
Ma purtroppo in un epoca dove vale tutto, ciò non avverrà,aggiungendo un altra pagina vergognosa da parte della politica, che si ritiene intoccabile e al disopra di tutti e tutto.

Roberto Paolino

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