Fisica Generale o Fisica Sperimentale?

Fisica Generale o Fisica Sperimentale?

Fisica Generale o Fisica Sperimentale?

Una questione di pignoleria o una questione di didattica? Nella prima dicitura si enfatizza l’aspetto non specialistico della Disciplina, nel secondo l’aspetto non modellistico o “teorico”. Così, uno dei miei testi del primo anno di G. Polvani, era intitolato “Lezioni di Fisica Sperimentale” mentre un altro celebre testo (D. Halliday e R. Resnick) tradotto dall’Inglese, aveva il titolo “Fisica Generale”. Si noti che il titolo originale era semplicemente Physics e sottolinea come il mondo anglosassone sia meno bizantino di noi.
Con questa premessa, ritorniamo ai nostri ricordi liceali del corso di Fisica. Cosa ci è rimasto? Probabilmente molti dei miei coetanei  ricorderanno una/un Docente intento/a a commentare quanto scritto in quel, poi non tanto male, testo di P. Silva. Aspetti generali e descrittivi, una sorta di racconto al di fuori di una corretta visione della disciplina. Così, una bilancia di torsione, doveva impiegare necessariamente un filo di quarzo, senza che si capisse perché proprio un filo di quarzo fuso e non una sospensione più semplice.
Giuseppe Polvani
E oggi? nulla di nuovo, sostanzialmente. Al vecchio “Silva” si è sostituito un nuovo testo dove dopo pagine dove sono mescolate Storia e Filosofia, appare finalmente il concetto di sistema di riferimento e di moto. Niente più distinzioni tra Cinematica e Dinamica (del punto materiale).

Quando va bene, la vera figura professionale che fa funzionare la Scuola (l’Aiutante Tecnico) prepara qualche esperienza che rimane impressa nella memoria.

Ma anche questa è una figura “ad esaurimento”, come i già estinti (o quasi) Assistenti di Cattedra.

  Lo studente accontenta il docente ripetendo più o meno faticosamente quanto trasmesso dalla lettura commentata del libro di testo.  Se poi questo libro di testo, alla fine di un problema, richiede proprio la relazione applicata nel problema dando nella soluzione un prodotto di numeri (senza alcuna unità di misura) per il simbolo t,  allora la mistificazione della disciplina è completo.
Colpa di troppo Latino e Greco?
Colpa dei libri di testo?
Colpa del secolare non vedere, non toccare, non misurare che molti Fisici Italiani come A. Occhialini e Q. Majorana segnalano nella rivista “Il Nuovo Cimento” dal 1911, sottolineando che nelle Scuole Tedesche gli allievi assemblano persino gli strumenti di misura? Colpa del “famoso abbinamento” (degli insegnamenti di Matematica e Fisica) come sottolineato da Enrico Persico in un frizzante articolo pubblicato su “Il Giornale di Fisica” nel 1956?
Ai miei ex colleghi la piena facoltà di commentare negativamente questo “sfogo”.

 

 

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