Epitaffio per Fabiana Luzzi

LAMENTAZIONE DI FABIANA 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LAMENTAZIONE DI FABIANA

O voi tutti che passate per la via,

vi prego, fermatevi un momento

a guardare e considerate

se c’è un dolore simile al mio,

e punizione più crudele mai inflitta

a una creatura innocente da parte

di un essere tanto disumano

da credersi padrone della vita e della morte

di un altro essere umano,

quasi fosse un dio in terra:

io ho amato quel ragazzo che,

malgrado mi picchiasse a sangue,

diceva di amarmi tanto, tanto

da volermi tutta per sé, solo per sé,

per sempre, e da proibire agli altri

anche solo di fissarmi con lo sguardo.

Credevo fosse per troppo amore

e dopo i litigi e i pianti seguivano

paci, anzi,  tregue foriere

di nuove tempeste;

e tornvano le violenze e quelle

assurde gelosie, finché non

mi decisi a dire: basta, è finita,

questo non è amore

ma delirio di onnipotenza e di possesso.

E fu così che andai incontro

a quella atroce morte che avete

letto, esterrefatti,  sui giornali e sulla rete…

Avrei potuto, è vero, rifiutarmi

di salire sul  suo scooter,

quando me lo sono trovato davanti

all’uscita da scuola,

ma Davide insisteva e io avevo ceduto

troppe volte  e non sono riuscita

a  resistergli, e poi temevo

quel suo carattere violento

e una  scenata davanti a tutti,

così ho ceduto un’altra volta

e l’ho seguito in quel casolare

abbandonato nei pressi del terreno

detto “del macello”, ma ben decisa

a lasciarlo una volta per sempre.

Quando mi sono accorta del mio errore

era ormai troppo tardi:

il mio fermo rifiuto

lo ha fatto andare fuori di sé

e ha preso a colpirmi con il coltello

che portava in saccoccia come don José,

e infine, mentre agonizzavo

in quel luogo deserto poco distante da casa,

è andato a prendere una tanica di benzina

e, insensibile  ai miei ultimi lamenti,

me l’ha versata addosso e mi ha dato fuoco.

O voi tutti che passate per la via,

vi prego, fermatevi un momento,

non dimenticatevi di Fabiana Luzzi,

studentessa quindicenne appassionata

di danza classica,

bruciata viva per essersi ribellata

a una volontà di dominio assoluto

mascherata da follia d’amore.

 

FULVIO SGUERSO

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