Epitaffio per Fabiana Luzzi
LAMENTAZIONE DI FABIANA
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LAMENTAZIONE DI FABIANA O voi tutti che passate per la via, vi prego, fermatevi un momento a guardare e considerate se c’è un dolore simile al mio, e punizione più crudele mai inflitta a una creatura innocente da parte di un essere tanto disumano da credersi padrone della vita e della morte di un altro essere umano, quasi fosse un dio in terra: io ho amato quel ragazzo che, malgrado mi picchiasse a sangue, diceva di amarmi tanto, tanto da volermi tutta per sé, solo per sé, per sempre, e da proibire agli altri anche solo di fissarmi con lo sguardo. Credevo fosse per troppo amore e dopo i litigi e i pianti seguivano paci, anzi, tregue foriere di nuove tempeste; e tornvano le violenze e quelle assurde gelosie, finché non mi decisi a dire: basta, è finita, questo non è amore ma delirio di onnipotenza e di possesso. E fu così che andai incontro a quella atroce morte che avete letto, esterrefatti, sui giornali e sulla rete… Avrei potuto, è vero, rifiutarmi di salire sul suo scooter, quando me lo sono trovato davanti all’uscita da scuola, ma Davide insisteva e io avevo ceduto troppe volte e non sono riuscita a resistergli, e poi temevo quel suo carattere violento e una scenata davanti a tutti, così ho ceduto un’altra volta e l’ho seguito in quel casolare abbandonato nei pressi del terreno detto “del macello”, ma ben decisa a lasciarlo una volta per sempre. Quando mi sono accorta del mio errore era ormai troppo tardi: il mio fermo rifiuto lo ha fatto andare fuori di sé e ha preso a colpirmi con il coltello che portava in saccoccia come don José, e infine, mentre agonizzavo in quel luogo deserto poco distante da casa, è andato a prendere una tanica di benzina e, insensibile ai miei ultimi lamenti, me l’ha versata addosso e mi ha dato fuoco. O voi tutti che passate per la via, vi prego, fermatevi un momento, non dimenticatevi di Fabiana Luzzi, studentessa quindicenne appassionata di danza classica, bruciata viva per essersi ribellata a una volontà di dominio assoluto mascherata da follia d’amore.
FULVIO SGUERSO |