ENERGIA ATTRAVERSO L’UTILIZZO DEI RIFIUTI

Azzeramento dei rifiuti. La nostra Nazione stenta notevolmente a raggiungere la percentuale prevista del 35 per cento e, in questo contesto, la Liguria non brilla certamente
DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTASETTESIMA PARTE

Azzeramento dei rifiuti. La nostra Nazione stenta notevolmente a raggiungere la percentuale prevista del 35 per cento
e, in questo contesto, la Liguria non brilla certamente

DIALOGO COL MIO “ALTER EGO”
(chiamato semplicemente “ALTER”)

CINQUANTASETTESIMA PARTE
 

ALTER: Guarda che cosa ti ho portato , Aldo!

ALDO: Ma…come: un libro? Proprio da parte tua? Sei considerato, da tutti, un accanito ed inguaribile lettore di giornali e di riviste ed, oggi, ti presenti, davanti a me, nella inedita veste di frequentatore di biblioteche e di avvenimenti letterari!  Fammi capire, Alter!

 

ALTER: Ma no, Aldo! Ho letto, tempo fa, un’interessante recensione giornalistica su questo pregevole testo letterario di Guido Viale, intitolato “AZZERRARE I RIFIUTI” (EDITORE: BOLLATI BORINGHIERI); poiché, oggi, avevamo in programma di prendere   in considerazione il TEMA DELLA POSSIBILITA’ DI GENERARE ENERGIA ATTRAVERSO L’UTILIZZO DEI RIFIUTI, mi sono ripromesso di documentarmi seriamente su questo argomento!
E debbo dirti che sono uscito abbastanza sconvolto dalla lettura di questo testo scientifico!
Ti riporto, in estrema sintesi, il pensiero di questo Autore:
“Condizione imprescindibile per perseguire l’obiettivo rifiuti zero è che il flusso dei rifiuti attuale venga affrontato “ a partire  dalla testa e non dalla coda” .
L’obiettivo primario deve essere la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti prodotti, per poi passare al recupero di materia (cioè riciclo), che può essere fatto solo spingendo al massimo la raccolta differenziata, sia quella dei rifiuti urbani, sia quella dei rifiuti delle imprese.  

ALDO: Ma non è il solo a pensarla in questo modo!
Attendi  un attimo! Vado a prendere, nell’altra stanza, uno studio, relativo a questo medesimo argomento…
Eccolo! Porta la data del 14 gennaio 2008 e la firma della Dottoressa Patrizia Gentilini di ISDE Italia.
Te lo impresto e così potrai leggerlo con calma! 

ALTER: No, Aldo! Per favore, leggimelo subito perché sono troppo ansioso si conoscerne  il contenuto!     

ALDO
: Beh! In poche parole:
Lo studio fa riferimento alle direttive 75/442/CEE (e successive modificazioni), 2000/76/CE e 2001/77/CE ed indica una chiara gerarchia dei trattamenti per lo smaltimento dei rifiuti:
RIDUZIONE – RICICLO – RIUSO  e solo per la quota residua, RECUPERO ENERGETICO e non solo tramite INCENERIMENTO.
A giudizio di questa stimata scienziata, attraverso i trattamenti ora elencati, sarebbe possibile giungere ad una  MINORE PRODUZIONE DI RIFIUTI PARI AL 20 PER CENTO ED A MAGGIORI RESE DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PARI AL 75-80 PER CENTO; di fatto, quindi: AZZERAMENTO DEI RIFIUTI.

ALTER
: Caro Aldo; a questo punto, possiamo dire di aver concluso il nostro dibattito, perché non esiste  più MATERIA PRIMA, RICAVATA DAI RIFIUTI, DA DEVOLVERE A SCOPI ENERGETICI.
Stringiamoci la mano ed andiamo in riva al mare a farci una grigliata di pesci, di gamberi e cozze, a Rifiuti Zero!


Guido Viale

ALDO: Ma, non scherzare, Alter! Quanto auspicato da Guido Viale e da Patrizia Gentilini è assolutamente condivisibile sul piano dei principi, perché è in sintonia con il CONCETTO DI SOBRIETA’, la quale rappresenta  l’unica strada per addivenire ad un’ autentica sintonia tra esseri umani ed ambiente naturale.
Esistono, tuttavia, come ben sai, notevoli difficoltà per raggiungere l’obiettivo dell’ azzeramento dei rifiuti.
Per giungere a questo traguardo occorre, caro Alter,  pervenire a percentuali di Raccolta Differenziata, dalle quali siamo ancora terribilmente lontani.

E’ vero che esistono, in molte parti del Mondo, esempi di grande eccellenza in questo settore:  a San Francisco, si va ormai verso l’opzione Rifiuti –Zero;  a Copenhagen, già nel 1998, era stata raggiunta la quota dell’81 per Cento ; anche in Italia è possibile constatare lodevoli, ma isolate iniziative; nel suo insieme, purtroppo la nostra Nazione stenta notevolmente a raggiungere la percentuale prevista del 35 per cento

ALTER: Ma, caro Aldo, in questo contesto, la nostra amata Liguria non brilla certamente; ecco, per quanta riguarda i capoluoghi di provincia, le percentuali pubblicate dai quotidiani locali, in data 6 Dicembre 2009:

Ma, detto questo, perché è così importante, per te, la RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI?

ALDO:  E’ presto detto, Alter!

La parte dei Rifiuti che può essere utilizzata per produrre Energia è la cosiddetta COMPONENTE SECCA, quella cioè, liberata dal VETRO, dalla CARTA, dalla PLASTICA, da MATERIALE METALLICO e, soprattutto, dalla COMPONENTE UMIDA (residui alimentari e quant’altro), la quale ultima va conferita ad idonei Impianti di Trattamento, in condizioni di produrre COMPOST, vale a dire CONCIME AD ALTA QUALITA’ FERTILIZZANTE.

E’ chiaro, a questo punto, che per ottenere una COMPONENTE SECCA, IDONEA ALLA COMBUSTIONE e, quindi, ALLA PRODUZIONE DI ENERGIA occorre procedere, a monte, alla RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI, al fine di liberarla dalle altre sostanze sopra citate, che vanno , invece, indirizzate al RICICLO ed al RIUSO.

ALTER: Ho capito, Aldo! Ma se allora la RACCOLTA DIFFERENZIATA è assolutamente necessaria ed, anzi, indispensabile per raggiungere un ottimale riutilizzo di tutti i rifiuti, attraverso il RICICLO, il RIUTILIZZO, LA PRODUZIONE DI COMPOST, LA CREAZIONE DI ENERGIA, perché non cambiamo metodo per giungere ad una OTTIMALE RACCOLTA DIFFERENZIATA?  

Vedi, Aldo: ho letto, sul Quotidiano “La Stampa” del 6 marzo 2008, un pregevole servizio giornalistico di Francesca Paci, la quale riferiva sui di un’innovativa idea, lanciata a Rimini (durante la Fiera dell’High Tech Ambientale) da Ori Boulogne, cofondatore della Arrow Ecology & Engineering overseas ltd, responsabile della gestione dei rifiuti della Città di Tel Aviv in Israele: 2.700 Tonnellate al giorno di Rifiuti Indifferenziati, trattati nell’aria industriale di Hiriya.

A giudizio di Mister Boulogne, “LA RACCOLTA DIFFERENZIATA HA FATTO IL SUO TEMPO : TROPPO ARTICOLATA  PER DIVENTARE CULTURA CONDIVISA”

Ed ecco la sua IDEA (peraltro, già in fase di attuazione):

– L’INTERA IMMONDIZIA VIENE GETTATA IN UN LAGO ARTIFICIALE

– L’IMMONDIZIA LEGGERA RESTA A GALLA E VIENE IMMEDIATAMENTE RECUPERATA E SUCCESSIVAMENTE SUDDIVISA

– L’IMMONDIZIA PESANTE VA A FONDO; LI’, SPECIALI CALAMITE SEPARANO IL METALLO DAL RESTO; I SACCHETTI DI PLASTICA VENGONO RISUCCHIATI DA UN VENTILATORE

– UN A TURBINA DA 1,5 MEGAWATT RICAVA ENERGIA DAL METANO PRODOTTO

– UNA VOLTA DIFFERENZIATO, IL MATERIALE RICAVATO VIENE SPEDITO ALLE VARIE OFFICINE PER ESSERE RIUTILIZZATO


Francesca Paci

Cosa ne pensi, Aldo?
Boh! Dall’aspetto del tuo viso e dall’astrazione del tuo sguardo, mi sembra emerga sostanziale scetticismo!

ALDO: Cambiamo discorso, Alter ed, a questo punto, poniamoci una Domanda, che mi pare abbia un valore decisivo:
“PERCHE’ MOLTI ESPERTI SONO TUTTORA CONTRARI ALL’IPOTESI DI CREARE ENERGIA ATTRAVERSO LA COMBUSTIONE DEI RIFUTI E, QUINDI, ESPRIMONO COSTANTEMENTE PARERE NEGATIVO SUGLI INCENERITORI?

ALTER: Caro Aldo, io non sono in condizione di risponderti direttamente; mi limito a citarti, in proposito, quanto riferito dalla Rivista del WWF “ FOR A LIVING PLANET”:
“Gli impianti di incenerimento rientrano fra le industrie insalubri di classe I in base all’articolo 216 del testo unico delle Leggi sanitarie; qualunque sia la tipologia adottata  e qualunque sia il materiale destinato alla combustione (rifiuti urbani, tossici, ospedalieri, industriali, ecc) danno origine a diverse migliaia di sostanze inquinanti, di cui solo il 10-20% è conosciuto. La formazione di tali inquinanti dipende, oltre che dal materiale combusto, dalla mescolanza assolutamente casuale delle sostanze nei forni, dalle temperature di combustione e, soprattutto, dalle variazioni delle temperature stesse che si realizzano nei diversi comparti degli impianti. Fra gli inquinanti emessi dagli inceneritori possiamo distinguere le seguenti grandi categorie:

– PARTICOLATO – GROSSOLANO (PM10), FINE (PM2.5) ED ULTRAFINE ( INFERIORE AL 1 MICRON)

– METALLI PESANTI

– DIOSSINE

–  COMPOSTI ORGANICI VOLATILI

– OSSIDI DI AZOTO ED OZONO.

 Si tratta, in molti casi, di sostanze estremamente tossiche, persistenti, bioaccumulabili; in particolare si riscontrano: Arsenico, Berillio, Cadmio, Cromo, Nichel, Benzene,Piombo, Diossine, Dibenzofurani, Policlorobifenili, Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ecc.

 Le conseguenze che ciascuno di essi, a dosi anche estremamente basse, esercita sulla salute umana sono documentate da una vastissima letteratura e nuovi effetti sono stati descritti recentemente per molti di essi. Tali effetti possono essere diversi e più gravi in relazione alla predisposizione individuale e alle varie fasi della vita e sono soprattutto pericolosi per gli organismi in accrescimento, i feti e i neonati.”

 Qual è la tua opinione al riguardo, Aldo? Mi sembri un tantino perplesso!

ALDO: Vedi, Alter: io ho molta stima per il WWF e per tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questa relazione; aggiungo che faccio questa affermazione in assoluta sincerità.

Ma,  a mio modo di vedere,  occorre saper fare le dovute distinzioni, a tal fine, indico, sia pure sinteticamente, due temi sui quali è necessario discutere serenamente;

. Il primo e’ quello relativo alla tipologia del materiale di rifiuto, che si   invia alla combustione: non è possibile includere, in un’unica fattispecie i rifiuti urbani, quelli tossici, quelli ospedalieri e quelli industriali.

Tra i diversi tipi esiste una macroscopica differenza, sia sotto il profilo della loro composizione, sia per quanto concerne la loro potenziale tossicità.

In particolare, per quanto si riferisce ai rifiuti solidi urbani, occorre saper distinguere gli effetti relativi certi ed incontestabili, generati dalla combustione dei  rifiuti “in toto”, da quelli ipotetici, unicamente generati dalla frazione secca;

.   Il secondo riguarda la tipologia degli impianti di incenerimento; gli attuali (esistenti in altre nazioni europee, ma non presenti in Italia) sono in condizione di ridurre praticamente “a zero” l’emissione di sostanze inquinanti  ed, in ogni caso, possono segnalare immediatamente ogni anomala emissione ed, in ogni caso, bloccare la funzione dell’impianto.

A dimostrazione di quanto sopra detto, mi permetto di segnalare alla tua cortese attenzione soltanto due esempi:

1) In tutta la Germania, operano attualmente 67 inceneritori, che utilizzano, unicamente, la FRAZIONE SECCA DEI RIFIUTI, la quale diventa ENERGIA ELETTRICA O TERMICA che, rivenduta alle Società Energetiche, finisce in rete e viene ad alimentare case ed industrie.
Gli effetti negativi sull’ambiente e sulla salute delle persone sono praticamente nulli.
Per di più, nel Giugno del 2009, l’Azienda FISIA BABCOCK ENVIRONMENT si è aggiudicata una commessa per la progettazione e realizzazione  di un IMPIANTO DI INCENERIMENTO DEI RIFIUTI SOLIDI URBANI, CON RECUPERO ENERGETICO, nella città di Berlino.
Il valore del progetto, promosso dalla Municipalità della Capitale Tedesca, è di oltre 100 milioni di Euro.
L’impianto, situato sulle sponde del fiume SPREA, è dotato delle più evolute e sicure tecnologie esistenti: una singola linea di incenerimento con recupero energetico, che brucerà Rifiuti Solidi Urbani, con una capacità di 40 Tonnellate –Ora ed un sistema di abbattimento dei fumi al alta efficienza.

2
) Nel Principato di Monaco, esiste, nel Quartiere di Fontvieille, proprio alla base della celebre Rocca di Montecarlo (ove sono ubicati il Palazzo del principe Ranieri, il museo oceanografico e l’acquario) l’impianto di incenerimento dei Rifiuti Solidi urbani di tutto il principato; non si trova e non si vede  alcun segno apparente, che indichi l’esistenza di un tale impianto: non un fumaiolo, non una nuvoletta di fumo o di vapore, nessun cattivo odore, nessun rumore di lavorazioni.
I controlli, costantemente eseguiti, dimostrano emissioni di modestissima entità, che si pongono, sempre, al di sotto dei limiti indicati dai Regolamenti della Comunità Europea, adottati anche dal Principato di Monaco.
A questo punto, cosa dobbiamo dire o fare, Alter?

ALTER: Propongo di organizzare una gita turistica collettiva a Montecarlo; certamente perderò al Casinò (come è mia consolidata abitudine), ma, verosimilmente, riuscirò a migliorare le mie modeste conoscenze su questa complessa materia, alla vista di questo impianto.

 14 Aprile                     ALTER e ALDO PASTORE

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