Elezioni: Intervista a Marco Ravera
Intervista a Marco Ravera
candidato sindaco per Rete a Sinistra
alle elezioni amministrative di Savona
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Intervista a Marco Ravera
Candidato sindaco per Rete a Sinistra
alle elezioni amministrative di Savona
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Marco Ravera, 38 anni, a luglio 39, è nato e cresciuto a Savona, attualmente residente nel quartiere di Lavagnola. I genitori, attualmente in pensione, sono stati autista (padre) e commessa (madre). Ha una sorella di tre anni più grande. Perito chimico (56/60), non ha proseguito gli studi per un problema di salute, ora in parte risolto, ed ha lavorato prima nei magazzini della COOP Ligura ad Arenzano, quindi al Faggio, poi alle Poste, poi tramite concorso/selezione in Comune a Savona, poi in regione. Scrive di cinema e noleggia scooter. Perché ha deciso di candidarsi come sindaco di Savona? Ho deciso di candidarmi, dopo averci pensato, perché me lo hanno chiesto i partiti della sinistra savonese e diverse persone della cosiddetta “società civile” impegnate nell’associazionismo, nel volontariato, nel mondo delle professioni, però la motivazione principale è stata quella dell’amore per la mia città.In passato ho avuto la possibilità di recarmi all’estero, ma non l’ho fatto. Pensa che la Sua esperienza politica precedente possa rivelarsi uno svantaggio oppure no per la corsa elettorale? Sono stato Segretario provinciale e ora regionale di Rifondazione Comunista. Penso che questa esperienza possa aiutarmi ad avere una visione complessiva dei problemi. Oggi chi milita nei partiti è visto come un alieno o peggio un “mascalzone”, ma posso assicurare che nei partiti c’è ancora tanta gente onesta. Quali sono i progetti a cui tiene particolarmente? Tengo particolarmente alla messa in sicurezza del territorio (sono di Lavagnola e ricordo ancora l’alluvione del 1992), trasparenza dell’amministrazione, partecipazione dei cittadini. Cosa pensa debba cambiare nella città di Savona? Mi piacerebbe che ci fosse maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e non solo su casi eclatanti come, ad esempio, il bitume. Ho scritto il programma elettorale coinvolgendo sia le persone che sono in lista, sia i cittadini che hanno dato il loro contributo. Se dovesse diventare sindaco di Savona, cosa intende realizzare nei primi 100 giorni al governo? Quella dei “primi 100 giorni di governo” è una moda un po’ americana, ad ogni modo penso a cinque priorità: aprire uno sportello del lavoro capace di mettere insieme finanziamenti europei, istituzioni, giovani; bocciare definitivamente il porto della Margonara; far sì che la città sia accessibile a tutti (abbiamo aderito alla campagna di Iacopo Melio); potenziare il servizio di trasporto pubblico; avviare il recupero del San Giacomo. Ritiene che i savonesi siano desiderosi di un cambiamento? Per arrivare ad un cambiamento bisognerebbe, per me, avere una consapevolezza maggiore. Grazie ai tagli dei governi Berlusconi, Monti, Letta e oggi Renzi la nostra città, come altre, rischia di essere privata di servizi essenziali nel silenzio più totale. L’ultimo esempio è la scelta della vice Presidente della Regione Liguria, Sonia Viale, di declassare il pronto soccorso di Savona. Quando tutte e tutti noi vedremo gli effetti del voto che esprimiamo nel segreto dell’urna, penso che aumentera la voglia di cambiamento.
Perché i cittadini dovrebbero votare Lei come prossimo sindaco di Savona? Potrei rispondere con una battuta del tipo “Sono l’unico di Savona” oppure “Sono il più giovane”, ma preferisco rispondere dicendo che penso ad una città in cui sia bello vivere, studiare e lavorare.
Una frase che la rappresenta
Amo molto la frase tratta dalla canzone “Sally” di Vasco Rossi: “Perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia” anche se non so se possa rappresentare al meglio la mia personalità.
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