Egitto: arresto, reale e con tanto di manette, dell’artista robot Ai-Da
ROBOT. Potrebbe essere una storia uscita dalle pagine affascinanti di Isaac Asimov, celebrato autore di fantascienza. Invece è esattamente l’opposto e per nulla affascinante l’arresto, reale e con tanto di manette, dell’artista robot Ai-Da, sospettata dalle autorità egiziane di essere una spia e trattata come fosse un bandito in carne ed ossa. L’umanoide, considerata il più sofisticato intreccio di computer e cavi in grado di rielaborare la realtà e interagire con gli umani, è stata tenuta in cella per ben dieci giorni e ne è uscita solo dopo l’intervento dell’ambasciatore inglese. Figlia di un progetto innovativo che unisce arte e intelligenza artificiale, Ai-Da è ormai famosa nel mondo per i quadri che dipinge ed espone regolarmente in mostre molto frequentate. La paradossale vicenda ha dell’inverosimile e rivela aspetti inquietanti nel misurare fino a che punto possa spingersi la burocrazia se è addirittura capace di arrestare un robot, ovvero la “creatura” che nei suoi racconti Asimov definisce il migliore amico dell’uomo.