Don Baget Bozzo

Rodolfo Bosio, giornalista nato a Bussana di San Remo, scriveva per La Stampa
In un’ intervista denunciava il silenzio della Chiesa  sulla corruzione in Italia
I tre volti (poco noti) di don Baget Bozzo ad un anno dalla morte
Il sacerdote-politologo rimproverava anche Il Secolo XIX.
 Oggi la dispusta del “tesoro” tra eredi raccontata da Il Corriere della Sera.
Un milione in contanti, appartamenti e negozi

Rodolfo Bosio, giornalista nato a Bussana di San Remo, scriveva per La Stampa
In un’ intervista denunciava il silenzio della Chiesa sulla corruzione in Italia
I tre volti (poco noti) di don Baget Bozzo ad un anno dalla morte
Il sacerdote-politologo rimproverava anche Il Secolo XIX.
 Oggi la dispusta del “tesoro” tra eredi raccontata da Il Corriere della Sera.
Un milione in contanti, appartamenti e negozi


Dal corriere della sera

GENOVA

«Lascio tutto al geriatra»
Duello sull’eredità di Baget Bozzo

Un milione di euro in danaro, poi appartamenti e negozi. La nipote: «Sono beni che dovevano restare in famiglia»

GENOVA

«Lascio tutto al geriatra»
Duello sull’eredità di Baget Bozzo

Un milione di euro in danaro, poi appartamenti e negozi. La nipote: «Sono beni che dovevano restare in famiglia»

ROMA – Maledette siano le eredità. Perfino quella di un uomo come don Gianni Baget Bozzo, che sempre sentì la “Presenza divina” e ne ascoltò la “Voce”. Sul suo testamento c’è da una parte un gruppo di vecchi amici, un geriatra, un attore, due professori universitari, un prete, una signora che testimonia di aver visto 80 volte la Madonna. Dall’altra parte, gli eredi della famiglia che adottò Gianni, dopo la morte della mamma, ragazza madre, quando lui aveva appena 5 anni. Il teatro è Genova, ieri Il Secolo XIX ha strappato il velo sulla vicenda. Bozzo era il cognome degli zii, commercianti, che lo accolsero come unico figlio. Gianni divise la vita fra Fede e Politica. Sacerdote a 42 anni, fu sempre anticomunista. Dc, craxiano, parlamentare Psi in Europa e per questo sospeso a divinis. Quindi Berlusconi, che alla sua morte disse: «Mi mancherà il consigliere che ascoltavo di più».

Don Gianni eredita alloggi e negozi dai Bozzo e mette da parte molti liquidi anche grazie ai diritti dei libri: «Oltre un milione di euro», dice don Sergio Simonetti, uno degli amici. Muore nel maggio 2009, e si apprende che nel 2000 aveva depositato presso il notaio Bono un testamento, che spartiva i lasciti fra famiglia e amici del cuore. Solo che la famiglia non ci sta. «Appartamenti e negozi – dice Francesca Tedeschi, che aveva come bisnonna una delle sorelle di Giovanni Bozzo, papà adottivo di Gianni – erano di famiglia, tutti meno uno. Dovevano restare in famiglia». Invece a lei è andato un solo appartamento e parte del patrimonio in denaro. Aggiunge: «Sappiamo che un mese prima di morire Gianni prese appuntamento con un avvocato romano per cambiare il testamento. Ma l’incontrò saltò, poi la malattia si aggravò. E si parla di un altro testamento, fatto sparire…». A don Sergio, che guidò al sacerdozio, don Gianni ha lasciato la sua abitazione, in via Corsica, e un sesto dei liquidi.

Un altro appartamento, via delle Cappuccine, a Giorgio Sacchi, docente di Scienze sociali, amico da 38 anni. Un altro sesto del denaro a Saverio Soldani, ex seminarista, ora attore di teatro, e un altro sesto ad Angela Volpini Prestini, veggente di Casanova Staffora, Oltrepò pavese. Poi, l’intera biblioteca al professore (Letteratura latina del Medioevo) Claudio Leonardi, amico dal 1950, quando, a Roma vivevano vicini lui, Baget Bozzo, La Pira, Dossetti, Lazzati, Fanfani… E infine il grosso, 7 appartamenti, diritti e oggetti al geriatra genovese Patrizio Odetti, che frequentava un gruppo diretto da don Gianni alla parrocchia Sacro Cuore: «Non immaginavo che avrebbe fatto questo – dice Odetti -. Con l’eredità farò un centro studi su di lui». Francesca, la mamma Eleonora, la nonna Alberta restano con l’amaro. Impugnare il testamento? Ci stanno pensando. Intanto Francesca, 33 anni, si è candidata alle elezioni regionali nella lista Forza Liguria, che appoggia il candidato di centro sinistra, Burlando. «Mai mi si potrà dire comunista», ha dichiarato però. Comunista per Gianni sarebbe stato troppo.

Andrea Garibaldi
11 marzo 2010

 

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