DOLLY, NOI SIAMO CON TE!

DOLLY, NOI SIAMO CON TE!
Un intervento al “bel” commento della leghista Dolores Valandro
rivolto al ministro Cécile Kyenge

DOLLY, NOI SIAMO CON TE!

E’ già operativo in rete un gruppo di sostenitori non della famosa prima pecora clonata (1996 –2003), me di un’altra Dolly assurta in questi giorni agli onori (si fa per dire) delle cronache di questa Italietta delle larghe intese – o delle contraddittorie pretese – per non dire delle bestie trionfanti (senza offesa per le vere bestie) sul palcoscenico della politica, nei social network e nei talkshow; intendo la consigliera di quartiere della Lega Nord di Padova, Dolores Valandro, coordinatrice della locale

Commissione per la sanità, per gli interventi sociali e per le politiche giovanili. Almeno fino a ieri, giovedì 13/06/13 , cioè fino al giorno della sua espulsione dal partito a causa del suo non propriamente felice commento, postato sulla sua pagina Fb e indirizzato al ministro per l’integrazione  Cécile Kyenge, relativo a  un articolo  tratto da un sito specializzato nella segnalazione dei “crimini degli immigrati”, nel quale si riferisce di un presunto tentativo di stupro da parte di un africano. Il commento, collocato vicino a un’ immagine del ministro Kyenge, dice testualmente:

“Ma mai nessuno che se la stupri, così tanto per capire che cosa può provare la vittima di questo efferato reato ???????? Vergogna!”. Che cosa c’è di tanto scandaloso da far insorgere non solo tutta la stampa di sinistra e radical-chic, ma anche quella cosiddetta moderata  e tutto quello che un tempo si chiamava “l’arco costituzionale” del Belpaese? Che cosa ha detto di tanto strano la nostra cara Dolly?

E’ vero o non è vero che tutti gli immigrati  neri sono potenziali stupratori? Ed è vero o non è vero che Cécile Kyenge – cittadina  italiana, va bene, ma anch’essa nera di origine africana –  rappresenta e difende tutti gli immigrati neri, quindi anche gli stupratori e gli assassini che hanno la sua stessa provenienza geografica?

 

La leghista Dolores Valandro

Altrimenti perché si  batterebbe tanto per lo Ius soli? Davvero incomprensibile, quindi, la reazione del ministro di colore, che ha dichiarato, nel corso di una visita alla sinagoga di Roma: “Questo linguaggio non mi appartiene, perché istiga alla violenza, e cerca di istigare alla violenza tutta la cittadinanza, chiunque deve sentirsi offeso, non solo io”. Chiunque deve sentirsi offeso? E perché mai? Dolly non ce l’ha mica con tutto il mondo, ce l’ha soltanto con tutti gli stupratori neri e con tutti i neri (o le nere) che li difendono.  Insomma, bando alle ipocrisie pelose e al linguaggio politicamente corretto: ha detto bene la ex deputata della Lega Nord Paola Goisis, a La Zanzara su Radio 24: “La Valandra non ha fatto altro che dire quello che la gente pensa. La gente vuole che chi ha ruoli istituzionali si faccia carico delle sofferenze e delle paure. La Kyenge non ha detto una parola sulle nostre ragazze che vengono quotidianamente stuprate”, quindi è chiaro che non gliene importa niente e che non muoverà mai un dito per difenderle, e  conclude, ergendosi a paladina del sacro suolo patrio e della stirpe italica: “Non posso ammettere che ci sia un ministro che viene da un altro Paese a comandare a casa nostra”. Giusto: siamo o non siamo in grado di governare il nostro Paese meglio di chiunque altro? Non si capisce  perché gli stessi vertici della Lega abbiano immediatamente sconfessato la battagliera Dolly, quasi non si fosse formata e non fosse cresciuta con il culto del dio Po e nell’obbedienza cieca, pronta e assoluta a quel leader carismatico che voleva separare la Padania dall’Italia e respingere in mare gli immigrati africani.

Il ministro Cecile Kyenge

 Evidentemente neanche la Lega è più quella di un tempo, almeno il suo stato maggiore; prova ne sia la presa di distanza dalle volgari invettive di Borghezio e il suo allontanamento, e ora l’espulsione della Valandro, malgrado il suo tentativo di riparare e di scusarsi; ma  ormai la frittata era fatta. Vale la pena, tuttavia, prendere in considerazione

gli argomenti con cui Dolly cerca di spiegare il suo comportamento, parlando a Radio Capital; primo argomento: “E’ stata una battuta in un momento di rabbia”, a chi non è mai capitato di dire cose in uno stato di alterazione mentale delle quali  poi, mutato l’umore, ci si è pentiti? Purtroppo quelle parole sono state scritte su Fb e improvvidamente divulgate in Rete. Il secondo argomento è simile al primo: “Non è che io penso quando ho un momento di rabbia. E’ un mio modo di sfogarmi”, infatti, per pensare ci vuole la calma e la serenità dell’anima, e se non si ha né la calma, né la serenità e tantomeno l’anima, pensare è impossibile; e  quando si leggono determinate notizie, come quelle delle violenze sulle donne, è tutto un ribollire del sangue, e allora si usano le parole come fossero pietre: si scaglia una metaforica pietra contro il primo capro espiatorio che capita sotto tiro e la rabbia si placa (o quasi). Terzo argomento. “Sotto sotto sono più dolce e più buona del pane”, infatti è per bontà, solo per bontà che mi ero iscritta a un movimento pacifico come quello della Lega. Quarto argomento. “Io non sono un tipo violento. Se uno mi mena, io me le prendo. Sono una che abbaia, ma non morde”, può darsi che, a forza di prenderle, sia scattata una reazione istintiva di autodifesa, purtroppo contro la persona sbagliata; nessuno è perfetto. Quinto argomento: “Passiamo sempre per razzisti, ma non è vero. Io nella sede cittadina di Padova ho accolto addirittura persone del Congo. Non è questione di razzismo. E’ questione che se uno arriva deve rispettare un attimo le regole”, e, magari, non solo un attimo. Ma perché prendersela con il ministro Cécile Kyenge? Avrebbe postato lo stesso commento se, invece che una nera fosse stata una bianca, bionda e con gli occhi azzurri? Temo che non lo sapremo mai.

FULVIO SGUERSO

 

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