Demonstration experiments in Physics

Demonstration experiments
in Physics.

Demonstration experiments in Physics.

 Quando ancora frequentavo il Dipartimento di Fisica a Genova come “ospite” della biblioteca,  ancora ricca di riviste in “carta”,  e di qualche conoscente / amico con cui tenere qualche intrigante chiacchierata di Fisica, un tema spesso toccato ma mai analizzato fu quello dell’esperimento dimostrativo di Fisica o “Demonstration Experiment” per dirlo con un linguaggio un tantino più “tecnico” e, ovviamente, della sua valenza didattica (va di moda dire: ‘pedagogical value’). Tema sicuramente di interesse perché, quando ancora ero studente, prima a Milano e poi a Genova, qualcosa ancora si vedeva nei corsi di Fisica Generale.

Esistevano nella “vecchia gerarchia” i cosiddetti “Tecnici Laureati”, figure professionali preziose che, aprendo il bancone dell’aula, tiravano magicamente fuori qualche apparato per “far vedere” ciò che sulla lavagna appariva come una equazione (o una fila di equazioni)… Poi venne il ’68 e la “caduta degli dei” più che la “caduta dei baroni”. Un ’68 che da noi si trascinò per anni con il corpo docente d’allora succube e complice, con un Ministero che istituiva a pioggia contratti quadriennali (i contrattisti, nel mentre, bloccavano un incarico nella Scuola favorendo manovre strategiche nel sistemare, provvisoriamente, beninteso, tante compagne di corso).


Ma si sa, il “precariato” stanca,  per cui avvenne il magico fenomeno della trasmutazione dei contrattisti  in “ricercatori” e la conferma dell’incarico a chi… occupando da precaria il posto riservato al contrattista si vedeva felicemente stabile…attraverso “corsi abilitanti” o “concorsi per titoli”. Ovviamente sparisce, di fatto, la figura del “tecnico laureato”. Qualcuno di loro anzi diventò “Associato” e i corsi di Fisica Generale, mi riconferma un ex studente, avvengono con il bancone chiuso e una lunga fila di equazioni che scorrono sulla lavagna o, meglio ancora, di  slides di Power Point… I tempi mutano ma la fenomenologia con cui si inizia a studiare la Fisica, no. Forse la rivoluzione del ’68 aveva portato l’esperimento d’aula all’interno dei Licei? Forse, ancora più (irrealisticamente) la “Fisica del P.S.S.C.” (Physical Science Study Committe) e le esperienze a posto singolo o a gruppi rendevano superfluo l’esperimento dimostrativo nelle Università? No. Nulla di tutto questo.  Salvo qualche isolata eccezione (con Esame di Maturità ad hoc) tutto restò come prima. La lezione di Fisica fatta leggendo un libro di testo ricco di figure e, tutto sommato, non negativo (il Silva) e, nel fortunato caso di un Tecnico di Laboratorio “bravo”, qualche “esperimento dimostrativo”. Faceva “effetto” e per questo si ricordava.

Il ruolo dell’esperimento dimostrativo è proprio quello di fare ricordare il fenomeno che, analizzato e, magari, assoggettato a qualche misura, aiutava a “capire” il senso delle equazioni che traducono una Legge Fisica. Il che, mi sembra, positivo. Anche quando l’esperimento “non funziona” perché un po’ di Fisica (e di pratica) è mancata…


I miei “conoscenti / amici” con cui intrattenevo gradite conversazioni particolarmente sugli aspetti istruzionali e didattici della Fisica,  mi facevano spesso osservare come anche sulle riviste internazionali (a cominciare dalla blasonata American Journal of Physics) gli articoli  sulle esperienze dimostrative erano sempre in diminuzione (rispetto ai due decenni precedenti) e questo è un fatto vero e quantificabile. Attualmente trovare su American Jornal of Physics la sezione “Apparatus Notes” è un evento sempre più raro, mentre appare una sezione “Physics Education Research”,  argomento che nelle nostre chiacchierate era dissacrantemente bollato, appunto, come “chiacchiere a ruota libera”…Colpa del ’68 che vedeva male l’esperienza dimostrativa perché “imposta” e non proposta, magari da un comitato studentesco? (era il parere dei miei interlocutori a Genova);  una questione di “moda”? di mutamento della “Didattica”? Lascerei volentieri l’analisi del quesito a chi, oggi, frequenta un Liceo (e non vede l’ora di uscirne) e a chi da un Liceo (da cui non ha visto l’ora di uscire) si è iscritto a un qualunque corso di laurea dove c’è il corso (o i corsi) di Fisica Generale. Quando si parla, ad esempio, dell’argomento più familiare come l’accelerazione di gravità, l’avete misurata almeno una volta cronometrando la caduta libera di una sferetta? O per voi quel 9.8 m/s2 è un “dogma”? Rispondetemi, vi prego …

 

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